Cerco di tratare l'argomento in modo obiettivo ed invito TUTTI a non scadere nella polemica politica (io cercherò di fare lo stesso).
- si tratta del decreto legge n.
134 del
28 agosto 2008, G.U. n. 201 del 28 agosto 2008 , scadenza il 27 ottobre 2008 recante disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi ed approvato dal CdM su proposta del Pres. Consiglio, del Ministro per lo sviluppo economico, del Ministro dell'economia e finanze, del Ministro del lavoro, salute, politiche sociali di concerto con il Ministro delle infrastrutture e trasporti.
- il testo prevedeva in origine l'aumento dell'addizionale comunale sui diritti d'imbarco a due Euro. Il Governo, accortosi della mancanza di copertura finanziaria ha proposto e fatto approvare un emendamento che portava la tassa a tre Euro.
- In Senato è stata sollevata dall'opposizione una questione pregiudiziale che chiedeva la non messa al voto del DL. La questione pregiudiziale, illustrata in aula dall'ex assessore al turismo della Provincia di Torino Patrizia Bugnano, si basava sulla possibile configurazione della tassa come aiuto di stato, violazioni della normativa europea, antitrust e di diversi articoli della costituzione. La QP è stata bocciata in aula dalla maggioranza.
- Ha avuto inizio la discusisone in senato. Per chi interessa il resoconto stenografico della seduta è consultabile qui:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=16&id=315261. Preferisco non commentarla.
- L'unico a parlare dell'aumento della tassa è stato un senatore dell'opposizione. Riporto di seguito il commento. Credo che al di là della fede politica di ciscuno ogni utente di questo forum, amante dell'aviazione debba condividere queste parole:
Un'ulteriore modifica introdotta dalla Camera incontra il nostro deciso dissenso. Si tratta della disposizione che, intervenendo sull'addizionale della tassa sui diritti di imbarco, accresce i costi a carico dei cittadini, a chiara dimostrazione che il decreto-legge non era correttamente coperto. Tale aumento, che colpisce in modo indifferenziato tutti i viaggiatori in partenza dagli aeroporti italiani, rischia non solo di avere pesanti ripercussioni sul comparto turistico, ma anche di contrastare con le convenzioni e i trattati internazionali vigenti in materia di trasporto aereo e aiuti di Stato, aggravando la procedura di infrazione già in fase di valutazione a Bruxelles.
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