Butto li la fantaingegneria dell'anno: rimotorizzare il 380 come bimotore? L'esempio Airbus l'ha già in casa (330 e 340), ma credo che in quel caso il progetto prevedesse la doppia opzione fin dall'inizio. Sarebbero possibili dei motori del genere? Strutturalmente quanto del progetto 380 si potrebbe salvare e quanto andrebbe rifatto da principio?
Non è una questione di numero di motori a limitare la flessibilità del 380, quanto più tutta quella serie di infrastrutture, macchinari, personale e tempi di cui la macchina necessita per andare da un punto A ad un punto B.
A leggere i precedenti post, tutti molto interessanti, ho notato che si è posto attenzione a snocciolare il vantaggio competitivo del 380 in termini di capacità rispetto ai concorrenti e si sia trascurato tutto quel lavoro di regia che inizia da quando l'aereo sta per toccare la pista e termina quando riparte.
Partiamo dalla piu banale delle considerazioni: dimensioni e peso.
Il 380 è una macchina eccezionale in termini di dimensioni e massa, il che richiede accorgimenti eccezionali per movimentarla all'interno di un sedime aeroportuale. Piste e taxiway devono essere rinforzate, in virtù della maggiore massa movimentata, con una forbice di MTOW (maximum take off weight) che varia dalle 105 alle 223 tonnellate in più rispetto alla macchina piu grande (748) e quella più venduta (77W) di casa Boeing. Mica bruscolini.
Ai rinforzi strutturali si aggiungono una serie di strutture dedicate, in virtù dei quasi 80 metri di apertura alare (+11 rispetto ad un 748 e +15 rispetto ad un 77W) e di relativa categoria F ICAO: jetways più larghe, standway di almeno 95 metri, camion per catering e fueling più alti, nuovi jetbridges a doppia altezza e via discorrendo. Tutti costi a carico di operatori aeroportuali, società di handling e compagnie.
A ciò si aggiunge un problema logistico: è si vero che esistono aeroporti costruiti a misura di 380, DXB ne è un esempio, ma è altrettanto vero che gli attuali aeroporti non possono ospitare un numero infinito di macchine contemporaneamente. LHR, aeroporto che calza sempre a pennello nei discorsi sul 380 per via del suo limitato numero di slot disponibili, mi pare di ricordare abbia meno di 20 piazzole adatte, e i grandi competitor europei (CDG e FRA) e non (LAX, JFK, HKG..) non fanno molto meglio.
Altro capitolo sulle tempistiche e sul personale necessario.
Non sembra, ma a movimentare 560 passeggeri non servono solo una ventina di membri dell'equipaggio, bensì un pool di persone notevole se andiamo a contare tutto il personale coinvolto in pulizie, cargo, catering, handling e ingegneri per il dispatching. Tenete conto che stiamo parlando di una macchima che movimenta 1,5 volte (a dire tanto) i passeggeri di un 77W, ma il dispendio in termini di risorse umane non so quanto possa giocare a suo favore.
Va poi tenuto conto che allestire e far ripartire una macchina così complessa ha i suoi tempi, e con essi, i suoi costi.
In uno scenario mondiale in cui i tempi di turnaround devono essere brevi per contenere al massimo le tasse aeroportuali, i 90 minuti del 380 (con doppio bridge) confrontati con i poco piu che 50 di un 77W (dati airliners.net) fanno quantomeno riflettere. Ovviamente non si tratta solo di tempi legati al numero di passeggeri da imbarcare e sbarcare, ma a tutto quel complesso macchinario dell'allestimento della macchina stessa.
Insomma, prevedere che tra qui a 20 anni i cieli siano in prevalenza da VLA è anche plausibile, ma bisognerà che siano gli aerei ad adattarsi alle strutture esistenti (come fu per Boeing il 747) e non le infrastrutture alle macchine.