Sabato 25/10/2008, sveglia presto, finisco di preparare la valigia, prendo la borsa che usa mia madre per i viaggi in macchina, la svuoto alla meno peggio, metto dentro ciò che può essermi utile come bagaglio a mano e via verso l’aeroporto. Giornata abbastanza calda (22°), come al solito arrivo 5 minuti prima che chiuda il check-in (prima o poi un volo lo perderò) e poi di corsa verso l’imbarco, un saluto a mamma e il cercare di dimenticare il passato per godermi meglio il presente. Se non fosse che viene perquisito il mio bagaglio, sicura di non aver portato liquidi lo lascio guardare alla vigilante e con mia somma sorpresa avevo dimenticato di togliere il coltello multiuso che mia madre aveva lasciato dentro. Per mia fortuna non sono stata arrestata, chiedo scusa e via verso l’uscita 16, di fronte al metal detector.
Dopo 20 minuti dall’orario previsto apre l’imbarco, l’aereo è nel finger così mi evito la seccatura di andare sul pullman, il mio posto è il 3C, posto corridoio, pazienza peggio per me che sono arrivata tardi. Arrivo al mio posto e mi ritrovo 2 ragazzini (maschietto di 11 anni e femminuccia di 9) a guardarmi, senza genitori che occupavano il posto finestrino e centrale della fila 3.
Arriva lo steward della compagnia Transavia che mi chiede qualcosa in francese, ma non capisco nulla. Allora si rivolge al ragazzo per la traduzione: “Lo steward mi ha detto di dirti che da questo momento in poi tu sei responsabile di quello che può accadere a me e a mia sorella durante il viaggio!”.
Rimango un attimo a guardare sia i ragazzi che lo steward, poi penso: “un’operatrice d’infanzia può tirarsi indietro da questo compito?” prima ho pensato di no, infatti mi sono presa l’incarico, dopo me ne sono pentita quando i 2 fratellini si alzavano le mani tra loro urlando nel silenzio più totale costringendomi a sedermi in mezzo a loro per dividerli.
Ad ogni modo con i capelli ritti dallo stress dopo 2 ore e 20 minuti a far stare buoni le piccole pesti con la compassione dei passeggeri e il menefreghismo degli assistenti di volo, in più aver incontrato un po’ di turbolenza per il mio povero stomaco, arriviamo all’aeroporto di Orly sud, saluto i pargoli e via verso l’aeroporto. Il clima è di (10°) è arrivato il tempo di indossare qualcosa di più pesante di una maglietta ed entrare all’interno dell’aeroporto.
Non ho visto molti aeroporti nella mia vita, ma questo, secondo me, è uno dei più belli, una vetrata che ti permette di vedere completamente la pista di atterraggio e di decollo, non solo la possibilità di camminare pure all’esterno in una specie di passaggio che ti avvicina di più agli aerei posteggiati, se avessi avuto più opportunità e più tempo avrei scattato un centinaio di foto sia all’interno che all’esterno dell’aeroporto, ma sono arrivata a farne solo 2.
Recupero bagaglio e via verso Parigi e casa della mia amica. Parigi è spettacolare e veramente porta via ogni ricordo specialmente se ci vai in compagnia di amici che ti aiutano a dimenticare!
martedì 28 ottobre 2008, rimango quasi tutta notte a parlare con il mio carissimo amico Marco, dopo alle 5 suona la sveglia, il tempo di lavarsi e vestirsi e di corsa a prendere l’autobus che arriverà 20 minuti dopo. Raggiunta la fermata vediamo andar via L’Orly shuttle, ma non mi preoccupo ho ancora 45 minuti di tempo prima che chiuda il check-in. Se non fosse che l’altro è passato dopo ben 25 minuti. Il tempo passa e incontriamo traffico: ok, questa volta ho perso il volo, penso! Arrivati all’aeroporto io corro verso il check-in senza trovarlo subito, Marco mi porta la valigia, lo raggiungiamo 2 minuti prima della chiusura, faccio il mio biglietto e mi dirigo verso l’imbarco. Uscita 29D, coda lunghissima di circa 30 minuti, alla fine l’aereo aspetta me, anche Transavia ha conosciuto la puntualità che mi distingue (che brutta figura!).
Salita a bordo, sempre posto corridoio (16D) accanto a una coppia di Francesi! Per la prima volta mi addormento per poi svegliarmi una volta atterrata, bravissimo il comandante, nulla da lamentare.
Sono tornata a Palermo con la gioia di aver trascorso dei giorni indimenticabili accanto a persone che mi vogliono bene e con un po’ di malinconia che questi giorni si siano volatilizzati.
ciao
Lucia
Dopo 20 minuti dall’orario previsto apre l’imbarco, l’aereo è nel finger così mi evito la seccatura di andare sul pullman, il mio posto è il 3C, posto corridoio, pazienza peggio per me che sono arrivata tardi. Arrivo al mio posto e mi ritrovo 2 ragazzini (maschietto di 11 anni e femminuccia di 9) a guardarmi, senza genitori che occupavano il posto finestrino e centrale della fila 3.
Arriva lo steward della compagnia Transavia che mi chiede qualcosa in francese, ma non capisco nulla. Allora si rivolge al ragazzo per la traduzione: “Lo steward mi ha detto di dirti che da questo momento in poi tu sei responsabile di quello che può accadere a me e a mia sorella durante il viaggio!”.
Rimango un attimo a guardare sia i ragazzi che lo steward, poi penso: “un’operatrice d’infanzia può tirarsi indietro da questo compito?” prima ho pensato di no, infatti mi sono presa l’incarico, dopo me ne sono pentita quando i 2 fratellini si alzavano le mani tra loro urlando nel silenzio più totale costringendomi a sedermi in mezzo a loro per dividerli.
Ad ogni modo con i capelli ritti dallo stress dopo 2 ore e 20 minuti a far stare buoni le piccole pesti con la compassione dei passeggeri e il menefreghismo degli assistenti di volo, in più aver incontrato un po’ di turbolenza per il mio povero stomaco, arriviamo all’aeroporto di Orly sud, saluto i pargoli e via verso l’aeroporto. Il clima è di (10°) è arrivato il tempo di indossare qualcosa di più pesante di una maglietta ed entrare all’interno dell’aeroporto.
Non ho visto molti aeroporti nella mia vita, ma questo, secondo me, è uno dei più belli, una vetrata che ti permette di vedere completamente la pista di atterraggio e di decollo, non solo la possibilità di camminare pure all’esterno in una specie di passaggio che ti avvicina di più agli aerei posteggiati, se avessi avuto più opportunità e più tempo avrei scattato un centinaio di foto sia all’interno che all’esterno dell’aeroporto, ma sono arrivata a farne solo 2.
Recupero bagaglio e via verso Parigi e casa della mia amica. Parigi è spettacolare e veramente porta via ogni ricordo specialmente se ci vai in compagnia di amici che ti aiutano a dimenticare!
martedì 28 ottobre 2008, rimango quasi tutta notte a parlare con il mio carissimo amico Marco, dopo alle 5 suona la sveglia, il tempo di lavarsi e vestirsi e di corsa a prendere l’autobus che arriverà 20 minuti dopo. Raggiunta la fermata vediamo andar via L’Orly shuttle, ma non mi preoccupo ho ancora 45 minuti di tempo prima che chiuda il check-in. Se non fosse che l’altro è passato dopo ben 25 minuti. Il tempo passa e incontriamo traffico: ok, questa volta ho perso il volo, penso! Arrivati all’aeroporto io corro verso il check-in senza trovarlo subito, Marco mi porta la valigia, lo raggiungiamo 2 minuti prima della chiusura, faccio il mio biglietto e mi dirigo verso l’imbarco. Uscita 29D, coda lunghissima di circa 30 minuti, alla fine l’aereo aspetta me, anche Transavia ha conosciuto la puntualità che mi distingue (che brutta figura!).
Salita a bordo, sempre posto corridoio (16D) accanto a una coppia di Francesi! Per la prima volta mi addormento per poi svegliarmi una volta atterrata, bravissimo il comandante, nulla da lamentare.
Sono tornata a Palermo con la gioia di aver trascorso dei giorni indimenticabili accanto a persone che mi vogliono bene e con un po’ di malinconia che questi giorni si siano volatilizzati.
ciao
Lucia