11 Ottobre 2010
Bonomi: "Senza più Alitalia conti più sani e nuove linee"
ETTORE LIVINI
Affarie & Finanza
la Repubblica
Missione compiuta. A due anni dall’addio di Alitalia, Malpensa e Linate sono riuscite a voltare pagina. Un po’ di passeggeri mancano ancora all’appello (20,7 milioni nei primi nove mesi dell’anno contro i 23 del 2007) ma per il resto – come conferma il presidente della Sea Giuseppe Bonomi – «i numeri sono quelli di una realtà in decisa crescita». Salgono le compagnie che atterrano a Milano («siamo passati in due anni da 77 a 110 garantendo molta più concorrenza ai passeggeri»), aumentano i passeggeri («+7,4% a Malpensa da inizio anno») e migliorano anche i dati di bilancio. «Il primo semestre si è chiuso con 15,1 milioni di utile – dice Bonomi – ben più degli 8,9 dello scorso anno su cui tra l’altro pesavano alcune entrate straordinarie». Il secondo semestre starebbe andando ancora meglio e il ritorno al dividendo, per la gioia del Comune di Milano, sembra a questo punto qualcosa più di un’ipotesi, in attesa della fusione con BergamoOrio al Serio «che è ormai a un passo».
Il peggio è davvero alle spalle?
«Sono convinto di sì, anche se non siamo ancora fuori del tutto dalla crisi. Senza la nube islandese, Malpensa sarebbe cresciuta dell’11,2%, il traffico merci – balzato del 27,6% rispetto al 2009 – è agli stessi livelli dell’era predehubbing grazie all’arrivo di sette nuovi vettori cargo. E persino Linate, ora che Alitalia pratica una politica tariffaria più aggressiva, ha ripreso a crescere con un +5,1% a settembre. E la cosa importante è che il 70% degli incrementi arriva da aerolinee tradizionali e non da lowcost».
Alitalia però non sembra aver alcuna intenzione di riportare voli intercontinentali su Milano...
«Ci consoliamo con l’arrivo di tanti altri vettori. Oggi Malpensa opera su 88 destinazioni extraUe contro le 76 di quando c’era la Magliana. E con molta più concorrenza. Merito della rinegoziazione degli accordi bilaterali. L’ultimo tassello che manca è l’ok a Singapore Airlines per proseguire su New York il volo in arrivo a Milano».
Ritornerete a distribuire il dividendo?
«Vedremo. Di sicuro oggi siamo più efficienti con meno costi e più traffico. Siamo quasi riusciti a risanare persino Sea Handling, dove, senza scontri sociali e in controtendenza rispetto a un trend di esternalizzazione di questi servizi, abbiamo ridotto le croniche perdite di 50 milioni l’anno ai 6,7 del primo semestre. L’obiettivo è il pareggio nel 2012».
E adesso?
«Stiamo lavorano su due grandi progetti strategici. Il primo è il Fly via Milano, una sperimentazione che partirà dal prossimo novembre assemblando, con un nostro servizio web dedicato, i voli di diversi vettori in transito su Malpensa, consentendo ai passeggeri di fare un solo biglietto anche su aerolinee differenti. Una sorta di hub virtuale creato da Sea, che dovrebbe garantirci un consolidamento importante sul lungo raggio. Segnalo che i transiti da Malpensa con Lufthansa sono in crescita quest’anno del 30%».
E l’alleanza con Bergamo?
«È la seconda sfida che abbiamo davanti, quella del consolidamento del sistema aeroportuale del Nord Italia. La fusione di Malpensa e Linate con Orio al Serio è in fase molto avanzata. Poi punteremo su Brescia e Verona, specializzando ogni singolo scalo secondo le sue vocazioni e ottenendo importanti sinergie. È un’operazione in linea con il piano di riorganizzazione degli aeroporti nazionali. Un’ottima fotografia alla cui realizzazione però, in attesa di una atto necessario di pianificazione nazionale, lavoreranno le singole aziende. Realizzando lo studio nella pratica».
A che punto sono i negoziati con Enac e ministero dell’Economia per il contratto di programma?
«Siamo a ottimo punto. E sarà un passo fondamentale. Una volta firmato, avremo un quadro certo su regole e investimenti per un arco temporale ampio. E assieme con i ritocchi alle tariffe anche più certezze sui ricavi prospettici».
Chiuse le alleanze societarie e firmato il contratto di programma si potrà tornare a ragionare sulla quotazione?
«Sono scelte che dovrà fare l’azionista. Di sicuro una Sea con i conti a posto in un quadro normativo chiaro è pronta per il mercato».
A che punto è il progetto per la terza pista?
«Stiamo lavorandoci. Anche quest’anno abbiamo messo in cantiere 70 milioni di investimenti e stanzieremo 1,6 miliardi nei prossimi anni. Intanto, tra l’altro, abbiamo ottenuto con Malpensa la certificazione dell’Airport Carbon Accreditation, che certifica per Sea l’impatto zero sulle emissioni di CO2. Siamo gli unici in Europa assieme a Stoccolma ad essere arrivati a questo risultato».
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2010/10/11/af0economiaitaliana/013malpinsa.html
Bonomi: "Senza più Alitalia conti più sani e nuove linee"
ETTORE LIVINI
Affarie & Finanza
la Repubblica
Missione compiuta. A due anni dall’addio di Alitalia, Malpensa e Linate sono riuscite a voltare pagina. Un po’ di passeggeri mancano ancora all’appello (20,7 milioni nei primi nove mesi dell’anno contro i 23 del 2007) ma per il resto – come conferma il presidente della Sea Giuseppe Bonomi – «i numeri sono quelli di una realtà in decisa crescita». Salgono le compagnie che atterrano a Milano («siamo passati in due anni da 77 a 110 garantendo molta più concorrenza ai passeggeri»), aumentano i passeggeri («+7,4% a Malpensa da inizio anno») e migliorano anche i dati di bilancio. «Il primo semestre si è chiuso con 15,1 milioni di utile – dice Bonomi – ben più degli 8,9 dello scorso anno su cui tra l’altro pesavano alcune entrate straordinarie». Il secondo semestre starebbe andando ancora meglio e il ritorno al dividendo, per la gioia del Comune di Milano, sembra a questo punto qualcosa più di un’ipotesi, in attesa della fusione con BergamoOrio al Serio «che è ormai a un passo».
Il peggio è davvero alle spalle?
«Sono convinto di sì, anche se non siamo ancora fuori del tutto dalla crisi. Senza la nube islandese, Malpensa sarebbe cresciuta dell’11,2%, il traffico merci – balzato del 27,6% rispetto al 2009 – è agli stessi livelli dell’era predehubbing grazie all’arrivo di sette nuovi vettori cargo. E persino Linate, ora che Alitalia pratica una politica tariffaria più aggressiva, ha ripreso a crescere con un +5,1% a settembre. E la cosa importante è che il 70% degli incrementi arriva da aerolinee tradizionali e non da lowcost».
Alitalia però non sembra aver alcuna intenzione di riportare voli intercontinentali su Milano...
«Ci consoliamo con l’arrivo di tanti altri vettori. Oggi Malpensa opera su 88 destinazioni extraUe contro le 76 di quando c’era la Magliana. E con molta più concorrenza. Merito della rinegoziazione degli accordi bilaterali. L’ultimo tassello che manca è l’ok a Singapore Airlines per proseguire su New York il volo in arrivo a Milano».
Ritornerete a distribuire il dividendo?
«Vedremo. Di sicuro oggi siamo più efficienti con meno costi e più traffico. Siamo quasi riusciti a risanare persino Sea Handling, dove, senza scontri sociali e in controtendenza rispetto a un trend di esternalizzazione di questi servizi, abbiamo ridotto le croniche perdite di 50 milioni l’anno ai 6,7 del primo semestre. L’obiettivo è il pareggio nel 2012».
E adesso?
«Stiamo lavorano su due grandi progetti strategici. Il primo è il Fly via Milano, una sperimentazione che partirà dal prossimo novembre assemblando, con un nostro servizio web dedicato, i voli di diversi vettori in transito su Malpensa, consentendo ai passeggeri di fare un solo biglietto anche su aerolinee differenti. Una sorta di hub virtuale creato da Sea, che dovrebbe garantirci un consolidamento importante sul lungo raggio. Segnalo che i transiti da Malpensa con Lufthansa sono in crescita quest’anno del 30%».
E l’alleanza con Bergamo?
«È la seconda sfida che abbiamo davanti, quella del consolidamento del sistema aeroportuale del Nord Italia. La fusione di Malpensa e Linate con Orio al Serio è in fase molto avanzata. Poi punteremo su Brescia e Verona, specializzando ogni singolo scalo secondo le sue vocazioni e ottenendo importanti sinergie. È un’operazione in linea con il piano di riorganizzazione degli aeroporti nazionali. Un’ottima fotografia alla cui realizzazione però, in attesa di una atto necessario di pianificazione nazionale, lavoreranno le singole aziende. Realizzando lo studio nella pratica».
A che punto sono i negoziati con Enac e ministero dell’Economia per il contratto di programma?
«Siamo a ottimo punto. E sarà un passo fondamentale. Una volta firmato, avremo un quadro certo su regole e investimenti per un arco temporale ampio. E assieme con i ritocchi alle tariffe anche più certezze sui ricavi prospettici».
Chiuse le alleanze societarie e firmato il contratto di programma si potrà tornare a ragionare sulla quotazione?
«Sono scelte che dovrà fare l’azionista. Di sicuro una Sea con i conti a posto in un quadro normativo chiaro è pronta per il mercato».
A che punto è il progetto per la terza pista?
«Stiamo lavorandoci. Anche quest’anno abbiamo messo in cantiere 70 milioni di investimenti e stanzieremo 1,6 miliardi nei prossimi anni. Intanto, tra l’altro, abbiamo ottenuto con Malpensa la certificazione dell’Airport Carbon Accreditation, che certifica per Sea l’impatto zero sulle emissioni di CO2. Siamo gli unici in Europa assieme a Stoccolma ad essere arrivati a questo risultato».
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2010/10/11/af0economiaitaliana/013malpinsa.html