I tour operator in fuga da Alitalia
Perso il 30% dei pacchetti turistici. Le agenzie scelgono le low cost
E´ ancora forte il mercato americano, ma Iberia sta crescendo
FULVIO TOTARO
ROMA - La crisi di Alitalia non mette a rischio le vacanze degli italiani, ma sono diminuiti i turisti che partono con la compagnia di bandiera. La diffusione delle "low cost" e la concorrenza aggressiva di molte compagnie straniere hanno dato la possibilità ai tour operator e alle agenzie viaggi di trovare soluzioni alternative e spesso più convenienti e oggi, per chi deve organizzare i viaggi, i voli Alitalia non sono più la prima opzione. Nonostante le incertezze sul futuro della compagnia infatti, l´annunciata riduzione delle rotte «non sarà traumatica per il settore», spiega Giuseppe Boscoscuro, presidente dell´Astoi, l´associazione dei tour operator italiani.
I voli di linea ormai non coprono più del 30% dei pacchetti turistici che sono ogni anno 8 milioni e mezzo, spiega Boscoscuro. Più della metà dei viaggiatori utilizza voli charter; il 20% viaggia in Italia dove sono cresciute le compagnie come AirOne o Wind Jet e solo il 25%, circa 1,8 milioni di persone, sceglie voli di linea per i viaggi di medio e lungo raggio all´estero. Alitalia copre il 30% circa di questi viaggi. I voli della compagnia di bandiera italiana oggi sono utilizzati prevalentemente per i pacchetti viaggio verso gli Stati Uniti e il Sud America, dove però è cresciuta la presenza di Iberia, la compagnia di bandiera spagnola. L´Alitalia non copre l´Australia, non va più nel "far east", in Asia, e solo ora riprenderà la rotta per Los Angeles, nella west coast degli Stati Uniti. Ma per questa destinazione i tour operator si sono ormai affidati ad altre compagnie che garantiscono maggiore operatività con voli plurigiornalieri, spiega il presidente dell´Astoi: anche quando riprenderà il collegamento con Los Angeles, «difficilmente il tour operator lascerà il suo attuale fornitore».
In Europa invece il mercato si è progressivamente spostato sulle compagnie low cost come Ryanair e Easy Jet. «Per noi l´Alitalia non ha più un ruolo importante per quello che riguarda i viaggi all´estero» chiarisce il presidente dei tour operator. «Se una coppia di Treviso vuole andare a Los Angeles - è l´esempio di Boscoscuro – per viaggiare con Alitalia deve arrivare in macchina a Malpensa (e pagare il parcheggio) oppure in treno fino a Milano e poi da lì all´aeroporto, ma è più agevole prendere un volo da Treviso per Londra o un´altra capitale europea e da lì arrivare negli Stati Uniti». Lo stesso esempio si potrebbe fare per chi parte da Pisa. Tra l´avanzata delle low cost e la progressiva riduzione delle rotte, spiega Boscoscuro, l´Alitalia ha ridotto del 30% la sua presenza nei pacchetti vacanze. Ma i voli che saranno cancellati con il piano estivo non preoccupano i tour operator, perché «non coprono destinazioni turistiche di grande richiamo: non ci saranno per noi grossi traumi» ribadisce Boscoscuro, anche perché c´è una concorrenza aggressiva da parte delle compagnie di bandiera locali, come Thai e Singapore Airlines. «Sarebbe un problema molto più grave se Alitalia tagliasse i voli verso gli Stati Uniti».
La compagnia di bandiera «non era competitiva sulle rotte che ha cancellato» conferma Antonio Tozzi, della Fiavet, la Federazione delle associazioni delle imprese di viaggio: «Si tratta di destinazioni di nicchia, le cancellazioni non avranno un impatto negativo per le agenzie». Invece lo spostamento di alcune rotte a Fiumicino potrebbe avere dei risvolti positivi, sottolinea Tozzi: «I viaggiatori del centro e del sud Italia non saranno più costretti ad arrivare a Malpensa, per un volo internazionale». (La Repubblica)
CIAO
_goa