Riapro il Thread per una curiosità: noto dalle rotte direzione FCO (non so se anche direzione TPE) che CAL non ha diritti di sorvolo sulla Cina, sbaglio ?
Un po' come El Al che quando volava da GRU a TLV non aveva i permessi per sorvolare lo spazio aereo africano.
Beh, direi proprio di sì:
https://it.wikipedia.org/wiki/Status_politico_di_Taiwan
Sicuramente qualcuno più ferrato in politica estera e diplomazia potrà darti qualche spiegazione più dettagliata.
Di solito le compagnie taiwanesi non sorvolano la Cina PRC quando volano internazionalmente, mentre chiaramente entrano nello spazio aereo cinese quando volano verso la Cina continentale. Stessa cosa per le compagnie cinesi quando volano in direzione Taiwan. Dal 2003, il trattato che sancisce i rapporti aeronautici tra Cina e Taiwan
è questo. Riguardo il sorvolo, non ho mai trovato una risposta precisa, ma *credo* abbia a che fare col mancato riconoscimento reciproco, e che quindi non possano garantirsi la prima libertà dell'aria (stessa cosa per chi vola da/per Taiwan, nessuno sorvola la PRC e, fino a pochi anni fa, molte compagnie avevano sussidiarie specifiche per i voli su Taiwan, tipo KLM Asia). Da notare che i voli Air China diretti su Taiwan vengono operati da velivoli specificamente dedicati, su cui la bandiera della PRC è stata rimossa.
A livello aeronautico, c'è un altro fatto interessante riguardante lo status di Taiwan (che per la PRC è una provincia ribelle, ma pur sempre parte della Cina): il China Transit Without Visa su PEK, PVG, CAN e gli altri principali punti di ingresso in Cina PRC, prevede che il programma sia valido unicamente per voli internazionali che fanno scalo in quegli aeroporti e con prosecuzioni per “third country or region” (ovvero paesi terzi, con esclusione quindi della nazione di partenza e della Cina). Ora, considerando che Taiwan, per i cinesi, è sempre Cina, non dovrebbe essere possibile utilizzare il CTWV; tuttavia, la dicitura "region" è un elegante modo per non dichiarare che Taiwan è un paese sovrano, ma allo stesso tempo per garantire a chi ha come destinazione finale un aeroporto a Taiwan, di poter accedere al CTWV. Lo stesso ragionamento si applica per le destinazioni finali Hong Kong e Macau.
La situazione politica era piuttosto stabile fino a quindici giorni fa, nel senso che entrambe le entità erano piuttosto soddisfatte dello status quo e dei rapporti, vagamente normalizzati (parolone), tra i due paesi. Poi la Tsai ha deciso di chiamare Trump e ha fatto un mezzo casino diplomatico, anche se onestamente più per le dichiarazioni anti-cinesi di Trump che per l'aver chiamato. Un mesetto fa al summit sui paesi del Pacifico vi erano stati contatti molto positivi tra Xi Jingping e il delegato taiwanese (Taiwan non partecipa mai con il/la presidente, ma con un delegato speciale, per ovvi motivi di opportunità politica). C'è da dire che, secondo alcuni recenti sondaggi svolti nell'isola, tra il 55 e il 75% dei cittadini si identifica come taiwanese e non come cinese.
Ciò detto, le rivendicazioni cinesi su Taiwan (e, beninteso, quelle del Kuomintag sulla Cina continentale) sono anacronistiche ed entrambi dovrebbero farsi un bel reality check, considerando che lo sviluppo di relazioni diplomatiche e, soprattutto, economiche normali permetterebbe un incredibile aumento di ricchezza per entrambi - le compagnie taiwanesi non vedono l'ora di investire sul continente (più di quanto non facciano già ora

) e le compagnie cinesi di esportare i propri beni su un mercato a loro omogeneo di quasi trenta milioni di potenziali acquirenti, per lo più con un reddito pro-capite che in PRC si sognano.
DaV