Si riprende il negoziato tra le tensioni: ora trattano anche piloti e hostess
Si incrina il fronte del no, la «disponibilità» dell'Anpac e quella degli assistenti di volo. Oggi si lavora sui contratti
ROMA — La ricerca dell'accordo su Alitalia da parte del governo ieri ha registrato una novità: la riapertura del dialogo con Anpac, Up per i piloti; Anpav Avia e Sdl per gli assistenti di volo, tenuti fuori dai tavoli fino a domenica, impegnati in un'imponente manifestazione sotto Montecitorio durante la giornata e in serata riportati a Palazzo Chigi. Un recupero al tavolo che sarebbe stato fortemente voluto da An, per quanto riguarda i piloti, ma soprattutto dalle categorie di Cgil, Cisl e Uil, indisponibili a chiudere i contratti senza il coinvolgimento degli autonomi. Che hanno già mandato qualche segnale di disgelo e sono stati riconvocati dal governo: l'Anpav, che rappresenta 545 assistenti di volo, ha manifestato una «disponibilità di massima» all'accordo quadro approvato domenica da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Mentre l'Anpac ha giudicato positiva la riconvocazione se davvero si potrà discutere l'accordo quadro: «Sappiamo che il piano industriale è difficilmente ritoccabile — ha detto il presidente Fabio Berti — ma vogliamo un tracciato preciso da parte dell'azienda per uscire dalla crisi». Ieri pomeriggio i sindacati di categoria, ricompattati, avevano annunciato un'intersindacale per ridiscutere oggi l'unico punto fermo ottenuto dall'esecutivo: l'accordo quadro. Una prospettiva non gradita al governo, che vorrebbe l'accordo al più presto, anche a costo di un'intesa separata, comunque prima di giovedì, quando ci sarà l'assemblea di Cai che dovrebbe ratificare l'accordo con i sindacati. Perciò, in tarda serata, si è tenuto un nuovo vertice «riservato» tra il governo, rappresentato dal sottosegretario Gianni Letta, presenti i ministri Maurizio Sacconi (Welfare) e Altero Matteoli (Trasporti), e i segretari generali Guglielmo Epifani (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl), Luigi Angeletti (Uil) e Renata Polverini (Ugl). Lo scopo è parso quello di spingere tutti i segretari, a partire da Epifani, a rispettare l'impegno preso sull'accordo quadro e non cedere alle richieste delle categorie di rivederlo per raggiungere un'intesa quanto più unitaria. «Sui contratti — ha spiegato Bonanni — la soluzione ci sarebbe: si contratta con chi è disponibile oppure si prende a riferimento un contratto a livello europeo» come quello di Air One. Sul punto però dovrà pronunciarsi Cai. Al termine dell'incontro, i «generali » si sarebbero ritrovati d'accordo sulla decisione di procedere oggi sulle linee guida dei contratti con Cai e di provare a stringere su tutto domani. Quanto all'intersindacale sull'accordo quadro convocata dalle categorie, Angeletti ha tagliato corto: «Non credo si farà perché non si può rimettere in discussione il sì che noi segretari generali abbiamo dato».
Ma il nodo della Cgil resta serio. Anche il premier Berlusconi ne ha parlato ieri a «Porta a porta»: «In diverse fasi della trattativa ci sono stati interventi, per esempio del capo della Cgil, che parevano molto influenzati dalla politica». Insomma, alla fine, a ciascuno dei partecipanti alla partita, compresa Cai, toccherà decidere a quali condizioni chiudere e se accettare, ad esempio, un'ipotesi, forse per ora la più condivisa, che contempli un accordo separato che lasci fuori solo i piloti o Sdl. Intanto emergono nuovi particolari del piano concordato con Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Prima di tutto la scelta di riportare la maggior parte delle rotte intercontinentali su Malpensa: delle 18 rotte previste, 14 saranno nello scalo varesino, 4 a Fiumicino. Una notizia che fa il paio con quello che ha detto ieri Berlusconi: «Malpensa potrebbe essere confermato come importante hub europeo ». Ma il premier ha anche espresso una preferenza per Lufthansa: «L'alleanza più conveniente per Malpensa». Il piano prevede un pareggio operativo in due anni con una stima del prezzo del petrolio a 128 euro. Ma il prezzo oggi è sceso intorno ai cento e se la discesa proseguisse, Cai sarebbe disposta a riconsiderare tutti i valori del piano con una maggiore impegno pari al 10-20%. Le modifiche ai contratti proposte da Cai saranno oggetto dei prossimi confronti. Ma intanto si viene a sapere che il taglio medio lordo ai salari non sarà più del 25% ma del 20%. Quanto all'impegno ulteriore offerto da Cai, non sarebbe di 100 milioni di euro ma di 60-70 milioni. Berlusconi ha detto ieri di essersi speso «personalmente a tenere insieme» la cordata e che in questi ultimi giorni la compagnia «più di una volta mi ha detto: ma chi ce lo fa fare? Va bene l'amor patrio, ma fino a un certo punto». La replica di Massimo D'Alema (Pd) non si è fatta attendere: «Berlusconi ha scelto la soluzione più costosa per cittadini e lavoratori. Ma noi non soffiamo sul fuoco per far fallire Alitalia, come ha fatto lui».
Antonella Baccaro - Corriere della Sera
Si incrina il fronte del no, la «disponibilità» dell'Anpac e quella degli assistenti di volo. Oggi si lavora sui contratti
ROMA — La ricerca dell'accordo su Alitalia da parte del governo ieri ha registrato una novità: la riapertura del dialogo con Anpac, Up per i piloti; Anpav Avia e Sdl per gli assistenti di volo, tenuti fuori dai tavoli fino a domenica, impegnati in un'imponente manifestazione sotto Montecitorio durante la giornata e in serata riportati a Palazzo Chigi. Un recupero al tavolo che sarebbe stato fortemente voluto da An, per quanto riguarda i piloti, ma soprattutto dalle categorie di Cgil, Cisl e Uil, indisponibili a chiudere i contratti senza il coinvolgimento degli autonomi. Che hanno già mandato qualche segnale di disgelo e sono stati riconvocati dal governo: l'Anpav, che rappresenta 545 assistenti di volo, ha manifestato una «disponibilità di massima» all'accordo quadro approvato domenica da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Mentre l'Anpac ha giudicato positiva la riconvocazione se davvero si potrà discutere l'accordo quadro: «Sappiamo che il piano industriale è difficilmente ritoccabile — ha detto il presidente Fabio Berti — ma vogliamo un tracciato preciso da parte dell'azienda per uscire dalla crisi». Ieri pomeriggio i sindacati di categoria, ricompattati, avevano annunciato un'intersindacale per ridiscutere oggi l'unico punto fermo ottenuto dall'esecutivo: l'accordo quadro. Una prospettiva non gradita al governo, che vorrebbe l'accordo al più presto, anche a costo di un'intesa separata, comunque prima di giovedì, quando ci sarà l'assemblea di Cai che dovrebbe ratificare l'accordo con i sindacati. Perciò, in tarda serata, si è tenuto un nuovo vertice «riservato» tra il governo, rappresentato dal sottosegretario Gianni Letta, presenti i ministri Maurizio Sacconi (Welfare) e Altero Matteoli (Trasporti), e i segretari generali Guglielmo Epifani (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl), Luigi Angeletti (Uil) e Renata Polverini (Ugl). Lo scopo è parso quello di spingere tutti i segretari, a partire da Epifani, a rispettare l'impegno preso sull'accordo quadro e non cedere alle richieste delle categorie di rivederlo per raggiungere un'intesa quanto più unitaria. «Sui contratti — ha spiegato Bonanni — la soluzione ci sarebbe: si contratta con chi è disponibile oppure si prende a riferimento un contratto a livello europeo» come quello di Air One. Sul punto però dovrà pronunciarsi Cai. Al termine dell'incontro, i «generali » si sarebbero ritrovati d'accordo sulla decisione di procedere oggi sulle linee guida dei contratti con Cai e di provare a stringere su tutto domani. Quanto all'intersindacale sull'accordo quadro convocata dalle categorie, Angeletti ha tagliato corto: «Non credo si farà perché non si può rimettere in discussione il sì che noi segretari generali abbiamo dato».
Ma il nodo della Cgil resta serio. Anche il premier Berlusconi ne ha parlato ieri a «Porta a porta»: «In diverse fasi della trattativa ci sono stati interventi, per esempio del capo della Cgil, che parevano molto influenzati dalla politica». Insomma, alla fine, a ciascuno dei partecipanti alla partita, compresa Cai, toccherà decidere a quali condizioni chiudere e se accettare, ad esempio, un'ipotesi, forse per ora la più condivisa, che contempli un accordo separato che lasci fuori solo i piloti o Sdl. Intanto emergono nuovi particolari del piano concordato con Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Prima di tutto la scelta di riportare la maggior parte delle rotte intercontinentali su Malpensa: delle 18 rotte previste, 14 saranno nello scalo varesino, 4 a Fiumicino. Una notizia che fa il paio con quello che ha detto ieri Berlusconi: «Malpensa potrebbe essere confermato come importante hub europeo ». Ma il premier ha anche espresso una preferenza per Lufthansa: «L'alleanza più conveniente per Malpensa». Il piano prevede un pareggio operativo in due anni con una stima del prezzo del petrolio a 128 euro. Ma il prezzo oggi è sceso intorno ai cento e se la discesa proseguisse, Cai sarebbe disposta a riconsiderare tutti i valori del piano con una maggiore impegno pari al 10-20%. Le modifiche ai contratti proposte da Cai saranno oggetto dei prossimi confronti. Ma intanto si viene a sapere che il taglio medio lordo ai salari non sarà più del 25% ma del 20%. Quanto all'impegno ulteriore offerto da Cai, non sarebbe di 100 milioni di euro ma di 60-70 milioni. Berlusconi ha detto ieri di essersi speso «personalmente a tenere insieme» la cordata e che in questi ultimi giorni la compagnia «più di una volta mi ha detto: ma chi ce lo fa fare? Va bene l'amor patrio, ma fino a un certo punto». La replica di Massimo D'Alema (Pd) non si è fatta attendere: «Berlusconi ha scelto la soluzione più costosa per cittadini e lavoratori. Ma noi non soffiamo sul fuoco per far fallire Alitalia, come ha fatto lui».
Antonella Baccaro - Corriere della Sera