Un mesetto fa, volo da Caracas a Maracaibo su DC9 Aserca.
Non dico tutti, ma ben più di metà dei pax nemmeno si è limitata a tenere acceso il telefono, ma parlava al telefono come se niente fosse.
Tempo pessimo, i motori nelle file posteriori del DC9 fanno un rumore pazzesco anche per chi è abituato al fratellino ottanta. Dopo cinque minuti di volo l' a/c ha smesso di prendere quota e, senza neanche avvertire i pax, i piloti lo hanno riportato a CCS in quello che credo sia definibile come atterragggio di emergenza. Sulla nostra fila sia la vicina di destra che quella di sinistra hanno mai smesso di telefonare, dunque hanno fatto l' intera sequenza decollo-volo-atterraggio d' emergenza al telefono, nonostante l' urlo dei motori.
A domanda il comandante mi ha risposto che la porta adelantera mandava delle vibrazioni tremende e aveva preferito tornare a terra per un controllo. Alle due ore di ritardo iniziali ne abbiamo aggiunte un altro paio, servite a cambiare le guarnizioni di gomma della porta, indi re-imbarco sullo stesso aereo, telefonino a go-go, pausa in volo perché evidentemente non c' è campo, finché arriva il rituale annuncio di prepararsi all' atterraggio e chiudere i tavolinetti, che viene interpretato dai Venezuelani come l' avviso che si è già abbastanza bassi e c' è di nuovo campo per telefonare. Atterraggio quindi raccontato in diretta da più cellulari e una preziosa chicca finale, appena il carrello anteriore si è posato tutte le cinture di sicurezza vengono slanciate e si arriva alla piazzola con decine di persone in piedi, che han già recuperato il bagaglio a mano dalle smilze cappelliere, ovviamente con una mano sola, perché l' altra serve a tenere il cellulare all' orecchio.
Sempre a CCS un A/V Alitalia mi ha invece impedito di fotografare il decollo del 767, ho obbedito, ma ormai venezolanizzato mi veniva da ridere. Per la cronaca la maggior parte dei pax era venezuelana ma nessuno ha osato usare il telefono, evidentemente su AZ fanno come gli Italiani quando guidano in Svizzera.