Pronta un´offerta del colosso "Corporation America", per guidare il Colombo e farne un super scalo low cost
Aeroporto, il pressing argentino
E per il nuovo stadio a Sestri Ponente arrivano 200 milioni
Il decollo del "Colombo" passa attraverso due mosse: l´apertura a un "socio di mestiere" e il via libera al trasferimento dell´aerostazione in mare, così come indicato nell´Affresco di Renzo Piano. Sul tavolo del presidente dell´authority Giovanni Novi (azionista di maggioranza con il 60% delle azioni) sono arrivate in questi ultimi mesi parecchie manifestazioni d´interessi: fondi, banchi, grandi gruppi internazionali specializzati nel business. E proprio su quest´ultima realtà si è focalizzata l´attenzione di Palazzo San Giorgio che avrebbe ricevuto un´offerta anche dal colosso argentino "Corporation America", che gestisce ventisei aeroporti. Sul fronte societario, pressing sul sindaco Pericu perché (il 30 maggio, dopo aver lasciato Tursi) entri nel Cda con la delega all´aerostazione di Piano. E sul fronte stadio nuovo a Sestri, arrivano i soldi: duecento milioni da un fondo di investimento olandese.
"Corporation America", gruppo internazionale che gestisce ventisei scali, vuole entrare nella società
Il Sud America atterra al "Colombo" pronta l´offerta del gigante argentino
il modello Il punto di riferimento è Bergamo, diventato grande (oltre 5 milioni di passeggeri) con i voli low cost
la strategia Ingresso del socio di mestiere e pressing su Pericu perché entri nel consiglio con delega al progetto di Piano
MASSIMO MINELLA
E adesso, con l´amico argentino, il Colombo prova davvero a volare. A fine mese, l´assemblea dei soci coglierà l´occasione del rinnovo del consiglio di amministrazione per mettere a punto il piano di rilancio dell´aeroporto di Genova. La strategia è decisa e, secondo quanto risulta a Repubblica, passa per due strade obbligate: l´ingresso di un "socio di mestiere" nel capitale azionario e il via libera alla nuova aerostazione disegnata da Renzo Piano. Nel primo caso l´ipotesi più accreditata è quella del coinvolgimento di un colosso internazionale del settore aeroportuale, la "Corporation America", gruppo argentino presente in ventisei aeroporti. Nel secondo, invece, il decollo dell´Affresco dei cieli avverrebbe attraverso l´ingresso in consiglio di Beppe Pericu, che all´assemblea dei soci (30 maggio) sarà già ex sindaco. Se queste due indiscrezioni troveranno conferma nei prossimi giorni, saremo di fronte ad altrettanti passaggi in grado di cambiare anima e cuore di un aeroporto alla ricerca di una svolta profonda. Così avrebbe deciso l´azionista di maggioranza, l´autorità portuale, titolare del 60 per cento del capitale (il rimanente 40 è diviso fra Camera di Commercio, 25, e Aeroporti di Roma, 15) al termine di un lavoro silenzioso, che va avanti da tempo e che punta sul rinnovamento. L´offerta presentata dal presidente Novi al sindaco Pericu va proprio in questa direzione. Da sempre convinto sostenitore dell´Affresco, Pericu ha più volte sottolineato quanto importante sia la costruzione del nuovo aeroporto per il porto e più in generale per la città. Poter mettere sul mercato un progetto di questo tipo, che già ha raccolto importanti manifestazioni d´interesse, può diventare il paradigma di una città nuova, che non ha paura di osare, e che crede che il suo aeroporto possa realmente decollare. Lì, in mezzo al mare, e non nel Basso Piemonte, come qualcuno vorrebbe. Liberando nel contempo un enorme spazio da mettere a disposizione del porto, con la vecchia pista che diventa banchina (dopo opportuni interventi di restyling).
Chiaro che a sostegno di una tesi che, com´è noto, non gode al momento di consensi molto vasti, serve una nuova strategia commerciale. Perché sarebbe folle pensare di investire due miliardi di euro (costo stimato della nuova aerostazione) e poi trovarsi con un aeroporto che movimenta un milione di passeggeri. Un simile progetto va sostenuto solo a condizione che si creda possibile il rilancio dei traffici. Altrimenti, tanto vale lasciare tutto come adesso, godendo di un bell´aeropoto facile da raggiungere, che non dà mai problemi di parcheggio e non crea alcun tipo di stress da eccesso di voli. E qui scatta la seconda parte del ragionamento che punta a cambiare l´assetto azionario della società aeroportuale, aprendosi a un "socio di mestiere". Da tempo, Aeroporti di Roma, titolare del 15% del capitale (acquistato a suo tempo da Alitalia) ha manifestato l´intenzione di vendere la sua quota. E l´opinione non pare cambiata nemmeno con l´ultima proprietà che ha messo a capo di Adr una figura molto nota anche nell´ambito genovese, Fabrizio Palenzona, alessandrino, presidente dell´Aiscat. Quella quota diventa strategica per l´operazione rilancio. Non a caso, negli ultimi mesi, il presidente dell´authority Novi ha già ricevuto offerte di particolare interesse. A lui si sono rivolti fondi, banche, ma anche grandi gruppi internazionali interessati a scommettere su Genova. Fra cui, appunto, "Corporation America" che potrebbe diventare il partner scelto per l´operazione rilancio. Da anni ancorato al milione di passeggeri, infatti, il "Colombo" veleggia ormai attorno alla ventesima posizione nazionale, scavalcato da concorrenti che, solo una manciata di anni fa, gli stavano alle spalle. I motivi? Scarso bacino d´utenza; accresciuta concorrenza degli altri scali regionali (sette nel raggio di duecento chilometri); fine delle Partecipazioni Statali e riduzione delle grandi aziende un tempo abituali clienti dell´aeroporto genovese; poca propensione dei liguri, popolazione sempre più anziana, a spostarsi in aereo. Falsità? Tutt´altro. Verità assolute. Il problema è che finora nessuno ha realmente provato a ribaltare questa situazione. Certo, più volte la società aeroportuale ha provato nuove rotte. Inseguendo con tenacia i tanti vettori che operano oggi sul mercato. Ma troppo spesso, dopo qualche mese, quei voli sono stati cancellati per scarso numero di passeggeri. Per questo la scelta della proprietà del Colombo è caduta su un "socio di mestiere", un esperto del business aeroportuale, che potrà inserire l´aeroporto genovese in una rete internazionale di voli low cost che da Genova saranno in grado di raggiungere le destinazioni del Sud Europa e dell´altra sponda del Mediterraneo. Il nuovo socio pronto a subentrare a Adr non chiederebbe la maggioranza del capitale, destinato a restare pubblico, ma vorrebbe ovviamente avere un ruolo centrale nelle scelte strategiche. E in riva al mare si potrebbe allora riproporre il modello Bergamo Orio al Serio, scalo satellite di Milano esploso con i voli low cost fino a superare lo scorso anno i cinque milioni di passeggeri
(La Repubblica - Genova)
CIAO
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