Citazione:Messaggio inserito da marcogiov
Era una strategia finanziaria, non industriale.
Ed era parecchio confusa. Swissair è stata pioniera delle alleanze, avvicinandosi a SQ e DL aveva preso anche delle quote, che Delta fosse partner loro anziché di Air France ovviamente spostava un po' di traffico. Sarebbe stato meglio cementare i rapporti con questi partner rilevanti, assumendo una posizione più ampia, per impedire ad esempio il "tradimento" di AF. La realtà è che non si deve investire in un' altra azienda concorrente o complementare se non se ne ricavano sinergie. Se poi l' azienda target è in perdita l' investimento finanziario, perché tale è un 49,9% che non può essere aumentato, non ha senso, non si prende il controllo e non si può in alcun modo risanarla Il Price/Earning è infinito... fino a che non finisce come nelle consociate francesi di SR, comprate anche con dei paraventi come la Comit!
Bisogna inquadrare il caso Swissair in una prospettiva storica. C' era la moda di rispondere a prospettive aziendali deprimenti con una diversificazione completamente unfocused. La stessa strategia è stata seguita da Paolo Fresco alla FIAT. Venendo dall' unica conglomerata di successo del mondo, la GE (motori e leasing per noi...), ha cercato di riprodurla in Italia. FIAT, invece di sanare il business automobilistico, ha comprato qualsiasi cosa a qualsiasi prezzo e si è trovata , come Swissair, senza cassa e piena di debiti al primo ciclo negativo.
Il paradosso è che FIAT, il cui business auto è stato in perdita per anni, è stata salvata dai soldi delle banche italiane, mentre SAir Group, che aveva di buono Swissair, il catering eccetera, è andata gambe all' aria nonostante qualche attenzione da parte di UBS e CS.
Morale: l' ottimizzazione della cassa è pure importantissima, la cassa in eccesso ti abbassa il ROE nella parte buona del ciclo, però ti permette di sopravvivere nella parte negativa del ciclo, quando i nessuno ti fa credito e men che meno ti dà equity. Con un po' di cassa SAir Group sarebbe sopravvissuta al post 11 settembre e avrebbe potuto ristrutturarsi da sola. Evidentemente la gestione finanziaria era stata letteralmente dissennata, come quella di FIAT.
I posteri probabilmente ringrazieranno Cimoli e Spazzadeschi per non aver speso l' aumento di capitale AZ 2005. Quei soldi sono serviti per arrivare adesso alla privatizzazione con qualche euro in cassa, anziché in stato di insolvenza. Se Alitalia troverà qualcuno che la compri a più di un euro (totale, non un euro per azione) sarà perché c' è qualcosa in cassa. Da quel punto di vista mi sembra improvvido obbligare l' acquirente a lanciare un' OPA sul 100% delle azioni, lasciandolo finanziariamente in braghe di tela, senza considerare il denaro necessario a rinnovare la flotta.
La fine di Swissair dimostra che "impara l' arte e mettila da parte". I consulenti McKinsey hanno proposto un piano bello in teoria, ma inadatto nella pratica, perché le linee aeree non sono utility, non hanno un cash flow stabile e prevedibile, non vanno levereggiate. Bisogna mantenere la cassa per il cattivo tempo, esattamente come non si decolla mai con il carburante necessario, ci vuole la scorta, costi quel che costi. Il Governo italiano chiede al principe azzurro di Alitalia di ricomprarsi tutte le minorities e secondo me è un' idiozia, la teoria del rispetto degli azionisti di minoranza va a scapito delle già scarse probabilità di risanamento. Molto più intelligente è stata l' operazione Meridiana-Eurofly, con l' acquisto del solo 29,9%. Il resto verrà dopo, quando ci sarà un minimo di risanamento avviato e gli azionisti di minoranza sapranno che cosa posseggono e che cosa vanno a vendere, non solo aria fritta.