Coronavirus: riflessi sul mondo dell’aviazione


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Coronavirus, Qantas sospende tutti voli internazionali
La Qantas, la piu' grande compagnia aerea australiana, ha annunciato la sospensione a partire dalla fine di marzo di tutti i suoi voli internazionali a causa della pandemia da coronavirus, dopo che l'altra compagnia del Paese, la Virgin, aveva preso una simile decisione. "Gli sforzi per contenere la diffusione del virus ha portato ad un crollo nella domanda di voli come non abbiamo mai visto in passato", ha affermato il Ceo della Qantas, Alan Joyce, prospettando il licenziamento di 20.000 dipendenti su un totale di 30.000.

Sky TG 24
 
Voli di klm e Iberia verso Guayaquil dirottati su Quito a causa del divieto di atterraggio imposto dalla città di Guayaquil. Questa decisione sarebbe stata presa mentre gli aerei erano in volo, con mezzi di soccorso e di servizio che hanno invaso la pista di GYE per impedire gli atterraggi delle compagnie europee. I voli erano vuoti, ma l’amministrazione di Guayaquil ha affermato che vi fossero 200 passeggeri sul volo da Madrid (falso, su Instagram si possono vedere i video dell’apertura delle porte all’arrivo).

https://www.google.it/amp/s/www.met...atm-impidieron-aterrizaje-aviones-iberia.html
 
Ceo Lufthansa: "A rischio il futuro dell'aviazione"
La pandemia di coronavirus mina la sopravvivenza del settore dei trasporti aerei: ne è convinto Carsten Spohr, amministratore delegato della Lufthansa, la principale compagnia aerea tedesca e la seconda in Europa in termini di passeggeri. "Più a lungo dura questa crisi, più è probabile che il futuro dell'aviazione non possa essere garantito senza aiuti di Stato", ha scritto Spohr in un comunicato. Il manager ha poi sottolineato che a causa delle restrizioni imposte dai governi per combattere il virus oltre il 90% degli aerei Lufthansa (700 su 763) sono bloccati a terra. Per il momento, comunque, la compagnia gode ancora di una buona posizione finanziaria

Sky TG 24
 
Tutta quella che le nostre tasse possono coprire!

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Io distinguerei dalle altre la posizione di Neos che se la è sempre cavata da sola.
Senza CIG di qualsiasi tipo , senza 2 o 3 Amministrazioni Straordinarie, senza Commissari , senza aiuti di Stato.
E che non si è approfittata di questi momenti di difficoltà applicando tariffe ordinarie nei vari voli di rientro dalle località di vacanze.
 
leerit ha detto:
Per il momento, comunque, la compagnia gode ancora di una buona posizione finanziaria

Non si direbbe visto che LH è tra le principali compagnie europee quella con la minore liquidità residua, ad oggi gli restano solo 50 giorni di autonomia.
 
Io distinguerei dalle altre la posizione di Neos che se la è sempre cavata da sola.
Senza CIG di qualsiasi tipo , senza 2 o 3 Amministrazioni Straordinarie, senza Commissari , senza aiuti di Stato.
E che non si è approfittata di questi momenti di difficoltà applicando tariffe ordinarie nei vari voli di rientro dalle località di vacanze.

Alitalia, dipinta come la buona samaritana per essere andata a Malè a riprendere gli italiani bloccati alle Maldive, ha chiesto loro 500 euro per il solo volo di rientro quando normalmente con quella cifra ci paghi un A/R
 
ZURIGO - Quasi tutta la flotta Swiss resta a terra. La compagnia elvetica continuerà infatti a volare con soli sei aerei: si tratta di un velivolo per voli a lungo raggio e di cinque per quelli a corto raggio.

Una misura, questa, decisa per far fronte all'attuale crollo dei viaggi in aereo dovuto alla pandemia mondiale di coronavirus. Come comunicato oggi nell'ambito della conferenza stampa sul bilancio della compagnia.

Anche se la filiale di Lufthansa volerà con soli sei aerei (e ricordiamo che la flotta di Swiss ne conta ben 91 e 8 in wet-lease), il CEO Thomas Klühr ha spiegato oggi che l'occupazione sarà comunque bassa.

Una compagnia «sana» - Il CEO relativizza la situazione: «Questo tipo di sospensione temporanea delle operazioni di volo non è motivato da ragioni strutturali». E aggiunge: «Swiss è una grande, sana e robusta compagnia aerea svizzera con una forte posizione di mercato all'interno del gruppo Lufthansa».

Il risultato 2019 - Nel 2019 la compagnia aerea Swiss, dopo aver registrato l'anno precedente un utile da record, ha guadagnato meno e ciò malgrado un aumento del fatturato. Per il 2020 si possono già prevedere, soprattutto a causa del coronavirus, «perdite ingenti» sul fronte dei ricavi: a breve verrà introdotto l'orario ridotto.

L'anno scorso il fatturato del vettore controllato da Lufthansa è leggermente aumentato a 5,33 miliardi di franchi, contro i 5,30 miliardi del 2018. Nel periodo in rassegna l'utile operativo è sceso del 9% a 578 milioni di franchi, contro i 636 milioni dell'anno precedente, ha annunciato stamani Swiss.

Per quanto concerne il 2020, la compagnia aerea indica che «in considerazione del drammatico calo delle prenotazioni delle ultime settimane dovuto all'aumento delle restrizioni di viaggio e alla chiusura delle frontiere, quest'anno Swiss sta subendo perdite notevoli». Impossibile per ora formulare previsioni concrete.

Riduzione dei costi - Per reagire alla situazione il vettore ha introdotto misure di riduzione dei costi per preservare la propria liquidità, tra cui il congelamento delle assunzioni, la rinuncia parziale agli stipendi dei dirigenti e la sospensione dei progetti non essenziali per l'attività. Nei prossimi giorni verrà anche introdotto il lavoro a orario ridotto.

«È importante che la liquidità ci venga messa a disposizione rapidamente e che ci si impegni per altre misure come le garanzie statali o i prestiti ponte che possono essere rimborsati dopo la crisi» ha sottolineato il CEO.

https://www.tio.ch/svizzera/attualita/1426572/swiss-compagnia-aerei-flotta-fronte
 
Alitalia, dipinta come la buona samaritana per essere andata a Malè a riprendere gli italiani bloccati alle Maldive, ha chiesto loro 500 euro per il solo volo di rientro quando normalmente con quella cifra ci paghi un A/R


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Alitalia, tariffe agevolate su volo diretto Tokyo-Roma fino al 20 aprile
Alitalia, tariffe agevolate su volo diretto Tokyo-Roma fino al 20 aprile
19 marzo 2020, 10:11
Compagnie aeree

Per far fronte all’emergenza del coronavirus Alitalia ha annunciato l’introduzione di tariffe agevolate per i voli di sola andata Tokyo-Roma, al fine di agevolare il rientro di cittadini italiani dal Giappone. In stretto contatto con l’Ambasciata d’Italia a Tokyo, la compagnia di bandiera ha deciso l’introduzione di un volo diretto, senza scalo, con validità fino al 20 aprile prossimo.

“L’Ambasciata d’Italia a Tokyo segue ogni giorno le esigenze di rientro in Italia dei connazionali dal Giappone e l’offerta di Alitalia è il frutto dell’ottima collaborazione tra questa Ambasciata e la nostra compagnia di bandiera”, ha detto l’ambasciatore d’Italia a Tokyo, Giorgio Starace.
 
Alitalia, dipinta come la buona samaritana per essere andata a Malè a riprendere gli italiani bloccati alle Maldive, ha chiesto loro 500 euro per il solo volo di rientro quando normalmente con quella cifra ci paghi un A/R

500 a/r te lo sogni!!! tutti voli in perdita...e poi il carburante dell'andata chi lo paga??? Non è che l'aereo ha i tele trasferimento!!!!

500 mi sembra più che onesta come cifra
 
Vorrei fare i complimenti ad AA che nonostante la situazione mi ha rimborsato il biglietto in 4 giorni. Mentre per Air Italy ormai sto perdendo le speranze è passato oltre un mese dalla messa in liquidazione e ancora nulla probabilmente hanno finito la liquidità.
 
Vorrei fare i complimenti ad AA che nonostante la situazione mi ha rimborsato il biglietto in 4 giorni. Mentre per Air Italy ormai sto perdendo le speranze è passato oltre un mese dalla messa in liquidazione e ancora nulla probabilmente hanno finito la liquidità.

Concordo - anche a me ci hanno messo 6 giorni, non me l’aspettavo. Ho anche biglietti Norwegian a fine aprile, vediamo che fine fanno quelli.
 
Il flagello della Spagnola

Nel XX secolo, l’enorme crescita della popolazione mondiale e lo sviluppo dei mezzi di trasporto moderni, insieme a tanti benefici, hanno permesso anche ai virus di viaggiare rapidamente da una parte all’altra del pianeta, arrivando incolumi dall’estremo Est sul suolo europeo o americano. La madre di tutte le pandemie, ancora più grave perché sviluppatasi in concomitanza con la Prima guerra mondiale, risale infatti al Novecento ed è l’influenza Spagnola, chiamata così perché le prime notizie su di essa furono riportate dai giornali della Spagna che, non essendo coinvolta nel conflitto mondiale, non era soggetta alla censura di guerra. Il virus contagiò mezzo miliardo di persone uccidendone almeno 25 milioni, anche se alcune stime parlano di 50-100 milioni di morti. Si calcola che morì dal 3 al 6% della popolazione mondiale. Identificata per la prima volta in Kansas nel 1918, la Spagnola era causata da un ceppo virale H1N1.
I virus del secondo Dopoguerra

Nel 1957 tornò la paura del contagio con la cosiddetta influenza Asiatica, un virus A H2N2 isolato per la prima volta in Cina. In questo caso, venne messo a punto in tempi record un vaccino che permise di frenare e poi di spegnere del tutto la pandemia, dichiarata conclusa nel 1960. Nel frattempo, però, erano morte due milioni di persone. Sempre dall’Asia, caratterizzata da aree densamente popolate, un’igiene non sempre appropriata e - almeno fino alla fine del secolo scorso - uno scarso livello di strutture sanitarie, nel 1968 arrivò l’influenza di Hong Kong, un tipo di influenza aviaria, abbastanza simile all’Asiatica, che in due anni uccise dalle 750mila ai 2 milioni di persone, di cui 34mila solo negli Stati Uniti.
Sars e “suina”

Nel nuovo millennio il primo allarme mondiale è scattato nel 2003 per la Sars, acronimo di “Sindrome acuta respiratoria grave”, una forma atipica di polmonite apparsa per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong in Cina. In un anno la Sars uccise 800 persone, tra cui il medico italiano Carlo Urbani, il primo a identificare il virus che lo ha poi stroncato. Venne classificata come epidemia e non come pandemia.

Risale invece al 2009 l’impropriamente detta “influenza suina”, causato da un virus A H1N1. Enorme l’allarme anche in Italia, dove furono oltre un milione e mezzo le persone contagiate. La paura rientrò quando fu chiaro che il tasso di mortalità era inferiore anche a quello della normale influenza.
Covid-19

Il caso più recente di pandemia è quello del dicembre del 2019 quando, in Cina, compare un nuovo virus nella città di Wuhan: si tratta di un nuovo coronavirus, che provoca la malattia rinominata Covid-19 (dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease e "19" indica l'anno in cui si è manifestata). I sintomi sono problemi respiratori e febbre. Nei casi più gravi l’infezione può portare a polmonite, sindrome respiratoria acuta grave (SARS), insufficienza renale e persino alla morte. Il virus si trasmette da persona a persona. L'11 gennaio 2020 è confermata la prima vittima nel Paese asiatico e il 13 il primo decesso fuori dai confini, in Thailandia. Poi si iniziano a registrare casi in tutto il mondo, dalla Francia agli Usa, passando per la Corea del Sud, il Giappone e l'India. Fino ad arrivare all'Italia, dove a fine gennaio si registrano i primi due casi: si tratta di due turisti cinesi che sono stati ricoverati in isolamento all'ospedale Spallanzani. Il 30 gennaio l'Oms dichiara l'emergenza globale. I contagi continuano a salire e nel momento in cui l'Oms la dichiara ufficialmente una pandemia, se ne contano oltre 126mila con più di 4mila morti, la maggior parte dei quali in Cina. In Italia, i focolai maggiori sono nel Lodigiano e in Veneto, ma presto si hanno notizie di migliaia di casi su buona parte del territorio nazionale. I morti centinaia, la maggior parte anziani e con patologie pregresse. I Paesi, compresa l'Italia, limitano i viaggi e prendono provvedimenti per la chiusura di spazi pubblici e - come nel caso italiano - di tutte le scuole. In seguito, con un nuovo decreto, vengono garantiti esclusivamente alimentari, farmacie, trasporti e servizi essenziali come quelli postali e finanziari. (LE MISURE DEL GOVERNO)

come hanno fatto per le prime 2 con milioni di morti?
 
Al momento non è possibile prevedere l’entità del declino dell’Ebit a causa della crisi in corso, legata agli effetti del coronavirus, e il gruppo Lufthansa ha adottato una serie di misure per rafforzare la propria base patrimoniale, fra le quali vi è anche la sospensione del dividendo. E’ quanto comunica il gruppo Lufthansa pubblicando i dati definitivi per il bilancio 2019 (gia’ anticipati una settimana fa) che hanno visto un ebit pari a 2 miliardi di euro a fronte di ricavi per 36,4 miliardi.

Fra le altre misure adottate, vi sono estese misure di riduzione dei costi in tutte le aree del gruppo con netta riduzione dei voli, turni di lavoro ridotti e un taglio del 20% delle remunerazione dei membri del board. «Per assicurare una solida posizione finanziaria – si legge nel comunicato del gruppo – il gruppo Lufthansa ha raccolto fondi addizionali per circa 600 milioni di euro nel corso delle ultime settimane. In termini attuali, il gruppo ha quindi liquidità per circa 4,3 miliardi e inoltre vi sono linee di credito non utilizzate per circa 800 milioni. Si stanno raccogliendo ulteriori fondi e fra le altre cose Lufthansa utilizzera’ a questo scopo i fondi destinati ai finanziamenti degli aerei».

«Il gruppo Lufthansa Group è finanziariamente ben equipaggiato per far fronte a questa crisi straordinaria – ha dichiarato il cfo Ulrik Svensson – l’86% della flotta e’ di nostra proprieta’ e ha un valore nominale di circa 10 miliardi di euro Inoltre abbiamo deciso di proporre all’assemblea generale la sospensione del dividendo e la riduzione dei turni di lavoro sui mercati domestici».

Travel Quotidiano
 
“La diffusione del coronavirus ha messo l’intera economia globale e la nostra azienda in uno stato di emergenza senza precedenti”, ha dichiarato Carsten Spohr, Ceo della compagnia aerea tedesca Lufthansa, “al momento, nessuno può prevederne le conseguenze”. Il ceo ha poi affermato che il settore avrà bisogno degli aiuti di stato per poter resistere alla crisi anche se Lufthansa per il momento dichiara di potercela fare anche senza.

La società, che ha lasciato a terra 700 dei suoi 763 velivoli, afferma di aver avviato delle trattative con Airbus e Boeing per rinegoziare le consegne dei nuovi aerei ordinati: “Avevamo programmato quest’anno di ricevere un nuovo aereo ogni 10 giorni – ora non ne abbiamo bisogno”, ha detto Spohr.

Wall Street Italia
 
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