Agli occhi della signora in effetti, la scenetta dev'essere stata comica !
Non credo però che in questo specifico episodio, Ryanair abbia manifestato un comportamento poco comprensibile.
Il consegnare o meno l'infant life vest in aggiunta alla cintura, è semplicemente una scelta che la singola compagnia fa, nel momento in cui redige quelle che sono le proprie procedure.
Alcune stabiliscono che i giubbotti vadano sempre consegnati insieme alle cinture, molte altre no. E che l'eventuale distribuzione debba essere fatta durante la preparazione della cabina all'ammaraggio, conducendo gli infant nel galley lontano dagli occhi dei passeggeri, prendendo il life vest, gonfiandolo e mettendolo loro addosso, riportandoli poi dai genitori. Questo per evitare che, sentendo il rumore della cartuccia, in un momento di per sè già abbastanza confuso inizino tutti a gonfiare il loro, rendendolo così inutilizzabile.
Scelte aziendali, filosofie differenti.
E non è nemmeno sbagliato, ciò che la signora in questione sembra aver capito di quanto l'av le ha spiegato. In un'ipotetica situazione nella quale non ci sia nemmeno il tempo per preparare almeno un minimo la cabina (si sta andando giù all'improvviso come dei sassi), dubito che un genitore, anche avesse quest'oggetto tra le mani, riuscirebbe a trovare quello di aprirlo, gonfiarlo, slacciare il bambino, farglielo indossare e cinturarlo nuovamente.
Per non parlare della lucidità necessaria. Oltre che della scarsa utilità nello specifico contesto, di questa precauzione.
Personalmente, ritengo più funzionale la scelta di non distribuire i giubbotti all'imbarco, per alcune ragioni pratiche:
1) Infilati nella tasca per tutto il volo, tra giochini, pannolini e ammennicoli vari, sono un impiccio. Lo spazio è esiguo, un bimbo in braccio ne occupa la meta ... noto che "sto coso" in mezzo alle scatole, alla lunga dà fastidio.
2) Tra il mettere e togliere, e i bambini che puntualmente ci giocano, i giubbotti si rovinano e vanno sostutuiti più spesso. Tralasciando il costo, fuori base questo può essere un problema. Esistono le scorte (6, 10, 15, dipende dall'aereo), ma una volta utilizzate vengono chiaramente intaccate, e teoricamente non è così semplice essere in regola per poter ripartire.
3) Nella confusione dello sbarco, ci si deve sempre ricordare il viso a cui si è dato, e riuscire a controllare con discrezione cosa ha addosso mentre scende. Nulla di più usuale infatti del non trovarlo poi più nella tasca (anche solo per semplice disattenzione mentre si raccolgono i propri oggetti). Anche qui, vale il discorso delle scorte.
4) La più importante, la gente si spaventa.
Sta andando in vacanza, sta salendo su un mezzo che già di suo la rende spesso inquieta ... trovarsi quest'oggetto tra le mani e averlo davanti agli occhi per tutto il viaggio, richiama alla mente scenari poco rassicuranti. Mi è sempre sembrato inutile caricarla di una simile ansia, per un oggetto che nel 99,99 % dei casi non dovrà utilizzare. Lasciamola godersi il viaggio serena ... se mai dovrà verificarsi la necessità del giubbotto, ci sarà qualcuno pronto a darglielo.
@ I-VALE
No, queste non sono mai scelte del crew. Le procedure di compagnia sono un aspetto seguito con estremo rigore dagli equipaggi. Le si può trovare poco pratiche, discutibili a volte rispetto a quelle di altre aziende, ma non ci si può mai esimere dall'applicarle. Salvo circostanze eccezionali, valutate sempre e solo dal comandante.