Sempre sul tema della navetta...da Repubblica, con tanto di enfasi e sensazionalismo giornalistico (...la guerra dell'Appennino...mah):
Aeroporti, ora scoppia la guerra dell'Appennino. Bologna organizza un bus navetta per "scippare" i passeggeri a Firenze e Pisa. Gli scali toscani, ancora divisi: "Concorrenza lecita, ora dobbiamo reagire"
di ERNESTO FERRARA
FIRENZE - I toscani non si sbrigano, e gli emiliani ne approfittano. Scoppia la guerra degli aeroporti tra le regioni rosse. Tra la Toscana, dove da tempo il governatore Enrico Rossi teorizza l'integrazione - mai avvenuta - tra gli scali di Pisa e Firenze, e l'Emilia Romagna, dove il Marconi di Bologna, forte di 5,8 milioni di passeggeri nel 2011 e con il nuovo collegamento con Mosca appena avviato con successo, ora sferra l'attacco "via terra" ai vicini toscani. Provando a prendersi non solo il bacino dell'utenza di Firenze ma lanciando l'opa sul mercato pisano: chi finora dalla Toscana ha guardato al Galilei come unica meta per imbarcarsi sui collegamenti intercontinentali o per prendere un low cost, d'ora in poi avrà Bologna a portata di mano con il nuovo "Appennino Shuttle".
L'operazione sta in un bus, una navetta gestita dalla società Ricci bus dell'imprenditore senese Stefano Rossi ma a cui la società Sab, che gestisce lo scalo bolognese, guarda con estremo favore. Una nuova linea di pullman che da qualche giorno collega la stazione Santa Maria Novella di Firenze all'aeroporto bolognese in 80 minuti, passando da Calenzano, nella Piana fiorentina, fermata pensata per i pratesi. Il doppio rispetto ai 37 minuti netti del treno Frecciarossa: però chi monta in bus non ha bisogno di fare scali, mentre col treno si sbarca alla stazione e poi, coi bagagli dietro, bisogna dirigersi alla fermata della navetta e attenderne la partenza. Altri 30-35 minuti per un totale di almeno un'ora
e trenta, cioè 90 minuti. Almeno 10 in più, senza contare la comodità. Non solo: 25-30 euro si spendono con l'Alta Velocità, mentre con il nuovo bus ne bastano 19 e sono previsti sconti per i bambini. Il biglietto si compra on line su www. appenninoshuttle. it, in agenzia o allo scalo bolognese.
"Il 6% dei nostri passeggeri è residente in Toscana", ha spiegato nei giorni scorsi la presidente dello scalo di Bologna, Giada Grandi, presentando il nuovo servizio, che ha l'obiettivo dichiarato di attrarre i toscani al Marconi per vacanze e viaggi d'affari. Secondo la Sab, che gestisce lo scalo sotto le Due Torri, ogni anno 250mila viaggiatori da Prato e Firenze partono già da Bologna. Però ora, con il nuovo servizio, il gioco si fa duro. Non è più questione di timide mire, in Toscana si inizia a pensare alla volontà di una vera caccia grossa. Perché l'aeroporto emiliano, non potendosi espandere a Nord, dove i più forti scali di Venezia e Milano la fanno da padroni, punta al vicino sud-ovest. Dove i due scali di Firenze e Pisa, il Vespucci e il Galilei, sono divisi e dunque più piccoli e più deboli: circa 2 milioni di passeggeri a Firenze e 4,5 a Pisa contro i 5,8 di Bologna. Che può anche vantare 100 destinazioni, 60 compagnie low cost e charter.
E così in Toscana, anche se lo shuttle per ora viaggia tutt'altro che pieno, il colpo inizia a sentirsi. Si tentano analisi: "Questa è un'ulteriore prova dell'intenzione di Bologna di espandersi, anche se è la prima volta che viene così apertamente allo scoperto. La crisi rende il mercato sempre più duro e spietato, gli aeroporti vogliono crescere e Bologna punta alla Toscana. La concorrenza è lecita, ma sta a noi impedire che altri la vincano", spiega l'amministratrice delegata di Pisa, Gina Giani. Convinta che ora una riflessione debba imporsi insieme a Firenze: una società unica tra i due scali, proprio quella che da tempo la Regione cerca invano di far nascere, darebbe al polo toscano maggiori possibilità di praticare offerte. Leggi sconti sui parcheggi o sui collegamenti. A Firenze invece si guarda allo shuttle come ad un pungolo a fare la nuova pista in grado di rendere il Vespucci un city airport degno di nome: "Non so se questo bus avrà successo o meno, ma non c'è dubbio che l'iniziativa ci dice che ora più che mai abbiamo bisogno di un'infrastruttura adeguata", osserva l'amministratore dello scalo fiorentino Biagio Marinò.