La compagnia decide di liberare gli Slot non utilizzati e tagliare un centinaio di voli
Alitalia smobilita da Malpensa
Il governo apre un tavolo per Milano
Formigoni: «Decisione irresponsabile, l'esecutivo intervenga. Così lo scalo muore». I dubbi di Epifani
ROMA - Il governo, pur dimissionario, convoca un tavolo per Malpensa. Dopo la decisione di avviare al smobilitazione dallo scalo milanese annunciata giovedì sera dal cda di Alitalia - che rinuncerà a parte degli slot, ovvero delle finestre orarie di atterraggio e decollo, tagliando tra 100 e 150 voli – l’esecutivo ha deciso di riunire nei primi giorni della settimana prossima, forse già martedì, i ministri competenti e i vertici della Regione Lombardia. Lo ha comunicato il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, al governatore lombardo, Roberto Formigoni, uno tra i più allarmati e arrabbiati per la decisione di Alitalia.
FORMIGONI – «Il governo blocchi immediatamente questa decisione irresponsabile e non ceda al ricatto di una compagnia che è di sua proprietà e che è già fallita», ha detto Formigoni. Il governatore ha negato che la decisione, peraltro annunciata mesi fa assieme al piano industriale di Alitalia, fosse stata già comunicata al governatore e al sindaco di Milano, Letizia Moratti. Almeno, non in questi termini: «Nei colloqui e negli incontri si era convenuto che Alitalia – ha spiegato Formigoni – avrebbe ceduto in blocco gli slot a una compagnia da noi indicata, perché così facendo, si garantirebbe a Malpensa l'esistenza di un hub». Così, invece, è la tesi del governatore, «si uccide Malpensa. Il governo deve rendersene conto».
GLI SLOT - Alitalia ha deciso di rilasciare sull'aeroporto di Malpensa gli slot (bande orarie di decollo e atterraggio) che non intende utilizzare nella prossima stagione estiva, che avrà inizio il 30 marzo. Gli slot vengono assegnati dalla Iata per ogni aeroporto alle compagnie che ne fanno richiesta. Una volta abbandonati degli slot, subentra l'Assoclearance italiana a redistribuire le bande orarie. A Malpensa, Alitalia rinuncerebbe a pressappoco 50-100 delle sue circa 450 bande orarie giornaliere effettivamente utilizzate. Gran parte dei voli, per razionalizzare l’attività della compagnia, saranno spostati su Fiumicino, di fatto declassando l'hub varesino, nato dieci anni fa. È la fine delle ambizioni del Nord di avere sul territorio un grande aeroporto intercontinentale. E giovedì è arrivata anche la notizia del ricorso amministrativo da parte di AirOne, che potrebbe far saltare la vendita del gruppo ad Air France-Klm.
LA SEA FA CAUSA - Immediatamente la Sea, la società che gestisce lo scalo milanese, ha deciso di far partita un'azione giudiziaria con richiesta di risarcimento danni per il ridimensionamento di Malpensa. La causa è in corso di valutazione e potrebbe essere intrapresa, secondo quanto riportano fonti d'agenzia, nei confronti della stessa Alitalia e non del ministero del Tesoro. È stato però riferito che nessun atto formale al momento è stato intrapreso da Sea. L'ipotesi di un’azione legale contro Alitalia avrebbe provocato «irritazione», secondo quanto si apprende, a Palazzo Chigi.
RISCHIO FALLIMENTO – Il caso Alitalia è stato oggetto anche del Consiglio dei ministri di venerdì. La trattativa su Alitalia «deve andare avanti, altrimenti si rischia che l’azienda non esista più», ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti. Alitalia ha bisogno, secondo quando comunicato nei giorni scorsi dal cda, di una ricapitalizzazione urgente di almeno 750 milioni di euro, entro il prossimo giugno. Il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, ha invece preferito non commentare: «Ho espresso il mio parere in merito unicamente al presidente del Consiglio e mi rimetto alle sue decisioni».
EPIFANI, SOLUZIONI DA PONDERARE – Su Malpensa anche il segretario della Cgil, Guglielmi Epifani, ha mostrato la sua preoccupazione: «Si tratta di soluzioni che andavano ponderate meglio».
01 febbraio 2008
da corriere.it