Moratti, il governo faccia sconto a AirFrance per salvare Malpensa
«Basta un piccolo sconto sulla trattativa (di vendita di Alitalia ad Air France) per permettere a Malpensa di riconfigurarsi come hub». L'idea per uscire dallo stallo è del sindaco di Milano, Letizia Moratti, intervenuta a un convegno organizzato dalla Camera di Commercio meneghina. Il ragionamento della Moratti è il seguente: se Alitalia perde 200 milioni all'anno su Malpensa, bastano «600 milioni in tre anni per salvare uno scalo che genera 10 miliardi per il paese». Ribadita anche la necessità di un periodo di moratoria per salvaguardare «un bene di tutto il paese». È necessario, ha detto ancora la Moratti, «separare la storia di Alitalia dall'operato del Governo» . Come? «Tecnicamente è facilissimo, Alitalia faccia la sua trattativa, mentre il Governo ponga le sue condizioni» sulla vendita «facendo uno sconto ad Air France».
Al convegno di Confcommercio è intervenuto il presidente di AirOne, Carlo Toto, esponendo alcuni dettagli del piano della sua compagnia per Alitalia, in attesa del verdetto del Tar sul ricorso della stessa AirOne per l'annullamento della trattativa insclusiva tra Governo e AirFrance. Il piano italiano, ha detto Toto, prevede per l'aeroporto di Malpensa un aumento «del 25% dei voli nazionali, del 20% di quelli intercontinentali e il mantenimento di quelli internazionali con un incremento delle frequenze». Toto ha anche riaffermato che «ci sono i presupposti industriali ed economici perché il nostro piano sia redditizio e profittevole».
Più in dettaglio, sono previsti hub ma un modello operativo con 6 aeroporti di cui 2 scali intercontinentali» ovvero Milano e Roma Il presidente di AirOne, ha inoltre sottolineato che solo con la sua compagnia «ci sarà un rinnovo della flotta» per Alitalia che passerà da «180 a 220 aeromobili dei quali nuovi più della metà, cioè 130, da immettere già tra il 2008 e il 2012, e poi dal 2014 ulteriori aerei a lungo raggio». Da questo punto di vista «nessuno in Europa ha così tanti ordini di aerei in corso» come AirOne, ha precisato il presidente della compagnia.
Il piano dell'imprenditore abruzzese «ha senza dubbio punti di forza», ha commentato il presidente di Assolombarda, Diana Bracco. «Quando verrà discusso nella sua interezza valuteremo» ha aggiunto Bracco, che non ha voluto specificare se gli imprenditori sono disponibili a far parte della cordata. Quanto alla moratoria ai voli Alitalia su Malpensa, avrebbe anche motivazioni economiche: «Mantenere questa situazione costa 200 milioni all'anno - ha spiegato - gli ammortizzatori sociali costerebbero 150 milioni».
Sull'ipotesi di cordata imprenditoriale del Nord per Alitalia si è espresso con qualche perplessità il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera: «Se ci fosse un progetto serio, con la capacità di gestire un piano di sviluppo, un segnale di supporto lo darebbero tutti gli imprenditori italiani e quindi anche io». Secondo Tronchetti Provera però, «gli imprenditori del Nord sono abbastanza svegli da non partecipare a gare che non ci sono». Alla domanda se un eventuale spazio per partecipare ad una nuova società con una quota azionaria il numero uno di Pirelli ha replicato: «Non entriamo nel merito di queste singole realtà che ancora non esistono, perché una priorità è garantire che da Malpensa non vengano sottratti gli slot in modo irreversibile e la seconda è che l'Alitalia, come brand italiano, venga rilanciata e non ridimensionata. Oggi la flotta e il servizio sono imbarazzanti».
Che tutta l'operazione Fronte del Nord sia ancora in stand by lo dimostra anche il fatto che Gaetano Miccichè, responsabile della divisione corporate e investment banking di Intesa Sanpaolo, la banca che affianca l'Air One nella partita per Alitalia, non sta ancora lavorando alla formazione di una cordata di imprenditori che potrebbero affiancare Carlo Toto e aspetta la decisione del Tar sulla trattativa in esclusiva con Air France per decidere il da farsi. «Aspettiamo il 20 febbraio per vedere cosa decide il Tar - ha detto Miccichè -, poi ci rimetteremo a lavorare. Ci sono state diverse manifestazioni di interesse, ma non c'è nulla circa la costituzione o costruzione di una cordata societaria».
«Basta un piccolo sconto sulla trattativa (di vendita di Alitalia ad Air France) per permettere a Malpensa di riconfigurarsi come hub». L'idea per uscire dallo stallo è del sindaco di Milano, Letizia Moratti, intervenuta a un convegno organizzato dalla Camera di Commercio meneghina. Il ragionamento della Moratti è il seguente: se Alitalia perde 200 milioni all'anno su Malpensa, bastano «600 milioni in tre anni per salvare uno scalo che genera 10 miliardi per il paese». Ribadita anche la necessità di un periodo di moratoria per salvaguardare «un bene di tutto il paese». È necessario, ha detto ancora la Moratti, «separare la storia di Alitalia dall'operato del Governo» . Come? «Tecnicamente è facilissimo, Alitalia faccia la sua trattativa, mentre il Governo ponga le sue condizioni» sulla vendita «facendo uno sconto ad Air France».
Al convegno di Confcommercio è intervenuto il presidente di AirOne, Carlo Toto, esponendo alcuni dettagli del piano della sua compagnia per Alitalia, in attesa del verdetto del Tar sul ricorso della stessa AirOne per l'annullamento della trattativa insclusiva tra Governo e AirFrance. Il piano italiano, ha detto Toto, prevede per l'aeroporto di Malpensa un aumento «del 25% dei voli nazionali, del 20% di quelli intercontinentali e il mantenimento di quelli internazionali con un incremento delle frequenze». Toto ha anche riaffermato che «ci sono i presupposti industriali ed economici perché il nostro piano sia redditizio e profittevole».
Più in dettaglio, sono previsti hub ma un modello operativo con 6 aeroporti di cui 2 scali intercontinentali» ovvero Milano e Roma Il presidente di AirOne, ha inoltre sottolineato che solo con la sua compagnia «ci sarà un rinnovo della flotta» per Alitalia che passerà da «180 a 220 aeromobili dei quali nuovi più della metà, cioè 130, da immettere già tra il 2008 e il 2012, e poi dal 2014 ulteriori aerei a lungo raggio». Da questo punto di vista «nessuno in Europa ha così tanti ordini di aerei in corso» come AirOne, ha precisato il presidente della compagnia.
Il piano dell'imprenditore abruzzese «ha senza dubbio punti di forza», ha commentato il presidente di Assolombarda, Diana Bracco. «Quando verrà discusso nella sua interezza valuteremo» ha aggiunto Bracco, che non ha voluto specificare se gli imprenditori sono disponibili a far parte della cordata. Quanto alla moratoria ai voli Alitalia su Malpensa, avrebbe anche motivazioni economiche: «Mantenere questa situazione costa 200 milioni all'anno - ha spiegato - gli ammortizzatori sociali costerebbero 150 milioni».
Sull'ipotesi di cordata imprenditoriale del Nord per Alitalia si è espresso con qualche perplessità il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera: «Se ci fosse un progetto serio, con la capacità di gestire un piano di sviluppo, un segnale di supporto lo darebbero tutti gli imprenditori italiani e quindi anche io». Secondo Tronchetti Provera però, «gli imprenditori del Nord sono abbastanza svegli da non partecipare a gare che non ci sono». Alla domanda se un eventuale spazio per partecipare ad una nuova società con una quota azionaria il numero uno di Pirelli ha replicato: «Non entriamo nel merito di queste singole realtà che ancora non esistono, perché una priorità è garantire che da Malpensa non vengano sottratti gli slot in modo irreversibile e la seconda è che l'Alitalia, come brand italiano, venga rilanciata e non ridimensionata. Oggi la flotta e il servizio sono imbarazzanti».
Che tutta l'operazione Fronte del Nord sia ancora in stand by lo dimostra anche il fatto che Gaetano Miccichè, responsabile della divisione corporate e investment banking di Intesa Sanpaolo, la banca che affianca l'Air One nella partita per Alitalia, non sta ancora lavorando alla formazione di una cordata di imprenditori che potrebbero affiancare Carlo Toto e aspetta la decisione del Tar sulla trattativa in esclusiva con Air France per decidere il da farsi. «Aspettiamo il 20 febbraio per vedere cosa decide il Tar - ha detto Miccichè -, poi ci rimetteremo a lavorare. Ci sono state diverse manifestazioni di interesse, ma non c'è nulla circa la costituzione o costruzione di una cordata societaria».