Prendendo spunto da questo articolo estivo di Repubblica.it https://www.repubblica.it/economia/...li-232070337/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P19-S1.4-T1, e sorvolando su alcuni strafalcioni qua e là che nulla tolgono al senso del contenuto, sarebbe interessante discutere sul limite al quale si è disposti ad arrivare pur di spendere poco per un biglietto aereo o, in subordine, a quale limite superiore di spesa si è disposti ad arrivare per volare più comodi.
Servizio a parte, è interessante confrontarsi sul comfort della seduta e del pitch: se i dati riportati sono corretti, l\'avere "perso per strada" 10 cm di spazio per le gambe e almeno un paio di cm in larghezza della poltrona nell\'ultimo decennio fa riflettere molto sui limiti ai quali si sta arrivando. Per contro, anche una parallela riflessione sull\'andamento del costo del biglietto non sarebbe del tutto sbagliata (personalmente ricordo il mio primo intercontinentale, un AMS/JFK nel \'92, pagato 870.000 lire, 449,31 euro al puro tasso di cambio).
Insomma: da passeggero, quanto vale, economicamente, ogni cm in più di spazio per le gambe?
Servizio a parte, è interessante confrontarsi sul comfort della seduta e del pitch: se i dati riportati sono corretti, l\'avere "perso per strada" 10 cm di spazio per le gambe e almeno un paio di cm in larghezza della poltrona nell\'ultimo decennio fa riflettere molto sui limiti ai quali si sta arrivando. Per contro, anche una parallela riflessione sull\'andamento del costo del biglietto non sarebbe del tutto sbagliata (personalmente ricordo il mio primo intercontinentale, un AMS/JFK nel \'92, pagato 870.000 lire, 449,31 euro al puro tasso di cambio).
Insomma: da passeggero, quanto vale, economicamente, ogni cm in più di spazio per le gambe?