Ecco come tratta la notizia "LA STAMPA":
Due uomini di Cimoli
alla guida dell'Alitalia
Schisano e Spazzadeschi coordinatori della società
ALESSANDRO BARBERA
ROMA
Per evitare polemiche con i sindacati, contrari alla promozione dei due più stretti collaboratori di Giancarlo Cimoli, il consiglio di amministrazione ha scelto una formula ambigua: «coordinatori nella gestione dell’attività di impresa». Il primo nell’area operations, il secondo in quella financial-administration. In realtà il presidente di Alitalia Berardino Libonati, di fronte alla difficoltà di nominare un direttore generale per un periodo di tempo limitato, ha confermato lo status quo ai vertici della Magliana: Giancarlo Schisano resta direttore centrale della Produzione, Gabriele Spazzadeschi della Finanza. Con una differenza: da oggi, dopo l’addio di Cimoli, sono i due manager più alti in grado.
I problemi che stanno assorbendo le energie del consiglio che traghetterà Alitalia alla privatizzazione sono altri. Per il 29 marzo è fissata l’approvazione del bilancio 2006, sul quale pendono perdite non inferiori ai 380 milioni di euro e alle quali potrebbe aggiungersi la svalutazione della flotta. Alitalia viaggia sul filo delle perdite superiori al terzo del capitale, oggi pari a quasi 1,3 miliardi di euro. In quel caso il consiglio avrà di fronte a sé due strade: o ricostituire il capitale o far finta di nulla, rimandando la decisione di un anno. La questione è complicatissima, perché nel frattempo è prevista la vendita di Alitalia ad una delle cinque cordate in lizza. La «pulizia dei conti» voluta dal Tesoro (e sollecitata dalle cordate) potrebbe abbattere notevolmente il valore del 39,9% delle azioni in vendita, fin quasi ad azzerarlo se si considera che il vincitore della gara dovrà accollarsi anche 750 milioni di bond in scadenza nel 2010. Dal comunicato si capisce solo che il consiglio naviga a vista: «Abbiamo iniziato la disamina dei dati contabili, e fissato la prossima riunione al 9 marzo per proseguirne l’esame ed assumere le necessarie, conseguenti determinazioni».
E’ possibile che, in un modo o nell’altro, Alitalia eviti il superamento di quella soglia fatale. Tutto si gioca sul filo dei diritto. Una delle possibili soluzioni è l’approvazione, entro fine marzo, di un aggiornamento del piano industriale. Detta brutalmente: la svalutazione della flotta, e le maggiori perdite che ne conseguirebbero, possono essere compensate da un piano di esuberi. Libonati si tiene le mani libere: «Il consiglio per il momento non ha ritenuto di effettuare la revisione del piano, rinviando ogni valutazione». Se prima o dopo l’approvazione del bilancio, non è dato saperlo. Nel frattempo le cordate proseguono il proprio lavoro in vista dell’offerta da presentare entro il 16 aprile. Fonti ufficiali lo smentiscono, ma alcune voci raccontano che il fondo americano Texas Pacific teme che il risultato finale della gara sarà a favore di una delle cordate italiane.