Compagnie italiane delegano le proprie rotte a compagnie straniere


beh ma allora smettiamo pure di comprare vetture straniere e obblighiamo Fiat a produrre solo in Italia, no?
 
sì ma io ancora non so se devo licenziarmi o chiedere il trasferimento in italia..da premettere che prima di fr feci il colloquio con airone...non mi hanno voluto, o non ero adatto a loro...e allora mi hanno preso gli irlandesi...quindi se ho un lavoro devo dire grazie agli irlandesi o ad airone che mi ha dao l'opportunità di spingermi a cercare lavoro fuori?
 
io lavoro in francia ma sono italiano, vuoi venire prelevarmi da casa o vuoi che chiedo la cittadinanza qui?

è assurdo nel 2010 parlare di queste cose...specialemente chi è in aviazione dovrebbe avere sotto gli occhi ogni giorno la mobilità della gente e di come non esistono confini..

ti dico una cosa sconvolgente...fuori dell'italia ci sono 50 milioni di italiani, che fanno altro fuori i confini, poi apri un altro 3d per il rimpatrio...

Su questa, per una volta, siamo d'accordo :D
Io sono vent'anni che sono partito e ho fatto una buona carriera all'estero dopo aver rifiutato di fare il portaborse per anni per avere un giorno un posto universitario. Adesso mi ritrovo addirittura a rappresentare la Francia in alcuni comitati europei ;)
 
Su questa, per una volta, siamo d'accordo :D
Io sono vent'anni che sono partito e ho fatto una buona carriera all'estero dopo aver rifiutato di fare il portaborse per anni per avere un giorno un posto universitario. Adesso mi ritrovo addirittura a rappresentare la Francia in alcuni comitati europei ;)

adesso mi ammazzo!:D:D:D
 
comunque nel post iniziale si fa una gran confusione, mischiando esempi di wet lease (Meridiana/Avanti Air,FlyOristano) a semplici compagnie estere operanti voli di linea all'interno dei confini nazionali (Danube, Darwin, Ryanair...) queste non operano in regime di wet-lease ma al massimo operano un volo in c/s (Darwin con AZ).

Magari non facendo di tutto un minestrone si potrebbe discutere delle cause che favoriscono le compagnie estere (mancanza di flotta regional, imprenditori locali mediocri...)

Mi associo a chi non vede cosa ci sia di male, capita in tutti i paesi, e compagnie italiane operano pure in wet-lease in diversi paesi, cosi' come personale italiano e' impiegato in compagnie operanti ai quattro angoli del globo
 
sì però viene anche data un colpa che uno stranero venga a lavorare in italia....forse non viene tenuto conto che l'italia ha anche un grande fascino e alcuni chiedono di essere qui per voler imparare l'italiano o comunque fare una nuova esperienza...come osano toccare il sacro suolo, dovrebbero mettere la canzone del piave negli aeroporti!
 
Però condivido il senso del post, l'aviazione italiana è diventata un casino. Per noi ogni cosa ha una sua logica, ma è sempre più difficile dare una risposta esaustiva a chi digiuno di aerei pone delle domande.
Io sono contento che una nuova realtà sbarchi in Italia e che tante simpatiche Lituane vengano a condividere con noi la loro cultura, ma che spiegazione posso dare a chi tutti i giorni legge di crisi, licenziamenti e dismissioni, e mi chiede come possa questa compagnia partire da lassù e trovare qui un mercato in cui penetrare?
Chi acquista una vacanza contando di volare con un determinato vettore, arriva in aeroporto e scopre viaggerà su una macchina che non si sa dove la si sia andata a pescare e sulla quale nessuno parla italiano. Perché siamo in alta stagione e le prenotazioni troppe? No dottore, perché la compagnia ha le sue macchine impegnate in affitto in altri 2 continenti, nei quali a sua volta il TO deve andare a cercare qualcuno che gli operi il volo.
Lufthansa sbarca in Italia con un progetto di conquista, ed un anno dopo riduce la Milano Roma per mettersi a fare i charter la domenica. "E lei mi dice che il settore è in crisi e non si sa quante aziende arriveranno alla fine dell'anno?".

Qui dentro tutto ha una spiegazione, ma fuori, con chi me ne chiede qualcuna, non riesco più ad essere convincente.
Mandiamo le nostre macchine migliori ad operare in posti dimenticati da Dio (e non vi dico cosa ci capita sopra ed in che stato tornano), andiamo a ravanare voli nell'altro emisfero per tirare a campare, riduciamo le restanti flotte, viviamo alla giornata perché non c'è più (ci dicono) quel mercato che permetta di restare strutturati come eravamo fino a ieri. Mentre sembra che chiunque in Europa non sappia cosa fare da grande, decida di venire a fare charter a Milano.
 
Però condivido il senso del post, l'aviazione italiana è diventata un casino. Per noi ogni cosa ha una sua logica, ma è sempre più difficile dare una risposta esaustiva a chi digiuno di aerei pone delle domande.
Io sono contento che una nuova realtà sbarchi in Italia e che tante simpatiche Lituane vengano a condividere con noi la loro cultura, ma che spiegazione posso dare a chi tutti i giorni legge di crisi, licenziamenti e dismissioni, e mi chiede come possa questa compagnia partire da lassù e trovare qui un mercato in cui penetrare?
Chi acquista una vacanza contando di volare con un determinato vettore, arriva in aeroporto e scopre viaggerà su una macchina che non si sa dove la si sia andata a pescare e sulla quale nessuno parla italiano. Perché siamo in alta stagione e le prenotazioni troppe? No dottore, perché la compagnia ha le sue macchine impegnate in affitto in altri 2 continenti, nei quali a sua volta il TO deve andare a cercare qualcuno che gli operi il volo.
Lufthansa sbarca in Italia con un progetto di conquista, ed un anno dopo riduce la Milano Roma per mettersi a fare i charter la domenica. "E lei mi dice che il settore è in crisi e non si sa quante aziende arriveranno alla fine dell'anno?".

Qui dentro tutto ha una spiegazione, ma fuori, con chi me ne chiede qualcuna, non riesco più ad essere convincente.
Mandiamo le nostre macchine migliori ad operare in posti dimenticati da Dio (e non vi dico cosa ci capita sopra ed in che stato tornano), andiamo a ravanare voli nell'altro emisfero per tirare a campare, riduciamo le restanti flotte, viviamo alla giornata perché non c'è più (ci dicono) quel mercato che permetta di restare strutturati come eravamo fino a ieri. Mentre sembra che chiunque in Europa non sappia cosa fare da grande, decida di venire a fare charter a Milano.
prova a non far andare tutti in ferie solo a luglio ed agosto. potrebbe essere una soluzione.
 
Sempre restando nelle chiacchiere da bar, io sono stupito invece nel sentirmi rispondere da chi parte per le ferie i nomi delle compagnie più sconosciute. Parlo di viaggi organizzati dall'Italia, con TO italiani, che in rari casi sento essere operati dai nostri vettori tradizionali. Un qualche accrocchio egiziano quando va bene, nomi mai sentiti per tutti gli altri.

Sembra un paradosso...con la forza lavoro di cui disponiamo, le flotte, la professionalità, e quella sana aggressività che vorremmo ci portasse lontano.
Mentre sembra che i nostri aerei quasi non si sappia come impiegarli. Ed i maggiori TO sono capaci di mandare i loro clienti in viaggio su un DC 9.
Cosa non funziona, forniamo un servizio pessimo? Siamo inaffidabili? Abbiamo un commerciale così poco capace? Non riusciamo ad offrire costi così stracciati?
 
Qui dentro tutto ha una spiegazione, ma fuori, con chi me ne chiede qualcuna, non riesco più ad essere convincente.

Non mi sembra problematico identificare alcune cause macroscopiche che non riguardano solo l'aviazione civile italiana ma tutta l'economia del nostro paese: tasse alte, diritti dei lavoratori molto pronunciati, difficoltà di accesso al credito, burocrazia laboriosa, infrastruttura di trasporti e comunicazioni (ferrovie, telefonia, autostrade, ecc.) obsoleta.
Il tutto risulta in una scarsa libertà d'impresa. Chi ha i soldi preferisce investirli in immobili piuttosto che in attività produttiva - con effetti conservativi che non stimolano la crescita. Chi non ha i soldi difficilmente ne troverà da una banca o un venture per avviare un'attività produttiva.
L'enorme rigidità del mondo del lavoro viene aggirata dalle aziende ricorrendo al precariato ma la combinazione di lavoratori precari e lavoratori inamovibili non è certo flessibilità, è solo un mix improduttivo di motivazioni disfunzionali e improduttività.
Le tasse elevate e la burocrazia infernale scoraggiano l'arrivo di capitali esteri per avviare iniziative economiche in terra nostrana: per un anno ho lavorato a stretto contatto coi dirigenti di un importante gruppo industriale americano con un'importante sede a Firenze. Li aiutavo a sistemarsi in Italia: quando scoprivano che per avere l'ADSL ci volevano da uno a tre mesi (riducibili solo con espedienti poco ortodossi) pensavano di essere approdati nell'Unione africana, non in quella europea.
 
Non mi sembra problematico identificare alcune cause macroscopiche che non riguardano solo l'aviazione civile italiana ma tutta l'economia del nostro paese: tasse alte, diritti dei lavoratori molto pronunciati, difficoltà di accesso al credito, burocrazia laboriosa, infrastruttura di trasporti e comunicazioni (ferrovie, telefonia, autostrade, ecc.) obsoleta.
Il tutto risulta in una scarsa libertà d'impresa. Chi ha i soldi preferisce investirli in immobili piuttosto che in attività produttiva - con effetti conservativi che non stimolano la crescita. Chi non ha i soldi difficilmente ne troverà da una banca o un venture per avviare un'attività produttiva.
L'enorme rigidità del mondo del lavoro viene aggirata dalle aziende ricorrendo al precariato ma la combinazione di lavoratori precari e lavoratori inamovibili non è certo flessibilità, è solo un mix improduttivo di motivazioni disfunzionali e improduttività.
Le tasse elevate e la burocrazia infernale scoraggiano l'arrivo di capitali esteri per avviare iniziative economiche in terra nostrana: per un anno ho lavorato a stretto contatto coi dirigenti di un importante gruppo industriale americano con un'importante sede a Firenze. Li aiutavo a sistemarsi in Italia: quando scoprivano che per avere l'ADSL ci volevano da uno a tre mesi (riducibili solo con espedienti poco ortodossi) pensavano di essere approdati nell'Unione africana, non in quella europea.
Come non quotare...:sconfortato:
 
Non mi sembra problematico identificare alcune cause macroscopiche che non riguardano solo l'aviazione civile italiana ma tutta l'economia del nostro paese: tasse alte, diritti dei lavoratori molto pronunciati, difficoltà di accesso al credito, burocrazia laboriosa, infrastruttura di trasporti e comunicazioni (ferrovie, telefonia, autostrade, ecc.) obsoleta.
Il tutto risulta in una scarsa libertà d'impresa. Chi ha i soldi preferisce investirli in immobili piuttosto che in attività produttiva - con effetti conservativi che non stimolano la crescita. Chi non ha i soldi difficilmente ne troverà da una banca o un venture per avviare un'attività produttiva.
L'enorme rigidità del mondo del lavoro viene aggirata dalle aziende ricorrendo al precariato ma la combinazione di lavoratori precari e lavoratori inamovibili non è certo flessibilità, è solo un mix improduttivo di motivazioni disfunzionali e improduttività.
Le tasse elevate e la burocrazia infernale scoraggiano l'arrivo di capitali esteri per avviare iniziative economiche in terra nostrana: per un anno ho lavorato a stretto contatto coi dirigenti di un importante gruppo industriale americano con un'importante sede a Firenze. Li aiutavo a sistemarsi in Italia: quando scoprivano che per avere l'ADSL ci volevano da uno a tre mesi (riducibili solo con espedienti poco ortodossi) pensavano di essere approdati nell'Unione africana, non in quella europea.

Aggiungerei anche un scarsa (o nulla) presenza della meritocrazia, poi direi che il quadro é completo.
 
Sempre restando nelle chiacchiere da bar, .....
Cosa non funziona, forniamo un servizio pessimo? Siamo inaffidabili? Abbiamo un commerciale così poco capace? Non riusciamo ad offrire costi così stracciati?

mah, se qualcuno (in realtà molti) fanno fallimenti simulati, prendono finanziamenti, rifalliscono, come si fa a credere nel sistema italia? uno truffa? ok, però poi ci si dovrebbe sentir meglio se si vede questa persona pagare in carcere o comunque impossibilitata a fare i trucchetti...io ho pagato in irlanda più tasse del dovuto e un'impiegata mi ha rintracciato e per mandarmi il rimborso. a te è mai successo in italia?
 
Non mi sembra problematico identificare alcune cause macroscopiche che non riguardano solo l'aviazione civile italiana ma tutta l'economia del nostro paese: tasse alte, diritti dei lavoratori molto pronunciati, difficoltà di accesso al credito, burocrazia laboriosa, infrastruttura di trasporti e comunicazioni (ferrovie, telefonia, autostrade, ecc.) obsoleta.
Il tutto risulta in una scarsa libertà d'impresa. Chi ha i soldi preferisce investirli in immobili piuttosto che in attività produttiva - con effetti conservativi che non stimolano la crescita. Chi non ha i soldi difficilmente ne troverà da una banca o un venture per avviare un'attività produttiva.
L'enorme rigidità del mondo del lavoro viene aggirata dalle aziende ricorrendo al precariato ma la combinazione di lavoratori precari e lavoratori inamovibili non è certo flessibilità, è solo un mix improduttivo di motivazioni disfunzionali e improduttività.
Le tasse elevate e la burocrazia infernale scoraggiano l'arrivo di capitali esteri per avviare iniziative economiche in terra nostrana: per un anno ho lavorato a stretto contatto coi dirigenti di un importante gruppo industriale americano con un'importante sede a Firenze. Li aiutavo a sistemarsi in Italia: quando scoprivano che per avere l'ADSL ci volevano da uno a tre mesi (riducibili solo con espedienti poco ortodossi) pensavano di essere approdati nell'Unione africana, non in quella europea.


Cadrei in contraddizione. Mi contesterebbero che per quanto insalubre, le nostre aziende però non si schiodano da questa palude per mettere almeno un piedino a Berlino o a Vilnius, preferendo piuttosto restarci ad agonizzare.
Mentre sembra al contrario che non si sappia più chi debba arrivare per mettersi a fare voli a Milano.

Sottintenderei così il misero fallimento della nostra catena di comando; mi piacerebbe molto, ma a differenza di questi mi viene imposto l'obbligo di cercare di essere sempre professionale.
 
@ Beograd,
Anch'io sono stato rifiutato da Airone. Ho toccato il cielo con un dito il giorno in cui ho ricevuto la loro chiamata, ho chiesto a parenti e amici di fare un fioretto, ho speso 200 Euro di biglietto e son partito carico di speranze col più bel vestito che avessi nell'armadio.
Ho fantasticato per tutto il viaggio su quelle 4 settimane di corso conversion (a Roma, a mie spese), per farne 16 di contratto (a Napoli), a 1.200 Euro al mese (1.600 al colloquio, anche se non si chiede). Ma proprio quando il mio sogno sembrava divenuto realtà, è arrivata la doccia gelida: non rientravo negli standard Airone.

Sono stati mesi terribili.
Mio padre mi ha preparato un fagotto e mi ha detto "Va', e torna solo quando sarai degno degli standard AP". Ricordo ancora il pianto di vergogna della mia mamma per il disonore riversato su tutta la famiglia. La mia ragazza mi ha lasciato, sono caduto nel baratro del vizio. Nel cilicio ho trovato l'unico conforto alle mie colpe, nonché la forza di andare avanti.
Così ho continuato a lavorare in una compagnia, poi in un'altra, e in un'altra ancora.
Senza per questo essere in collera con il paese intero.


Riesco a capire poco delle altre posizioni che hai espresso, scusami.
A cominciare dal concetto che lavori in Francia, e ti viene a cercare un'impiegata irlandese per un rimborso delle tasse.



PS Stabilito che non esistono confini, la Francia per me ha una grande fascino. Vorrei fare una nuova esperienza e vorrei imparare il Francese, mi piacerebbe lasciare questo paese bigotto e mandare un cv in Air France.
Mi dai qualche dritta?