Ancora da Varesenews:
Lo sviluppo del Nord Ovest italiano passa dalla crescita di Malpensa, ma per andare in questa direzione, bisogna investire soprattutto nelle infrastrutture. Tutti concordi i partecipanti al convegno voluto dalle Camere di Commercio di Varese, Milano e Novara e ospitato questa mattina, lunedì 19 marzo, a Palazzo Turati.
A fare da padroni di casa i presidenti dei tre enti organizzatori, rispettivamente Carlo Sangalli, Angelo Belloli e Gianfredo Comazzi, presidente anche del Comitato Malpensa: «Il momento è cruciale – spiega Comazzi -: da una parte Malpensa dimostra di crescere, dall’altro continua ad esserci un’incapacità di prendere le decisioni utili a far decollare definitivamente lo scalo milanese. L’opportunità di mettere in rete le istanze delle tre Regioni del Nord Ovest (Lombardia, Liguria e Piemonte) è importante: il tutto proiettato agli sviluppi che il territorio avrà nel 2012, quando con Pedemontana, collegamento con Lugano e Milano Centrale, Brebemi e Boffalora potrebbe triplicare il bacino d’utenza di Malpensa. Siamo stanchi di ritardi e insufficienze, è il momento di agire».
Il presidente della Camera di Commercio di Varese, Angelo Belloli, ha aperto con una “bacchettata” al grande assente di questo convegno, il ministro Antonio Di Pietro, dato per presente fino a poco prima dell’inizio dei lavori, ma tenuto lontano da Palazzo Turati da altri impegni: «L’assenza di Di Pietro – ha commentato Belloli – mi sembra che sia il segno della mancanza di comprensione dell’importanza di questo convegno: Malpensa è fondamentale per lo sviluppo del Sistema Paese. Mi sembrano chiacchiere da cortile le discussioni su quale tra Roma e Milano sia il vero hub: Fiumicino è come un neonato, ha grande appeal, ma non può correre, è statico. Malpensa invece ha la possibilità di crescere, è il motore vero. Se si penalizza Malpensa, non parliamo più solo di penalizzare un aeroporto, ma un intero sistema che se non cresce è destinato a fallire con gravi conseguenze per tutti».
A Comazzi e Belloli ha fatto eco Carlo Sangalli, numero uno della Camera di Commercio milanese: «Quello che riguarda Malpensa è un tema politico, riguarda la qualità della vita di tante persone – spiega -. L’impegno è quello di lavorare per sviluppare le infrastrutture, puntando su competitività e ragionando di concerto a livello macroregionale». È stata poi la volta dei dati, presentati da Anna Gervasoni dell’Università Liuc di Castellanza, Cesare Emanuel dell’Università del Piemonte Orientale e Roberto Zucchetti della Bocconi di Milano: secondo le ricerche effettuate dalle tre università Malpensa copre attualmente un’area che riguarda circa 15 milioni di persone, ricca di aziende e risorse, ma che necessita di infrastrutture per poter crescere. Le previsioni e i progetti infatti prevedono la costruzione di strade e ferrovie entro il 2012: il perimetro di interesse di Malpensa aumenterà e quindi sono necessari investimenti mirati, sia per migliorare l’accesso allo scalo sia per rivedere la gestione delle merci, sistema già oggi vicino alla saturazione e impossibile da gestire pensando ad una crescita dei flussi in futuro. Nel pensare alle infrastrutture, proseguono gli studiosi, non basta più isolare un territorio, ma bisogna considerare la zona che va dai porti liguri alle aree retroportuali di Alessandria, fino a Novara e ovviamente Malpensa e tutto il Milanese. Infine, ultimo ma non ultimo, è stato sottolineata la stretta connessione tra Malpensa e Alitalia: la compagnia di bandiera è il vettore di riferimento, è quindi l’interlocutore principe e per questo vanno valutate a dovere le future alleanze che si vorranno intraprendere, tenuto conto che Malpensa resta il centro del mercato continentale e intercontinentale italiano.
Il professor Zucchetti, autore della ricerca, suggerisce varie soluzioni: «Sprovincializzare Alitalia è un obbligo – spiega -: non più essere che la compagnia di bandiera sia romanocentrica. Le scelte politiche devono prendere la strada dello sviluppo di Malpensa, risolvendo in primo luogo il rapporto conflittuale con Linate: non è stato fatto e si sono persi tanti soldi. Sea deve lavorare con il vettore di riferimento che non può essere che Alitalia: si devono costruire sinergie che al momento non esistono».