io rispondo a "VALE" solo più con questo...cmq ci tengo a precisare che rispetto le tue idee..e poi ci sentiamo più avanti..
L’aeroporto si riempie e attendono nuovi voli
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LEVALDIGI
C’erano 150 passeggeri, ieri mattina, ad attendere il volo per la Romania. Quattro i collegamenti settimanali, a cui si dovrebbero aggiungere presto le tratte di linea per Roma (con la continuità territoriale, cioè tariffe contenute grazie ai fondi statali). E le mete «quasi» concretizzate: Tirana e Marocco, quindi Parigi, Londra, Madrid, dopo l’accordo con Ryan Air, una delle principali compagnie low cost (biglietti a basso costo). Poi i voli estivi: i cinque ad agosto con Alpitour per Creta e Ibiza, l’Air Vallée per Olbia. Levaldigi, diventato l’«aeroporto senz’ali» (senza voli di linea da maggio 2005), sembra davvero intenzionato a «tornare a volare». «Siamo fiduciosi - ha detto ieri Giampiero Pepino, presidente della società di gestione, durante la giornata di “porte aperte” con giornalisti e qualche curioso -, ma aspettiamo di formalizzare. Anche la situazione finanziaria migliora».
Aeromobili parcheggiati
In attesa di tutti i voli auspicati e, soprattutto, del Boeing 737-400 decollato da Bucarest, ieri mattina hanno destato curiosità i piccoli aerei «parcheggiati» sul piazzale della pista. Mezzi privati: dal piccolo aeromobile pilotato da Giovanni Monetti (consigliere d’amministrazione dello scalo) a quello dell’Aeroclub, dall’elisoccorso del 118 all’aereo «targato» San Marino, che pare sia spesso utilizzato dall’industriale albese Ferrero. Mancava, invece, perchè in missione, l’aereo di Emergency, che ha scelto Levaldigi come base. Negli hangar, ancora, due jet da 12 posti: l’uno - fisso - di un industriale americano, diretto a New York, e l’altro, dato in affitto. «Rimanere nel nostro hangar - dicono in aeroporto - costa 5 mila euro al mese». L’altro giorno è atterrato il regista Sidney Pollack, diretto al «Film Festival» di Alba. «Pilotava lui», sottolineano in pista.
Le squadre «115»
«Porte aperte» ha previsto anche una visita alla torre di controllo (che acquisirà più personale, se lo scalo salirà di grado): abilitata per aerei con piano di volo, ma anche per accogliere quelli che non ce l’hanno e avvertono dell’atterraggio a 5 miglia aeree dallo scalo (come se fosse da Saluzzo, Bra o Mondovì). Poi la simulazione proposta dai vigili del fuoco, con la supervisione del perito Gianni Mariano: è scattato l’allarme in tutto lo scalo, ipotizzando l’incendio di un aereo, e dalla caserma (a bordo pista) sono usciti tre mezzi, compresa la nuovissima autobotte che raggiunge da ferma gli 80 km l’ora in una manciata di secondi. Una dotazione all’avanguardia per il contingente di stanza - sempre - a Levaldigi: perchè l’aeroporto sia aperto bisogna che ci sia il «115». Un organico previsto di 73 persone (ma non è completo), pagate dal ministero, che devono agire solo nel perimetro dello scalo. Lo impone la normativa nazionale.
«Ryan Air sta definendo il quadro operativo. A maggio avremo un ventaglio di proposte verso le capitali europee». Lo ha detto Giampietro Pepino, presidente della Geac (società di gestone dello scalo), che ha aggiunto: «Abbiamo avuto un incontro con una delegazione svedese, insieme ad Atl Alba, Terre dei Savoia e un tour operator di Dronero, per concordare voli charter».