Delta dirotta per la grandine in partenza da MXP


Scusate la totale ignoranza, puo' essere l'occasione per imparare qualcosa: perche' e' tornato indietro facendo tutta quella strada? Erano ancora sul continente, mica in mezzo all'oceano.

Assumo che Delta lungo quella rotta tra Charlotte e Boston abbia un cicinin di aeroporti adatti con il personale e i servizi necessari per far scendere tutti e dare una pulita e poi procedere senza sciupare tutto quel kerosene e quelle ore di vita. Tra l'altro tornando indietro si sono fatti almeno 1-2 ore in mezzo alla M. Io come pax avrei desiderato ardentemente di scendere nell'alternate piu' vicino, altro che fare giri inutili. O hanno deciso che quel mezzo non era piu' in condizioni di volare?
 
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Scusate la totale ignoranza, puo' essere l'occasione per imparare qualcosa: perche' e' tornato indietro facendo tutta quella strada? Erano ancora sul continente, mica in mezzo all'oceano.

Assumo che Delta lungo quella rotta tra Charlotte e Boston abbia un cicinin di aeroporti adatti con il personale e i servizi necessari per far scendere tutti e dare una pulita e poi procedere senza sciupare tutto quel kerosene e quelle ore di vita. Tra l'altro tornando indietro si sono fatti almeno 1-2 ore in mezzo alla M. Io come pax avrei desiderato ardentemente di scendere nell'alternate piu' vicino, altro che fare giri inutili. O hanno deciso che quel mezzo non era piu' in condizioni di volare?
Credo sarebbero andati fuori ore con uno scalo tecnico, senza sapere quanto lungo. Probabile che tornando in base fosse più semplice cambiare crew, macchina o entrambi.
 
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Scusate la totale ignoranza, puo' essere l'occasione per imparare qualcosa: perche' e' tornato indietro facendo tutta quella strada? Erano ancora sul continente, mica in mezzo all'oceano.

Assumo che Delta lungo quella rotta tra Charlotte e Boston abbia un cicinin di aeroporti adatti con il personale e i servizi necessari per far scendere tutti e dare una pulita e poi procedere senza sciupare tutto quel kerosene e quelle ore di vita. Tra l'altro tornando indietro si sono fatti almeno 1-2 ore in mezzo alla M. Io come pax avrei desiderato ardentemente di scendere nell'alternate piu' vicino, altro che fare giri inutili. O hanno deciso che quel mezzo non era piu' in condizioni di volare?
Se il tracciato è quello qui sopra dalla Georgia è arrivato sulla Virginia e tornato indietro…ahivoglia a Boston!
Charlotte non è hub.
Bloccare un aereo in un non-hub airport ha conseguenze assai più complesse per ambo le parti, compagnia e pax.
Con buona pace di un ora abbondante di cattivo odore i pax potrebbero essere ripartiti per BCN con spare Aircraft , che solo ad ATL poteva essere eventualmente disponibile.
 
Premesso che siete stati esaurienti e ho capito perche' sono tornati.

Stando alla mappa erano quasi dalle parti di Richmond a meta' strada per New York: anche per Charlotte avrebbero dovuto tornare parecchio indietro.

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Vedo che sono hub di Delta JFK, LGA e BOS. Dal punto di vista strettamente geometrico andare a JFK era piu' o meno alla stessa distanza che tornare a ATL. Poi pero' procedendo per BCN si trovavano 1200km da percorrere in meno con grande risparmio di kerosene e tempo. Magari ci sono altre basi Delta piu' piccole non hub dove magari e' piu' difficile trovare un equipaggio sostitutivo.

Mi limito pero' solo a calcolare le distanze su Google Maps, per il resto so di ignorare ma intuisco l'importanza decisiva delle questioni organizzative indicate da Vipero.

Anzi, approfitto per scroccare un'altra risposta: in questi casi l'equipaggio decide autonomamente o si consulta con chi a terra deve gestire le questioni organizzative?
 
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Premesso che siete stati esaurienti e ho capito perche' sono tornati.

Stando alla mappa erano quasi dalle parti di Richmond a meta' strada per New York: anche per Charlotte avrebbero dovuto tornare parecchio indietro.

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Vedo che sono hub di Delta JFK, LGA e BOS. Dal punto di vista strettamente geometrico andare a JFK era piu' o meno alla stessa distanza che tornare a ATL. Poi pero' procedendo per BCN si trovavano 1200km da percorrere in meno con grande risparmio di kerosene e tempo. Magari ci sono altre basi Delta piu' piccole non hub dove magari e' piu' difficile trovare un equipaggio sostitutivo.

Mi limito pero' solo a calcolare le distanze su Google Maps, per il resto so di ignorare ma intuisco l'importanza decisiva delle questioni organizzative indicate da Vipero.

Anzi, approfitto per scroccare un'altra risposta: in questi casi l'equipaggio decide autonomamente o si consulta con chi a terra deve gestire le questioni organizzative?

il rientro da dove si è decollati è la procedura base prevista, una diversion crea assai più problemi operativi a tutte le parti coinvolte.
Credimi, l’utilizzo di squadra e righello per calcolare le distanze più convenienti è una last option.
 
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Final Report ANSV da AvHerald, cowboys colpevoli:

On Oct 2nd 2025 Italy's ANSV released their final report concluding the probable causes of the accident were:

The aircraft damage was caused by the hail encounter, occurred due to the delayed decision of the crew to deviate from the planned flight path. The lack of CVR recordings hampered the depth of the human factor analysis. However, the inadequate usage of all the information about the weather phenomena along the flight route, possibly available to the dispatcher and to the crew, contributed the event to occur.
full report at https://avherald.com/h?article=50c2c44a&opt=0
 

Volo Milano-New York colpito dalla grandine, il rapporto finale: «Radar meteo di bordo vecchio e i piloti hanno deviato troppo tardi»​

di Leonard Berberi

Gli esperti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) raccontano in 55 pagine perché si è verificato l’incidente e cosa non è stato fatto per evitarlo. E citano anche il cambiamento climatico

Il volo Delta Air Lines Milano-New York atterrato in emergenza a Roma Fiumicino, il 24 luglio 2023, poteva evitare la grandinata che l’ha colpito poco dopo il decollo e che ha quasi disintegrato il muso dell’aereo. Se solo i piloti avessero deviato prima, cosa che non hanno fatto pur avendo le informazioni necessarie. E se non ci fosse stata «una qualche forma di pressione operativa» a proseguire senza le dovute variazioni, anche partendo più tardi. Raramente una relazione d’inchiesta è così esplicita, ma è quanto si legge nel documento di 55 pagine dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), l’autorità italiana che ha indagato sull’incidente.

A bordo​

L’incidente per fortuna non ha causato vittime o feriti. Ma già nelle ore successive aveva fatto sollevare diverse critiche da parte di comandanti e primi ufficiali, soprattutto europei, come ha raccontato il Corriere ai tempi. Critiche che, oltre due anni dopo, trovano conferma nell’inchiesta dell’Ansv. Ma come sono andate le cose? Il velivolo, un Boeing 767-300 statunitense, alle 12:52 di quel 24 luglio 2023, decolla da Malpensa con destinazione lo scalo «JFK». A bordo ci sono 226 persone: 214 passeggeri, 4 piloti, 8 assistenti di volo.

Cosa è successo in pista​

La decisione di decollare è curiosa. Appena quattro minuti prima un Airbus di easyJet aveva deciso di rimandare la partenza. Il motivo? L’analisi dei dati meteo, compresi quelli forniti dal radar di bordo, aveva spinto i piloti della low cost europea a non considerare «sicura» l’area attorno all’aeroporto: poco a ovest c’era un temporale e nel cuore della perturbazione erano stati notati grandine e fulmini.

Il decollo​

Il volo Delta Air Lines 185 decolla comunque, lasciando la pista in direzione Nord. Negli stessi istanti, le carte meteo evidenziano non solo che il temporale si è intensificato, ma anche che i chicchi di grandine sono diventati più importanti, raggiungendo i 5 centimetri di diametro. Alle 12:58, mette nero su bianco la relazione d’inchiesta italiana, il velivolo americano incontra «un intenso fenomeno meteorologico di grandine» che causa «numerosi danneggiamenti».

I danni​

La grandine danneggia il muso e l’antenna radar che si trova all’interno, parte delle ali e dei motori, «buca» uno dei finestrini sul lato del copilota, ammacca uno stabilizzatore, frantuma alcune luci esterne. Non potendo proseguire, l’equipaggio decide di dirigersi verso Roma Fiumicino per un atterraggio precauzionale, che avviene alle 13:55 senza ulteriori problemi. Ma tra la perplessità dei controllori di volo che più volte, si legge nel documento, dicono ai piloti americani che Malpensa è più vicino.

I dialoghi​

Ore 12:58:04 Piloti: «Qui Delta 185, richiesta immediata virata a sinistra per evitare...».
(forte rumore dovuto presumibilmente alla grandine, annotano gli investigatori)
12:58:08 Controllori del centro di Linate: «Delta 185, evitate a vostra discrezione».
12:58:11 Piloti: «(incomprensibile) confermate Delta 185?»
(rumore forte)
12:58:14 Controllori del centro di Linate: «Sì, signore».
13:02:07 Piloti: «Milano, Delta 185?»
13:02:09 Controllori del centro di Linate: «Diteci!»
13:02:11 Piloti: «Turbolenza severa e grandine, stiamo per rientrare a Milano (incomprensibile)».
13:02:19 Controllori del centro di Linate: «Delta 185, confermate che volete rientrare a Milano Malpensa?»
13:02:22 Piloti: «Attendete, dobbiamo (incomprensibile) abbiamo contattato il dispatch manutenzione».
13:04:58 Piloti: «Richiesta rientro a Milano Malpensa e discesa».
13:05:05 Controllori del centro di Linate: «Ok Delta 185, scendete a livello 200» (cioè 20 mila piedi, circa 6.100 metri di quota).
13:05:22 Piloti: «Delta 185 richiede livello 100 a causa di parabrezza incrinato».

Il cambio di piani​

Ma poco meno di un minuto dopo dalla cabina del volo americano cambiano idea.
13:06:12 Piloti: «(...) Stiamo parlando con la compagnia al telefono e forse rientriamo su un altro aeroporto, richiediamo livello 200 per ora fino a quando avremo deciso l’aeroporto di deviazione».
13:07:50 Controllori del centro di Linate: «Delta 185, quando siete pronti riferite le vostre intenzioni, grazie».
13:13:11 Piloti: «Richiesta vettori per Roma Fiumicino».
13:13:22 Controllori del centro di Linate: «Ok… avete bisogno di assistenza particolare?»
13:13:25 Piloti: «Non questa volta».
13:14:31 Piloti: «Dichiariamo emergenza in questo momento, ehm… possibile danno a (incomprensibile) vogliamo proseguire per Roma Fiumicino e… con (incomprensibile) atterraggio e vorremmo avere i vigili del fuoco pronti in arrivo».
13:15:21 Controllori del centro di Linate: «Ok… Malpensa è più vicina di Fiumicino, volete comunque andare a Fiumicino?»
13:15:26 Piloti: «Affermativo! Diretto Fiumicino… confermate?»
13:15:28 Controllori del centro di Linate: «Ok… per Fiumicino va bene, ma Malpensa è più vicina… volete andare comunque a Fiumicino?»
13:15:36 Piloti: «Affermativo!».

Perché verso Fiumicino​

La comunicazione viene poi passata agli uomini radar di Roma che controllano un’ampia porzione dell’Italia centrale. La discesa lungo una della piste di Fiumicino, annotano gli investigatori, avviene alle 13:55:07, «quando il peso complessivo dell’aeromobile era di 170.841 chilogrammi, oltre il massimo consentito per l’atterraggio». Perché Fiumicino? «Per le migliori condizioni meteo lungo la rotta e per possibili considerazioni logistiche relative alla successiva manutenzione e alla riprotezione dei passeggeri», si legge.

La situazione meteo​

Nelle sue osservazioni, il rapporto sostiene che «la situazione meteorologica disponibile mostrava instabilità, ma nulla da impedire il decollo, soprattutto considerando che diversi aeromobili erano partiti e atterrati prima e dopo del Delta 185». «Tuttavia — precisa — nessuno di essi si era diretto verso Ovest o Sud-Ovest dopo il decollo. Tutti erano diretti verso Nord, Nord-Est. D’altra parte, le immagini radar satellitari mostravano un’alta probabilità di incontrare un fenomeno meteorologico intenso» a Ovest, Sud-Ovest.

Troppo tardi per deviare​

E ancora: l’equipaggio aveva ottenuto informazioni meteo parziali. Il briefing pre-volo non includeva le immagini satellitari disponibili tramite l’applicazione di bordo. E anche il radar meteo di bordo presentava dei limiti: il modello non consentiva di riconoscere in tempo la grandine, che è stata individuata solo quando ormai l’aereo si trovava a 14,5 miglia nautiche dal fenomeno. E i piloti hanno preso una decisione tardiva sulla deviazione: hanno richiesto di cambiare rotta quando ormai l’impatto con la cella temporalesca era inevitabile.

«Pressione operativa»​

Secondo l’Ansv la scelta di decollare senza ulteriori verifiche potrebbe essere stata influenzata dalla regolarità dei decolli precedenti e «qualche forma di pressione operativa». Ma «la mancanza delle registrazioni del CVR (la scatola nera che memorizza le tracce audio della cabina di pilotaggio, ndr) ha ostacolato la possibilità di verificare questa ipotesi». I file audio infatti sono stati sovrascritti dopo l’atterraggio.

Gli interventi di Delta​

Delta ha successivamente emesso una newsletter interna sottolineando l’importanza di evitare fenomeni convettivi e ha avviato l’aggiornamento della flotta 757/767 con radar meteo dotati di funzionalità predittive per la grandine. «Nel luglio 2025 circa il 31% della flotta era aggiornata. La data di completamento prevista è aprile 2027». L’Ansv «non ritiene necessario emanare raccomandazioni di sicurezza» e inserisce l’evento «nel contesto più ampio dei cambiamenti climatici, che stanno aumentando frequenza e intensità dei fenomeni meteorologici estremi con impatto diretto sulla sicurezza del volo».

La replica​

«Delta ha collaborato pienamente a questa indagine e ringrazia l’Ansv per la sua competenza», spiega via e-mail al Corriere un portavoce della compagnia aerea. «Sebbene questi episodi siano rari — prosegue —, Delta è impegnata a rendere ancora più sicura la modalità di viaggio più sicura al mondo».

 

Volo Milano-New York colpito dalla grandine, il rapporto finale: «Radar meteo di bordo vecchio e i piloti hanno deviato troppo tardi»​

di Leonard Berberi

Gli esperti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) raccontano in 55 pagine perché si è verificato l’incidente e cosa non è stato fatto per evitarlo. E citano anche il cambiamento climatico

Il volo Delta Air Lines Milano-New York atterrato in emergenza a Roma Fiumicino, il 24 luglio 2023, poteva evitare la grandinata che l’ha colpito poco dopo il decollo e che ha quasi disintegrato il muso dell’aereo. Se solo i piloti avessero deviato prima, cosa che non hanno fatto pur avendo le informazioni necessarie. E se non ci fosse stata «una qualche forma di pressione operativa» a proseguire senza le dovute variazioni, anche partendo più tardi. Raramente una relazione d’inchiesta è così esplicita, ma è quanto si legge nel documento di 55 pagine dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), l’autorità italiana che ha indagato sull’incidente.

A bordo​

L’incidente per fortuna non ha causato vittime o feriti. Ma già nelle ore successive aveva fatto sollevare diverse critiche da parte di comandanti e primi ufficiali, soprattutto europei, come ha raccontato il Corriere ai tempi. Critiche che, oltre due anni dopo, trovano conferma nell’inchiesta dell’Ansv. Ma come sono andate le cose? Il velivolo, un Boeing 767-300 statunitense, alle 12:52 di quel 24 luglio 2023, decolla da Malpensa con destinazione lo scalo «JFK». A bordo ci sono 226 persone: 214 passeggeri, 4 piloti, 8 assistenti di volo.

Cosa è successo in pista​

La decisione di decollare è curiosa. Appena quattro minuti prima un Airbus di easyJet aveva deciso di rimandare la partenza. Il motivo? L’analisi dei dati meteo, compresi quelli forniti dal radar di bordo, aveva spinto i piloti della low cost europea a non considerare «sicura» l’area attorno all’aeroporto: poco a ovest c’era un temporale e nel cuore della perturbazione erano stati notati grandine e fulmini.

Il decollo​

Il volo Delta Air Lines 185 decolla comunque, lasciando la pista in direzione Nord. Negli stessi istanti, le carte meteo evidenziano non solo che il temporale si è intensificato, ma anche che i chicchi di grandine sono diventati più importanti, raggiungendo i 5 centimetri di diametro. Alle 12:58, mette nero su bianco la relazione d’inchiesta italiana, il velivolo americano incontra «un intenso fenomeno meteorologico di grandine» che causa «numerosi danneggiamenti».

I danni​

La grandine danneggia il muso e l’antenna radar che si trova all’interno, parte delle ali e dei motori, «buca» uno dei finestrini sul lato del copilota, ammacca uno stabilizzatore, frantuma alcune luci esterne. Non potendo proseguire, l’equipaggio decide di dirigersi verso Roma Fiumicino per un atterraggio precauzionale, che avviene alle 13:55 senza ulteriori problemi. Ma tra la perplessità dei controllori di volo che più volte, si legge nel documento, dicono ai piloti americani che Malpensa è più vicino.

I dialoghi​

Ore 12:58:04 Piloti: «Qui Delta 185, richiesta immediata virata a sinistra per evitare...».
(forte rumore dovuto presumibilmente alla grandine, annotano gli investigatori)
12:58:08 Controllori del centro di Linate: «Delta 185, evitate a vostra discrezione».
12:58:11 Piloti: «(incomprensibile) confermate Delta 185?»
(rumore forte)
12:58:14 Controllori del centro di Linate: «Sì, signore».
13:02:07 Piloti: «Milano, Delta 185?»
13:02:09 Controllori del centro di Linate: «Diteci!»
13:02:11 Piloti: «Turbolenza severa e grandine, stiamo per rientrare a Milano (incomprensibile)».
13:02:19 Controllori del centro di Linate: «Delta 185, confermate che volete rientrare a Milano Malpensa?»
13:02:22 Piloti: «Attendete, dobbiamo (incomprensibile) abbiamo contattato il dispatch manutenzione».
13:04:58 Piloti: «Richiesta rientro a Milano Malpensa e discesa».
13:05:05 Controllori del centro di Linate: «Ok Delta 185, scendete a livello 200» (cioè 20 mila piedi, circa 6.100 metri di quota).
13:05:22 Piloti: «Delta 185 richiede livello 100 a causa di parabrezza incrinato».

Il cambio di piani​

Ma poco meno di un minuto dopo dalla cabina del volo americano cambiano idea.
13:06:12 Piloti: «(...) Stiamo parlando con la compagnia al telefono e forse rientriamo su un altro aeroporto, richiediamo livello 200 per ora fino a quando avremo deciso l’aeroporto di deviazione».
13:07:50 Controllori del centro di Linate: «Delta 185, quando siete pronti riferite le vostre intenzioni, grazie».
13:13:11 Piloti: «Richiesta vettori per Roma Fiumicino».
13:13:22 Controllori del centro di Linate: «Ok… avete bisogno di assistenza particolare?»
13:13:25 Piloti: «Non questa volta».
13:14:31 Piloti: «Dichiariamo emergenza in questo momento, ehm… possibile danno a (incomprensibile) vogliamo proseguire per Roma Fiumicino e… con (incomprensibile) atterraggio e vorremmo avere i vigili del fuoco pronti in arrivo».
13:15:21 Controllori del centro di Linate: «Ok… Malpensa è più vicina di Fiumicino, volete comunque andare a Fiumicino?»
13:15:26 Piloti: «Affermativo! Diretto Fiumicino… confermate?»
13:15:28 Controllori del centro di Linate: «Ok… per Fiumicino va bene, ma Malpensa è più vicina… volete andare comunque a Fiumicino?»
13:15:36 Piloti: «Affermativo!».

Perché verso Fiumicino​

La comunicazione viene poi passata agli uomini radar di Roma che controllano un’ampia porzione dell’Italia centrale. La discesa lungo una della piste di Fiumicino, annotano gli investigatori, avviene alle 13:55:07, «quando il peso complessivo dell’aeromobile era di 170.841 chilogrammi, oltre il massimo consentito per l’atterraggio». Perché Fiumicino? «Per le migliori condizioni meteo lungo la rotta e per possibili considerazioni logistiche relative alla successiva manutenzione e alla riprotezione dei passeggeri», si legge.

La situazione meteo​

Nelle sue osservazioni, il rapporto sostiene che «la situazione meteorologica disponibile mostrava instabilità, ma nulla da impedire il decollo, soprattutto considerando che diversi aeromobili erano partiti e atterrati prima e dopo del Delta 185». «Tuttavia — precisa — nessuno di essi si era diretto verso Ovest o Sud-Ovest dopo il decollo. Tutti erano diretti verso Nord, Nord-Est. D’altra parte, le immagini radar satellitari mostravano un’alta probabilità di incontrare un fenomeno meteorologico intenso» a Ovest, Sud-Ovest.

Troppo tardi per deviare​

E ancora: l’equipaggio aveva ottenuto informazioni meteo parziali. Il briefing pre-volo non includeva le immagini satellitari disponibili tramite l’applicazione di bordo. E anche il radar meteo di bordo presentava dei limiti: il modello non consentiva di riconoscere in tempo la grandine, che è stata individuata solo quando ormai l’aereo si trovava a 14,5 miglia nautiche dal fenomeno. E i piloti hanno preso una decisione tardiva sulla deviazione: hanno richiesto di cambiare rotta quando ormai l’impatto con la cella temporalesca era inevitabile.

«Pressione operativa»​

Secondo l’Ansv la scelta di decollare senza ulteriori verifiche potrebbe essere stata influenzata dalla regolarità dei decolli precedenti e «qualche forma di pressione operativa». Ma «la mancanza delle registrazioni del CVR (la scatola nera che memorizza le tracce audio della cabina di pilotaggio, ndr) ha ostacolato la possibilità di verificare questa ipotesi». I file audio infatti sono stati sovrascritti dopo l’atterraggio.

Gli interventi di Delta​

Delta ha successivamente emesso una newsletter interna sottolineando l’importanza di evitare fenomeni convettivi e ha avviato l’aggiornamento della flotta 757/767 con radar meteo dotati di funzionalità predittive per la grandine. «Nel luglio 2025 circa il 31% della flotta era aggiornata. La data di completamento prevista è aprile 2027». L’Ansv «non ritiene necessario emanare raccomandazioni di sicurezza» e inserisce l’evento «nel contesto più ampio dei cambiamenti climatici, che stanno aumentando frequenza e intensità dei fenomeni meteorologici estremi con impatto diretto sulla sicurezza del volo».

La replica​

«Delta ha collaborato pienamente a questa indagine e ringrazia l’Ansv per la sua competenza», spiega via e-mail al Corriere un portavoce della compagnia aerea. «Sebbene questi episodi siano rari — prosegue —, Delta è impegnata a rendere ancora più sicura la modalità di viaggio più sicura al mondo».

La traduzione dello scambio ATC - DL rende imbarazzante l’intero articolo