Corporacion America diviene primo azionista di SAT e di ADF


Aeroporto, lettera aperta di Valeria Antoni(M5S). Per la consigliera comunale “è una battaglia tutta interna al PD”

Pubblichiamo, qui di seguito, una lettera aperta della consigliera comunale di Pisa Valeria Antoni, del M5S.

“Il futuro commerciale dell’Aeroporto di Pisa è in gravissimo pericolo. Quello che per mesi il MoVimento 5 Stelle di Pisa ha cercato di far comprendere ai pisani ed al PD pisano si sta, drammaticamente, materializzando. Non è un fulmine a ciel sereno, ma le avvisaglie c’erano tutte e lo abbiamo comunicato più volte.

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha presentato una delibera di giunta con la quale vuole vendere le quote azionarie detenute dalla Regione in SAT a Corporacion America del magnate argentino Eurnekian.

Così facendo lo scalo pisano avrebbe una partecipazione privata di maggioranza e sarebbe ineluttabilmente castrato delle sue naturali potenzialità di sviluppo ed estensione, perché lo stesso privato controllerebbe anche l’Aeroporto di Firenze e punterebbe, a nostro avviso, allo sviluppo di quest’ultimo. Non vi sono, infatti, adeguati spazi commerciali per due Aeroporti Internazionali/Intercontinentali distanti appena 70 km tra di loro.

Questa è una battaglia tutta interna al Partito Democratico dove i soldi dei contribuenti sono considerati carta straccia.

L’aeroporto di Peretola avrà la sua pista da 2.400 metri parallela convergente e crescerà smisuratamente a scapito del Galilei? Il M5S crede, purtroppo, proprio di sì.

Non è (solo) una guerra di campanile, è (soprattutto) una guerra finanziaria, non è (solo) una battaglia ambientale, è (soprattutto) una guerra di azionariato e di manager che usano soldi pubblici per i loro affari privati.

I ricatti interni al PD stanno mettendo a repentaglio un intero comparto. Il controllo di infrastrutture importanti come gli aeroporti di Firenze e, soprattutto, di Pisa devono rimanere in capo alle amministrazioni pubbliche e non passare in mano ad una holding controllata da un privato che potrà beneficiare della seconda pista a Firenze realizzata con finanziamenti pubblici, il cui effetto sarà quello di depotenziare l’aeroporto di Pisa che è attualmente il nono aeroporto italiano per il numero di passeggeri e per il mercato del medio-lungo raggio.

Una politica del buon senso spingerebbe all’armonizzazione, al potenziamento dei collegamenti ferroviari da e per il capoluogo fiorentino, non si nasconderebbe dietro ad interessi economici.

NOI la campagna elettorale di Renzi non la paghiamo, se Renzi deve rispondere ad interessi privati di chi l’ha sostenuto NOI non ci stiamo! Chiediamo a tutta la cittadinanza pisana compresa quella provinciale di sostenere questa battaglia per l’aeroporto Galilei ed il potenziamento ferroviario della dorsale toscana al fine di avere una vera sinergia toscana”.

Valeria Antoni, capogruppo in Consiglio Comunale del M5S


http://www.gonews.it/2014/05/10/pis...a-battaglia-tutta-interna-al-pd/#.U3IejvldUcI
 
La contesa sugli aeroporti tra Pisa e Firenze

Comincia con una pista troppo corta e non si sa come finisce: ci sono in mezzo soldi, migliaia di lavoratori, il futuro del turismo toscano, e le solite rivalità e accuse di tradimento

Le città di Pisa e Firenze e la regione Toscana stanno litigando sul futuro dei due principali aeroporti della regione: quello di Firenze (l’Amerigo Vespucci, nella zona di Peretola) e quello di Pisa (il Galileo Galilei, nel quartiere di San Giusto). I motivi del litigio sono piuttosto complicati e si collocano in una storia di rivalità che viene da molto lontano e il cui elemento principale è la preminenza storica dell’aeroporto di Pisa su quello di Firenze, città più importante e capoluogo di regione: c’entrano gli interessi pubblici a più livelli, quelli delle due città, della regione Toscana e dell’Italia, e quelli privati dell’imprenditore argentino Eduardo Eurnekian, che con la sua società Corporacion America sta cercando di acquistare quote di maggioranza nelle società che gestiscono i due aeroporti.

Il motivo dell’evoluzione di una vecchia tensione è il timore dei pisani che se Corporacion America dovesse riuscire a comprare i due aeroporti, potrebbe decidere di privilegiare quello di Firenze facendo perdere rilevanza a quello di Pisa, che negli ultimi anni è cresciuto ulteriormente soprattutto grazie al traffico aereo garantito dalle compagnie low cost. Pisa e Firenze hanno due aeroporti che si trovano a circa 80 chilometri di distanza l’uno dall’altro e servono, quindi, più o meno la stessa zona. Essendo molto vicini tra di loro, i due aeroporti si sono sempre fatti concorrenza, ma per diversi motivi negli ultimi anni l’aeroporto di Pisa è cresciuto molto e ha ora il doppio del traffico di quello di Firenze: soprattutto grazie alle compagnie low cost, il traffico dell’aeroporto di Pisa è passato da 1.200.000 passeggeri nel 2000 a 4.500.000 nel 2013, cosa che ha fatto del Galileo Galilei il decimo scalo italiano per numero di passeggeri e per molti turisti l’aeroporto di riferimento per raggiungere la stessa Firenze. A discapito di Peretola.

L’aeroporto di Firenze è stato costruito in un posto un po’ sfortunato: è incastrato tra i monti, la città e l’autostrada A11 e non c’è molto spazio per allargarlo se non in direzione della piana di Prato e Sesto Fiorentino con interventi molto impegnativi. L’unica pista dell’aeroporto, costretta in questi spazi, è lunga solo 1600 metri, dimensione che limita il tipo e la dimensione di aerei che possono usarla per atterrare e decollare (nel 1997 un aereo non si fermò in tempo e finì appunto sull’autostrada adiacente). Anche il terminal dell’aeroporto di Firenze è vecchio, piccolo e poco accogliente. L’aeroporto, che nel 2000 aveva avuto un traffico di un milione e mezzo di passeggeri, nel 2013 è andato poco oltre i due milioni.


Tra i due aeroporti c’è poi una grossa differenza relativa alla proprietà. L’aeroporto di Firenze è di proprietà della società AdF, a maggioranza privata, presieduta dall’imprenditore Marco Carrai, molto amico del presidente del Consiglio Matteo Renzi (disclaimer: il precedente presidente di AdF, Vincenzo Manes, è tra i soci del Post). L’aeroporto di Pisa, invece, è gestito dalla società SAT, la cui maggioranza è controllata da un patto di sindacato tra provincia di Pisa, comune di Pisa, regione Toscana e altri soci minori, che detiene il 54 per cento della azioni della società. Un patto di sindacato è un accordo con cui diversi azionisti di una società si impegnano su alcune scelte comuni nella gestione della società stessa. Il patto che ha la maggioranza di SAT è presieduto dal sindaco di Pisa, Marco Filippeschi del PD, e ha un vincolo di scadenza nel 2016.


Nella proprietà di entrambi gli aeroporti, poi, c’è la società Corporacion America, che possiede al momento il 33,4 per cento di AdF e il 27,3 per cento di SAT. Ci arriviamo.


Ampliare l’aeroporto di Firenze

I due aeroporti di Pisa e Firenze si fanno concorrenza da diversi anni, visto che sono cresciuti con storie e caratteristiche simili, passando da essere aeroporti militari a essere aeroporti per il traffico civile nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta. A causa della sua posizione sfortunata, però, l’aeroporto di Firenze non ha potuto ampliarsi e negli anni ha perso gran parte del traffico potenziale a favore del più moderno aeroporto di Pisa. Per queste ragioni, a Firenze, da diverso tempo pensano di ingrandire il loro aeroporto, costruendo una pista più lunga che possa attirare maggiore traffico.


Se l’aeroporto di Firenze si dovesse ingrandire, però, danneggerebbe quello di Pisa, visto che i due aeroporti servono simili bacini di utenza e che parte del traffico dell’aeroporto di Pisa è diretto a Firenze. Il 23 gennaio 2014 il consiglio di amministrazione dell’aeroporto di Firenze ha approvato il piano di sviluppo per il quinquennio 2014-2019, che comprende due ipotesi di costruzione di una nuova pista che potrebbe essere lunga 2.000 o 2.400 metri, anche se per ora il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della regione Toscana, in discussione dal 2011 ma non ancora approvato in via definitiva dal Consiglio regionale, permetterebbe la costruzione di una pista non più lunga di 2.000 metri. La diversa lunghezza della pista, apparentemente tecnica, è una delle questioni per cui si sta litigando. Come ha spiegato l’Espresso:

Le proiezioni sugli effetti del nuovo piano raggelano tutti. Se oggi Pisa ha 4,5 milioni di passeggeri e Firenze 2 milioni, lo scenario al 2029 potrebbe essere completamente rovesciato. Con la pista da soli due chilometri Pisa continuerebbe la sua crescita, fermandosi a 6,4 milioni di passeggeri (più 43 per cento), mentre Firenze raddoppierebbe a 4,3 milioni. Con la pista da 2,4 chilometri Pisa rimarrebbe inchiodata più o meno ai valori di oggi (4,7 milioni di passeggeri), mentre Firenze decollerebbe arrivando a 6 milioni.


Nella vicenda si è inserito anche l’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. Lo scorso febbraio, Vito Riggio, presidente dell’ENAC, aveva detto di auspicare la costruzione della pista da 2.400 metri, poiché quella da 2.000 non permetterebbe all’aeroporto un miglioramento tale da giustificare gli investimenti necessari per l’ampliamento. Enrico Rossi, presidente della regione Toscana (nato biograficamente e politicamente nella provincia di Pisa, dove è stato sindaco di Pontedera), aveva risposto a questa ipotesi dicendo che: «La posizione della giunta regionale è di tenere ferma la lunghezza a duemila. Se ENAC insiste noi non adotteremo la variante al PIT (che appunto contiene la pianificazione relativa alla nuova pista, ndr). ENAC ha la competenza tecnica, la regione quella urbanistica».

Oltre alle questioni tecniche e urbanistiche legate all’ampliamento
dell’aeroporto di Firenze, c’è anche un problema relativo ai finanziamenti: i lavori di ampliamento costerebbero circa 240 milioni di euro, di cui circa la metà sarebbero a carico del pubblico.


Il terzo protagonista, Eduardo Eurnekian

Avere due aeroporti internazionali a 80 chilometri l’uno dall’altro che si fanno concorrenza, tuttavia, non è particolarmente efficiente: il piano aeroporti presentato dal ministro Maurizio Lupi nel gennaio 2014 prevede per questo che i due aeroporti operino a gestione unificata e non in concorrenza. Ai primi di marzo 2014, Corporacion America – società molto attiva sul fronte aeroporti e compagnie aeree, e con quote cospicue nei due aeroporti, di proprietà del controverso imprenditore argentino Eduardo Eurnekianha lanciato un’offerta pubblica d’acquisto (OPA) per ottenere la maggioranza di AdF e SAT, le società che gestiscono i due aeroporti. Lo scopo dell’OPA su entrambi gli aeroporti, ha spiegato Corporacion America, è unificare la gestione dei due scali “tramite operazioni di integrazione industriale e/o societaria”.


Il consiglio di amministrazione di SAT aveva giudicato troppo bassa l’offerta d’acquisto di 13,15 euro ad azione presentata da Corporacion America, e i soggetti pubblici che fanno parte del patto che detiene la maggioranza di SAT hanno rifiutato l’offerta. Corporacion America ha presentato allora una seconda offerta d’acquisto, che prevedeva 14,22 euro ad azione. Sulla base di una valutazione fatta dalla società di consulenza Moores Rawland, che ha indicato in una forbice compresa tra 15,78 e 18,49 euro il prezzo congruo per ogni azione di SAT, il patto di sindacato ha rifiutato anche la seconda offerta d’acquisto. La regione Toscana, tuttavia, pur facendo parte del patto che detiene la maggioranza di SAT, ha deciso autonomamente di accettare l’OPA di Corporacion America – uscendo così dal patto di sindacato. Con una delibera della giunta, la regione ha deciso di vendere il 12 per cento delle sue azioni di SAT e di rimanere nella società solo con il 5 per cento delle azioni (ora ne possiede il 16,9 per cento).


Se Corporacion America comprasse le azioni della regione, porterebbe la sua quota in SAT a circa il 40 per cento: non abbastanza per avere il controllo della società ma abbastanza per mettere in difficoltà gli altri membri del patto, che non avrebbero più il controllo della maggioranza assoluta. Per questa ragione il comune di Pisa ha fatto ricorso venerdì al tribunale di Firenze contro la vendita delle azioni della regione, chiedendo il sequestro delle azioni in suo possesso, e generando una forte protesta da parte di Corporacion America.


Chi dice cosa

Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente del patto che detiene la maggioranza delle azioni di SAT, si è detto contrario alla vendita dell’aeroporto a Corporacion America. Il timore di Filippeschi è che Corporacion America decida di puntare e investire più sull’aeroporto di Firenze, rendendo quello di Pisa marginale. Come ha spiegato Ilaria Bonuccelli sul Tirreno, c’è anche un altro rischio che Filippeschi vorrebbe evitare: quello che Corporacion America provi a fondere AdF e SAT per usare gli utili di SAT (che ha bilanci in attivo da diversi anni) per investire nell’aeroporto di Firenze. Per questa ragione Filippeschi vorrebbe che gli azionisti del patto mantenessero almeno il 34 per cento delle azioni di SAT, cosa che non darebbe a Corporacion America la maggioranza qualificata necessaria per completare operazioni straordinarie come una fusione.


Secondo Filippeschi, inoltre, sarebbe insensato investire nell’aeroporto di Firenze quando i fondi necessari per costruire la nuova pista potrebbero essere investiti nel miglioramento dei collegamenti ferroviari tra Pisa e Firenze. Attualmente, infatti, bastano circa 50 minuti di treno per percorrere gli 80 chilometri tra le due città: un efficiente servizio diretto da dentro l’aeroporto di Pisa a Firenze Santa Maria Novella è stato disattivato negli anni passati, e oggi bisogna cambiare nella stazione di Pisa centrale. Qualcuno ha osservato che i soldi che si vogliono spendere nel progetto di ampliamento fiorentino sarebbero bastati ampiamente a reintrodurre un collegamento ferroviario efficiente tra Pisa e Firenze con tempi di viaggio paragonabili a quelli tra Fiumicino e Roma o tra Malpensa e Milano, per esempio.


Enrico Rossi, presidente della regione Toscana, dice di voler vendere le azioni a Corporacion America nell’interesse della regione, che beneficerebbe da una gestione integrata dei due aeroporti. Inoltre, nella delibera della giunta regionale con cui è stata approvata la vendita delle azioni di SAT è precisato che la regione si impegnerà a far rispettare a Corporacion America il PIT che prevede la costruzione di una pista non più lunga di 2.000 metri a Firenze.


A Firenze dicono che ampliare l’aeroporto locale sarebbe importante per la città, anche in vista del fatto che la città ospiterà il G8 nel 2017. Dario Nardella, nuovo sindaco della città e già vicesindaco di Matteo Renzi, poche settimane fa aveva parlato della necessità di mettere in sicurezza l’aeroporto e di abbandonare i campanilismi che impediscono a Pisa e Firenze di gestire in modo integrato i due scali:

«La Toscana si sta giocando una grande carta che è quella dello sviluppo aeroportuale di questa regione. Vedo che Rossi è su questo tema molto determinato e c’è grande sintonia tra la Regione e il capoluogo. La città è pronta ad avere un aeroporto all’altezza delle sue aspettative. Non si tratta di fare a gara con Pisa ma si tratta semmai, insieme a Pisa, di gareggiare con tutti gli altri poli aeroportuali del paese.»


La nuova pista tuttavia sarebbe collocata completamente al di fuori del comune di Firenze, all’interno del comune di Sesto Fiorentino, che da tempo si oppone per ragioni di tutela del territorio.


Corporacion America, infine, ha accusato Filippeschi di scarsa trasparenza nella gestione dell’OPA su SAT e ha confermato di voler gestire i due scali in modo unitario, se dovesse ottenere la maggioranza di entrambe le società. A questo proposito Roberto Naldi, presidente della divisione italiana di Corporacion America, aveva detto:

«Pisa ha un’infrastruttura eccellente e confermerà la sua vocazione di aeroporto internazionale e di scalo cruciale per i voli low cost. Firenze ha invece infrastrutture carenti, avrà voli per l’Europa e l’Est Europa, con un profilo di passeggeri più elevato rispetto a Pisa. Nel 2030 potrà raggiungere i 4,5 milioni di passeggeri ma dobbiamo smetterla di parlare di due aeroporti e cominciare a pensare in un’ottica di sistema toscano, di progetti e sviluppo in totale sintonia.»


Cosa succede ora

Nei prossimi giorni il tribunale di Firenze dovrebbe decidere sul ricorso presentato da Filippeschi contro la vendita della azioni della regione Toscana a Corporacion America: intanto però sono successe delle altra cose. Con una nota pubblicata sabato, il Consiglio di amministrazione di SAT ha definito “congrua” l’offerta di 14,22 euro per azione presentata da Corporacion America, contraddicendo quindi la posizione di Filippeschi. In quanto presidente del patto, inoltre, Filippeschi ha ufficialmente diffidato la Camera di commercio di Firenze dal vendere le sue azioni di SAT, dopo che questa aveva espresso l’intenzione di aderire all’OPA: anche la Camera di commercio fa parte del patto di sindacato e possiede l’1,42 per cento di SAT.


L’OPA di Corporacion America doveva scadere il 3 giugno ma è stata prolungata lunedì fino al 17 giugno. Se Corporacion America dovesse raggiungere intanto più del 30 per cento delle azioni di SAT, l’OPA volontaria dovrebbe diventare un’OPA obbligatoria. La differenza è che con un’OPA obbligatoria l’offerente che sta cercando di acquistare la maggioranza di una società si impegna a comprare tutte le quote di minoranza, rendendo meno difficile la posizione dei soci minori che non vogliono continuare a partecipare in una società se non condividono le politiche del nuovo socio di maggioranza. Con un’OPA obbligatoria il comune di Pisa potrebbe evitare il rischio di rimanere “incastrato” in SAT, nel caso in cui Corporacion America dovesse ottenere la maggioranza delle azioni. Intanto, spiega il Corriere Fiorentino, martedì 3 giugno “il tribunale delle imprese di Firenze deciderà sul sequestro delle azioni della Regione chiesto dal Comune di Pisa per impedirne la cessione”. In un incontro con i sindacati che rappresentano i lavoratori dell’aeroporto di Pisa, infine, Corporacion America si è impegnata a non costruire a Firenze una pista più lunga di 2.000 metri: ma i lavoratori (circa 5400 coinvolti) sono comunque impegnati in questi giorni in proteste e richieste di garanzie.

http://www.ilpost.it/2014/06/02/aeroporti-firenze-pisa/
 
http://www.stamptoscana.it/articolo/toscana-cronaca/aeroporti-ricorso-pisa-respinto

Respinto il ricorso d’urgenza del Comune di Pisa contro la vendita da parte della Regione Toscana di quote Sat, la società che gestisce l’aeroporto di Pisa. La decisione è stata presa dal giudice del tribunale delle imprese di Firenze, Ludovico Delle Vergine, secondo cui l’intenzione della Regione Toscana di aderire, seppur parzialmente, all’Opa “non appare costituire violazione” del patto parasociale di Sat. La vendita è in adesione all’Opa lanciata da Corporacion America
 
infine, Corporacion America si è impegnata a non costruire a Firenze una pista più lunga di 2.000 metri: ma i lavoratori (circa 5400 coinvolti) sono comunque impegnati in questi giorni in proteste e richieste di garanzie.

bruttissima questa frase... mha!!!

non capisco quali siano i problemi dei lavoratori Pisani, se il traffico rimane costante, o anche aumenta di poco, nessuno perde il posto, al limite ci saranno meno posti di lavoro aggiuntivi. A Firenze, invece passare da 2 a 6 milioni, comporterebbe un aumento notevoli di posti di lavori diretti e dell'indotto!!!

ciauz sky3boy
 
infine, Corporacion America si è impegnata a non costruire a Firenze una pista più lunga di 2.000 metri:

frutto del ricatto pisano sicuramente.
Sempre ammesso che Renzi non decida comunque di andare avanti come un caterpilar sulla questione pista
 
infine, Corporacion America si è impegnata a non costruire a Firenze una pista più lunga di 2.000 metri: ma i lavoratori (circa 5400 coinvolti) sono comunque impegnati in questi giorni in proteste e richieste di garanzie.

bruttissima questa frase... mha!!!

non capisco quali siano i problemi dei lavoratori Pisani, se il traffico rimane costante, o anche aumenta di poco, nessuno perde il posto, al limite ci saranno meno posti di lavoro aggiuntivi. A Firenze, invece passare da 2 a 6 milioni, comporterebbe un aumento notevoli di posti di lavori diretti e dell'indotto!!!

ciauz sky3boy

Quoto in toto.
 
http://corrierefiorentino.corriere....iudice-boccia-ricorso-pisa-223327793458.shtml

Il giudice del tribunale delle imprese di Firenze, Ludovico Delle Vergine, ha emesso l’ordinanza di rigetto del ricorso d’urgenza del Comune di Pisa contro la vendita di quote della Sat, la società che gestisce l’aeroporto di Pisa, da parte della Regione Toscana. La vendita è in adesione all’Opa lanciata da Corporacion America.
L’ORDINANZA - Nell’ordinanza di rigetto contro il ricorso del Comune di Pisa il giudice Delle Vergini spiega anche che «l’intenzione della Regione Toscana di aderire, seppur parzialmente, all’Opa» di Corporacion America «non appare costituire violazione dello stipulato patto parasociale di Sat, apparendo viceversa integrare l’ipotesi di legittimo recesso» dal patto stesso. Secondo quanto appreso, il giudice ha motivato il rigetto del ricorso del Comune di Pisa anche rilevando che in base ad un articolo dello stesso patto parasociale dei soci di Sat non si può recedere dal patto, salvo che non si perseguano obiettivi di integrazione aeroportuale in base al piano industriale. Altro aspetto evidenziato dal giudice nello stesso provvedimento riguarda la fondatezza della proposta di integrazione alla base dell’Opa lanciata da Corporacion America, circostanza avvalorata dall’aumento della stessa offerta che il gruppo argentino ha annunciato nei giorni scorsi facendo salire la quota per azioni da 13,15 euro a 14,22 euro. Nel suo ricorso il Comune di Pisa chiedeva che il tribunale delle imprese di Firenze disponesse un «sequestro urgente delle quote della Sat in possesso della Regione Toscana» per evitarne la vendita.

IL SINDACO DI PISA - «Il provvedimento del giudice definisce solo un procedimento cautelare promosso dal Comune di Pisa per evitare la vendita delle azioni in recesso dal Patto parasociale di controllo di Sat impugnando la delibera della Giunta regionale 26 maggio, poi sostituita con altro atto della stessa Giunta il 30 maggio». Lo afferma in una nota il sindaco di Pisa Marco Filippeschi commentando la sentenza e spiegando che «le ragioni d’urgenza per il Comune sono venute meno dato il differimento del termine dell’Opa ottenuto da Corporacion America Italia». Tuttavia, secondo Filippeschi, «l’assunto più rilevante è che il giudice non ha affatto sposato la linea della Regione Toscana e della Camera di Commercio di Firenze secondo cui le norme sul recesso dai patti parasociali in caso di Opa obbligatoria si applicano anche all’Opa volontaria». «È confermato infatti -spiega - che l’Opa volontaria non autorizza il recesso dal patto. Il giudice ha ritenuto che la Regione possa vendere in attuazione del progetto di integrazione previsto dall’accordo per valutare la fattibilità della holding firmato il 26 febbraio 2013. Ha considerato tale accordo come fosse un compiuto progetto d’integrazione. In realtà non sono stati definiti neanche gli studi preliminari di fattibilità, che abbiamo anzi più volte sollecitato alla Regione di rendere pubblici e che la stessa non ha ancora consegnato ai sottoscrittori dell’accordo»
 
infine, Corporacion America si è impegnata a non costruire a Firenze una pista più lunga di 2.000 metri: ma i lavoratori (circa 5400 coinvolti) sono comunque impegnati in questi giorni in proteste e richieste di garanzie.

bruttissima questa frase... mha!!!

non capisco quali siano i problemi dei lavoratori Pisani, se il traffico rimane costante, o anche aumenta di poco, nessuno perde il posto, al limite ci saranno meno posti di lavoro aggiuntivi. A Firenze, invece passare da 2 a 6 milioni, comporterebbe un aumento notevoli di posti di lavori diretti e dell'indotto!!!

ciauz sky3boy

Come non condividere?
 
L’argentino Eurnekian re degli aeroporti che vuole mettere insieme i “nemici” Pisa e Firenze

GIÀ SONO PIÙ DI CINQUANTA GLI SCALI NEL PORTAFOGLIO DELLA SUA HOLDING, CORPORACIÓN AMÉRICA, E PRESTO POTREBBERO AGGIUNGERSENE ALTRI 20 IN GRECIA. IN ITALIA TENTA LA SPALLATA FINALE DOPO IL CONTESTATO ASSALTO A QUELLI TOSCANI

Buenos Aires Circola una leggenda riguardo al 'signore degli aeroporti'. Si dice che la prima pista che costruì fosse quella realizzata nel 1997 - costo un milione di dollari circa - accanto alla residenza privata di Carlos Menem, ad Anillaco nella provincia di La Rioja. Un capriccio per consentire all'allora leader argentino di raggiungere comodamente la sua villa La Rosadita (ovvio il richiamo al palazzo di Buenos Aires sede del governo) a bordo dell'aereo presidenziale Tango 01. Lui, Eduardo Eurnekian, oggi ottantunenne, seconda fortuna del paese secondo la lista Forbes, assicura di non aver mai avuto niente a che fare con quella 'pista de aterrizaje' che all'epoca suscitò aspre polemiche e ora è ridotta solo a un cumulo di sterpaglie. Ammette, questo sì, di essere stato uno dei pochi a difendere la bizzarra iniziativa dell'ex 'mandatario'. Ed è anche facile capire il perché. Fu proprio l'inquilino della Casa Rosada a spalancargli le porte, nel '98, verso un nuovo ricchissimo business, accordandogli per trent'anni la concessione per la gestione di oltre trenta aeroporti argentini, compreso lo scalo internazionale di Ezeiza, a Buenos Aires. Un filone che il miliardario di origine armena, figlio di un industriale del settore tessile, ha saputo sfruttare al massimo, con un piano di espansione ancora in pieno sviluppo, dall'America Latina al Mediterraneo all'Est europeo. Già più di cinquanta sono gli aeroporti nel portafoglio della sua holding, Corporación América, e presto potrebbero essere molti di più se gli riuscirà il colpo di accaparrarsi una ventina di scali greci (tutti tranne quello di Atene).

In questo contesto, la disputa pisano-fiorentina viene vissuta per quello che è, una polemica tutta locale che la stampa argentina ignora completamente. Eurnekian ne ha affidato per intero la gestione alla divisione italiana del suo impero imprenditoriale, nella speranza di poter gestire i due scali in modo unitario. Una volta raggiunta la maggioranza nell'azionariato dell'Amerigo Vespucci di Peretola, gli argentini tentano la spallata finale per il Galilei di San Giusto. Se l'operazione riesce, assicurano di voler ragionare in termini di 'sistema toscano' e di sintonia tra progetti complementari più che di rivalità di campanile. Pisa, almeno nei proclami, svilupperebbe il filone low cost, Firenze punterebbe più a un turismo di qualità e ai voli per il centro ed est Europa. L'espansione in territorio italiano, poi, si presume possa continuare ancora (Corporación ha già comprato lo scalo privato di Linate - Ata - ed è nell'azionariato di Trapani e Crotone). Ma in questo momento le sfide più grandi gestite dal gigante di Buenos Aires sono tutte concentrate nel Cono Sur americano. A parte Cuzco, in Perù, e Barranquilla, in Colombia, Eurnekian spera di poter portare a compimento entro l'anno un'operazione-chiave: la conquista dello scalo internazionale di Santiago del Cile, 'Arturo Merino Benítez'. Se gli va bene con gli aeroporti, bisogna anche dire che il magnate ha avuto minor fortuna negli anni scorsi con le compagnie aeree. Lapa e Southern Winds vennero coinvolte in diversi scandali durante i governi di Menem e Néstor Kirchner. E, in Italia, si sa come è finita l'avventura di Volare, di cui nel 2004 era diventato socio di riferimento. Eurnekian fu rinviato a giudizio per il crac, anche se lui ha sempre sostenuto di essere stato truffato. Ma l''avventura dei cieli' condotta con alterni risultati negli ultimi tre lustri è solo uno dei capitoli di un curriculum imprenditoriale lungo, ricco e a tratti controverso. Nel 2003, contro 'el pulpo' - come è anche conosciuto - la magistratura argentina emise un mandato di cattura internazionale con l'accusa di un'evasione fiscale milionaria nell'operazione di vendita del canale tv Cablevisión (trasferimenti di denaro presentati come spese o donazioni, mentre in realtà aveva costituito dei fondi fiduciari alle Bahamas e alle Cayman). In quel momento Eurnekian si trovava a Milano, al ritorno in patria riuscì a evitare la prigione. Una vita per le imprese (tante, dei generi più diversi) tra alti e bassi. Segnata, sempre, da un rapporto controverso con i politici. È appassionato di cani, ai quali dà spesso nomi di politici. Uno si chiamava Lula, un'altro Tabaré (nel senso di Vázquez, l'ex - e forse prossimo - presidente uruguayano).

Quando al ministero dell'Economia c'era Domingo Cavallo, l'artefice della disastrosa convertibilità peso-dollaro, affibbiò a un cane il nome di Mingo. Imbarazzante la scena il giorno in cui il ministro andò a trovarlo nella sua sontuosa villa di Olivos (la stessa lussuosissima zona dove ha sede la residenza presidenziale). Lui chiamava 'Mingo', e non si capiva a chi si riferisse. A parte queste goliardate, che in fondo lo divertono nei momenti di pausa di un'attività intensa fatta di riunioni operative e consigli di amministrazione (le sue giornate, comunque, per scacciare la vecchiaia sono sempre scandite da un'ora e mezza di nuoto al mattino e da una sessione di yoga alla sera) il tycoon venuto dall'Armenia conosce bene l'importanza che può avere un rapporto proficuo con la politica. Quando aveva bisogno di recuperare credibilità, è riuscito a farsi ritrarre - con un'eccellente operazione d'immagine - con leader internazionali come Bill Clinton, Al Gore e Michelle Bachelet. In patria, non ha mai fatto mistero della sua distanza ideologica dal 'peronismo K' e dai giovani rampanti de La Cámpora, guidati dal figlio di Cristina, Máximo Kirchner, e dal ministo dell'Economia Axel Kicillof. Però, si sa, 'business is business'. E allora, eccolo fare da intermediario tra la 'presidenta' non amata e Vladimir Putin. Si deve a lui se l'Argentina, su iniziativa del Cremlino, è stata invitata come paese osservatore alla prossima riunione dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che si svolgerà a metà luglio a Fortaleza, nel Nordeste brasiliano. Buenos Aires, che ha già siglato importanti accordi con Pechino, ha bisogno di intensificare i rapporti economici con Mosca. Nella partita entra Eurnekian, pronto a partecipare con i russi alla realizzazione di due centrali idroelettriche in Patagonia. Quello dell'energia è uno dei filoni di sviluppo che Corporación América ha seguito con più intensità negli ultimi anni. Appena un mese fa, il Banco Interamericano di Sviluppo gli ha concesso un ampio credito per la realizzazione di un parco eolico in Uruguay. Attraverso una delle divisioni della sua holding, UnitecBio, è entrato in forze nel campo dei biocombustibili, finora poco sfruttato in Argentina. Ma i suoi settori d'azione sono molteplici: da quello bancario (in Armenia è proprietario del Converse Bank, il terzo istituto del paese) alla produzione di birra con Inversora Cervecera, che controlla alcune delle principali marche del paese sudamericano; dalla fabbrica di microchip Unitec Blue alle infrastrutture con Helport, che progetta la costruzione di 2000 chilometri di strade in Argentina. E poi il settore agro-alimentare e le aziende vitivinicole. Un cambiamento radicale dopo che, negli anni '80, aveva fondato le basi del proprio impero nel campo dei media con tv, radio e giornali. Vendette in blocco quella compagnia, Cablevisión, nel 1995, per la bella somma di 750 milioni di pesos che all'epoca, con la parità fissa, equivalevano ad altrettanti milioni di dollari. Lo spirito imprenditoriale, questo è chiaro, non gli è mai mancato. Forse perché da giovane, quando ereditò la piccola azienda tessile creata dal padre, pensò subito che sarebbe stato un fallito se non avesse inventato qualcosa di nuovo, e di più grande. Qui sopra, Eduardo Eurnekian visto da Dariush Radpour Oggi Eurnekian ha 81 anni e secondo Forbes è la seconda persona più ricca dell’Argentina.

http://www.repubblica.it/economia/a...ere_insieme_i_nemici_pisa_e_firenze-88450970/
 
L’argentino Eurnekian re degli aeroporti che vuole mettere insieme i “nemici” Pisa e Firenze

GIÀ SONO PIÙ DI CINQUANTA GLI SCALI NEL PORTAFOGLIO DELLA SUA HOLDING, CORPORACIÓN AMÉRICA, E PRESTO POTREBBERO AGGIUNGERSENE ALTRI 20 IN GRECIA. IN ITALIA TENTA LA SPALLATA FINALE DOPO IL CONTESTATO ASSALTO A QUELLI TOSCANI


Sono sempre piu' perplesso....!
Chiarisco che sono a favore del potenziamento di Firenze che merita un aeroporto adeguato, dell'integrazione, ecc... Pero' non mi piace per nulla questa liberalizzazione / vendita degli aeroporti toscani: la vedo come una svendita. Non comprendo perchè gli Apt toscani debbano essere gestiti dal privato quando il pubblico ha dimostrato di saperli gestire. Qui non si tratta del solito caso di aziende decotte che lo Stato (in senso lato) deve ovviamente dismettere. Sono due "aziende" che producono utili, profitti ... che poi ritornavano in pieno nelle mani di tutti i cittadini toscani.
Oggi questo non avverrà piu', ci stiamo vendendo un altro pezzo di Toscana (dopo le grandi marche dell'olio, dell'agroalimentare, dell'abbigliamento, del turismo, della cantieristica, ecc...).
Tutto questo grazie ad governatore (Rossi) ormai in scadenza di mandato e sempre piu' logorato (si veda il caso Costa Concordia che va a Genova, il fallimento della politica dei trasporti locali, il piano paesaggistico che non decolla, ecc...).
Non comprendo perchè quando una società pubblica macina utili si trova sempre il modo per rendere questi privati (è il caso della privatizzazione del ciclo delle acque che porta grandi benefici a poche grandi società) ed invece quando si producono perdite si pensa sempre all'intervento dello Stato o Ente pubblico (vedi intervento del pubblico per salvare le acciaierie di Taranto o Piombino.
 
Ma scusa vai ha vedere le vigne del Chianti, del Bbrunello ecc. ecc.la meta' sono in mano a stranieri addirittura gli inglesi sono presenti dalla fine dell 800 e nn mi sembra che subiscano male queste presenze! Sicuramente ,altro esempio,meglio Etihad che la politica e i “capitani coraggiosi“....
 
Ma scusa vai ha vedere le vigne del Chianti, del Bbrunello ecc. ecc.la meta' sono in mano a stranieri addirittura gli inglesi sono presenti dalla fine dell 800 e nn mi sembra che subiscano male queste presenze! Sicuramente ,altro esempio,meglio Etihad che la politica e i “capitani coraggiosi“....

Sara'.......! Un aeroporto e' una infrastruttura strategica per lo sviluppo del territorio. E sono convinto che il pubblico con il supporto di un partner privato con buona connotazione imprenditoriale debba dare le linee di sviluppo. Privatizzare totalmente espone ai rischi di un mercato che purtroppo spesso e' viziato. L'argentino sara' capace sicuramente ma del territorio toscano non gli interessera' un bel nulla! Ed alla prima crisi molla tutto ed investe in altri settori. Vogliamo parlare dell'olio d'oliva toscano che e' in mano alle multinazionali? Ed i poveri agricoltori stanno a guardare e a penare. O della cantieristica nautica che si dice vada bene ma intanto vi sono decine di realta' in crisi con i lavoratori a casa. Io preferivo Adf con dentro le realta' economiche locali ....se gli davano la pista giusta i risultati erano dietro l'angolo. E invece ora ci guadagneranno gli argentini. Tristezza!
 
Pisa e Livorno unite per l'aeroporto, il sindaco Nogarin: "Non venderemo le quote di Sat"

Nel corso della Conferenza dei servizi convocata dal primo cittadino Filippeschi per fare il punto sulla situazione aeroportuale toscana, il neo sindaco di Livorno ha sottolineato la volontà di correre al fianco di Pisa per lo sviluppo dell'area costiera

Si è svolta nei giorni scorsi la Conferenza dei servizi convocata dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi il 21 maggio scorso per dare apporti istruttori al percorso per l’approvazione della variante al PIT per la “definizione del Parco Agricolo della Piana e per la qualificazione dell’aeroporto di Firenze”, prevista per il prossimo mese di luglio. Alla riunione ha partecipato anche il neo sindaco di Livorno Filippo Nogarin.

"L’iniziativa - si legge in una nota dell'amministrazione comunale pisana - è volta a conseguire le necessarie garanzie per un assetto del sistema aeroportuale toscano non competitivo ai danni dell’aeroporto 'Galileo Galilei' di Pisa e conforme alle previsioni programmatiche della Regione Toscana che definiscono le specializzazioni dei due aeroporti: 'Firenze city airport collegato con grandi capitali europee, Pisa aeroporto internazionale con forte presenza del low-cost'. Ciò si è reso necessario, in particolare, vista l’osservazione formale fatta da ENAC sulle previsioni del PIT, apparsa una evidente forzatura, e per le ripetute dichiarazioni pubbliche di istituzioni e società che hanno promosso scelte di carattere competitivo in aperta difformità rispetto ai contenuti del PIT e alla programmazione regionale vigente".

Alla Conferenza, oltre ai sindaco di Pisa e di Livorno, hanno preso parte i tecnici dei rispettivi uffici comunali e di quelli della Provincia di Pisa e della Provincia di Livorno. Nella riunione si è dato un primo inquadramento analitico, preliminare alla redazione di un documento di sintesi che è stato dato incarico ai tecnici di elaborare per essere esaminato nella successiva riunione. Per volontà delle istituzioni presenti, dalla convocazione della Conferenza può prendere spunto un tavolo politico-tecnico per affrontare i temi strategici per l’area vasta della Toscana costiera.


E subito Livorno, passata al Movimento Cinque Stelle, tende la mano ai 'rivali' pisani. "Faremo squadra con Pisa su queste e altre vicende molto importanti per lo sviluppo della Toscana costiera - ha detto il sindaco della città labronica (e ora pentastellata) Filippo Nogarin - Livorno non venderà al privato le sue quote di Sat e vigileremo su tutto per evitare che si faccia un intervento dannoso per Pisa e per gli interessi generali costieri. Con Filippeschi abbiamo parlato di aeroporti e di altri temi legati alle infrastrutture e l'ho già formalmente invitato al tavolo di discussione sul piano strutturale livornese in fase di rinnovo: dobbiamo lavorare insieme per l'area vasta".

http://www.pisatoday.it/politica/pisa-livorno-aeroporto.html