Sappiamo tutti cosa è successo: un giorno di tanti anni fa è successo qualcosa che non doveva succedere e che non si poteva raccontare, perché evidentemente era troppo pericoloso.
Una battaglia aerea tra i nemici del tempo, o un’esercitazione dei nostri alleati finita male, un atto di guerra vero e proprio da parte di un vicino “stato canaglia”, una bomba messa a bordo da qualcuno che voleva spiegare qualcosa a un governo magari un po’ troppo distratto; insomma in ogni caso la verità sarebbe stata troppo pericolosa.
Dopo trent’anni, oggi quella verità non sarebbe più pericolosa, ma è troppo tardi: le prove sono scomparse, per il tempo, il caso, l’azione determinata di alcuni; i testimoni in alcuni casi sono morti, e così via…
Non è un’esclusiva italiana, e quindi possiamo evitare di crogiolarci nel nostro atavico spirito autodiffamatorio, ma questo ovviamente non migliora le cose.
Non so, forse arriva un punto nel quale bisognerebbe accettare la prescrizione, forse è l’unico modo per scoprire ancora qualcosa, se c’è ancora qualcosa da scoprire, e passare dalle aule di tribunale a quelle dei corsi di storia: per chi è rimasto, gli amici, i parenti, è duro da accettare, ma queste indagini infinite mi paiono solo formali, un esercizio di necrofilia inutile, forse addirittura peggio dell’oblio.