Aggiornamento sulla vicenda e sulle cause delle dimissioni del CDA: si parlava di un trigionaliero AZ su FCO che sarebbe potuto partire da Giugno.
Tra l'altro ho evidenziato una frase di Borioli che credo troverà molti consensi tra gli amanti degli aeroporti piccoli [8D][

]
Ciao[:306]
IL CASO DOPO IL «NO» AL PIANO INDUSTRIALE CON TRE VOLI ALITALIA OGNI GIORNO TRA CUNEO
CUNEO
«Nessuna guerra con la Provincia», assicura l’assessore ai Trasporti della Regione, Daniele Borioli. «Nessuna guerra con la Regione», assicura, a distanza, Raffaele Costa. Ma la verità è che sull’aeroporto si è scatenata l’ennesima tempesta. L’amministratore delegato Guido Raimondi si è dimesso. Era stato messo lì dalla Regione, in quanto manager che ha sempre operato negli aeroporti. Si è anche dimesso - rinviando la formalizzazione allla prossima assemblea dei soci - Guido Bonino che rappresenta il Comune di Cuneo. Alla «Geac» - la società che gestisce Levaldigi - restano in carica tre amministratori su cinque.
Raimondi ha argomentato la decisione in una lunga lettera all’assessore regionale Borioli, nella quale sostiene tra l’altro: «La strategia del rinvio mina profondamente la credibilità di chi, per conto dell’Azienda deve operare, ma soprattutto compromette il conseguimento degli obbiettivi di risanamento prefissati».
Il riferimento è il «no» arrivato in Consiglio provinciale e preannunciato dal presidente dell’aeroporto Gianpiero Pepino al volo Alitalia, con tre corse al giorno, da Cuneo a Roma. Da iniziare in giugno. La Provincia ha preferito rinviare in attesa della norma sulla «continuità territoriale»: un volo quotidiano per Roma che verrà pagato dallo Stato, ma che non si sa quando potrà decollare. «Quel volo immediato Levaldigi Roma, con l’Alitalia, con coincidenze per volare da Fiumicino in tutto il mondo, era parte integrante del piano di rilancio approvato dal Consiglio di amministrazione dell’aeroporto e sottoposto ai soci per ottenere la ricapitalizzazione. Il presidente Pepino l’ha sconfessato senza nemmeno un passaggio in Consiglio di amministrazione», sostiene il manager Raimondi nella lettera d’addio. L’assessore Borioli: «C’è un fatto: il presidente dell’aeroporto ha sconfessato l’amministratore delegato. Quindi uno dei due deve lasciare. Lo ha fatto Raimondi, che era lì su incarico della Regione perché esperto del settore e indicato come l’uomo giusto per rilanciare l’aeroporto». Borioli aggiunge: «L’aeroporto è della Provincia e dei Comuni, delle associazioni di categoria della Granda. E’ stato chiesto l’intervento della Regione e noi abbiamo versato i capitali richiesti e nominato un manager. Raimondi ha fatto un piano industriale con questo volo per Roma che prevedeva un minimo rischio per i soci. Se il volo non avesse funzionato, se ci fosse stato un debito, il 50% lo avrebbe coperto la Regione, il restante 50% le Fondazioni bancarie.
Se poi si accertasse che i cuneesi non hanno necessità di questo servizio allora meglio chiudere, vendere la struttura, che ne so, smantellare le piste e restituirle all’agricoltura. La Provincia ha deciso che non vuole rischiare, che non va bene il piano di rilancio. Ne prendiamo atto. Ora aspettiamo le loro di proposte, le valuteremo come tutti gli altri soci e diremo la nostra». Raffaele Costa ha risposto con una lunga lettera all’assessore Borioli. Dice: «Abbiamo avuto grosse difficoltà a convincere il Consiglio provinciale e i Comuni a versare le quote, a ricapitalizzare. In questo frangente, consapevoli degli errori fatti in passato, nessuno vuole rischiare altro denaro per tre voli al giorno su Roma. Meglio aspettare quello pagato interamente dallo Stato, che dovrebbe poter decollare in autunno».