Articolo del 1999 su Alitalia e KLM


Si ma il discorso non cambia, il destino di LIN era quello di city airport e solo per voli nazionali (se ne parlava da fine anni '80).
Il decreto di Bersani era un contentino per le compagnie straniere che chiaramente non volevano abbandonare l'idroscalo (da qui le richieste proprio di Prodi, presidente della CE e in debito con i governi degli altri stati), e di fatto spezzò le gambe ad Alitalia che si trovò da una parte un mostro da gestire come MXP e dall'altra un'aspirapolvere di passeggeri come LIN.
Sveglia ragazzi...

Per qualche info in più:
http://www.storiadimilano.it/citta/milanotecnica/volo/linate_malpensa.htm

http://archiviostorico.corriere.it/...Linate_2000_Quattro_ore_co_0_9804062262.shtml

http://archiviostorico.corriere.it/...pensa_trasloco_graduale_co_0_9909016898.shtml
 
posto questo pezzo perchè mi ha fatto cadere le braccia (visto che quello che ha detto questo signore è una vera Stronzata che merita anche la maiuscola iniziale)

Claudio Berra, uno degli animatori del Sulta. "Un trasferimento in massa senza informazioni e senza garanzie. Fra quattro o cinque anni, abbiamo letto, Linate dovra' tornare a smistare 6 - 7 milioni di passeggeri. E allora cosa dobbiamo fare? Lasciare le case vicine all'aeroporto per trovarne altre a Malpensa e poi fra qualche anno sentirci dire: contrordine, si torna indietro?"

come se Malpensa e Linate fossero distanti 900km
 
Comunque, per la cronaca, il decreto più sensato sulla limitazione di Linate porta la firma di Claudio Burlando, Ministro dei Trasporti del governo Prodi. Poi fate vobis.
 
Il Prodi pre-Commissione Europea...

Senza nulla togliere alla tua fonte, solo per ragionare su alcuni aspetti, i fatti noti sono che:

Burlando da ministro dei trasporti introduce la più severa limitazione di LIN (di fatto, sarebbe dovuta rimanere la navetta LIN/FCO);
Bersani allegerisce il decreto Burlando, ma pone limiti ben precisi (tra l'altro, giusto per fare un esempio, la LIN/FRA di LH sarebbe dovuta passare da 6 daily a daily...)
Prodi, da presidente del consiglio (per quanto uscente o comunque traballante), tenta la vendita all'asta di AZ e poi si dichiara favorevole all'acquisizione da parte di AF, andata in vacca per la nota iniziativa dei capitani coraggiosi.
Mi pare abbastanza strano, visti questi presupposti che indicano come la tendenza dei governi di CS fosse quella di vendere/fare fondere AZ o, in alternativa, permetterle di potere razionalmente lavorare su un hub adeguatamente "protetto" dalla concorrenza interna, mi pare strano dicevo che lo stesso Prodi sia sceso a patti con i vari governi per "ringraziare" per il voto remando in un senso in casa, ed in quello opposto in Europa. Vero è che, all'epoca, si dovette scontrare pesantemente con un suo alleato (Rutelli) che vinse la partita dei romani contro milanesi.
 
mi pare strano dicevo che lo stesso Prodi sia sceso a patti con i vari governi per "ringraziare" per il voto remando in un senso in casa, ed in quello opposto in Europa.
La tua lettura non mi pare per niente condivisibile e dimentica che nel 1998 il progetto era di costituire con KLM il principale vettore europeo, mentre nel 2008 si dovevano solo salvare i cocci del fallimento Alitalia.


EVITIAMO DI FAR SCIVOLARE IL THREAD IN POLITICA
 
La tua lettura non mi pare per niente condivisibile e dimentica che nel 1998 il progetto era di costituire con KLM il principale vettore europeo, mentre nel 2008 si dovevano solo salvare i cocci del fallimento Alitalia.


EVITIAMO DI FAR SCIVOLARE IL THREAD IN POLITICA

E' vero, ma in entrambi i casi si tentava di lavorare razionalmente per gestire/salvare in modo profittevole capra (AZ) e cavoli (MXP). Quello che mi pare strano è la notizia del "patto" per fare fallire la join venture con KLM, che è in contrasto con quanto si fece all'epoca e con le scelte successive, che andavano (a mio parere, e posso anche sbagliarmi) nella medesima direzione.
Non la butto in contrapposizione politica, ma trattandosi di scelte politiche è difficile tenerla fuori. Mi limito a ragionare sulle scelte che, da quanto ricordo, furono fatte, ed alle visioni che stavano dietro queste scelte. Tutto qui.
 
Più penso a quella fusione più mi girano, ora dovevamo avere Alitalia-Klm e non Air France-Klm.
quando partì il progetto Malpensa 2000 klm che voli operava da Mxp?
 
E' vero, ma in entrambi i casi si tentava di lavorare razionalmente per gestire/salvare in modo profittevole capra (AZ) e cavoli (MXP). Quello che mi pare strano è la notizia del "patto" per fare fallire la join venture con KLM, che è in contrasto con quanto si fece all'epoca e con le scelte successive, che andavano (a mio parere, e posso anche sbagliarmi) nella medesima direzione.
Non la butto in contrapposizione politica, ma trattandosi di scelte politiche è difficile tenerla fuori. Mi limito a ragionare sulle scelte che, da quanto ricordo, furono fatte, ed alle visioni che stavano dietro queste scelte. Tutto qui.

Dan, pensa un pò alla cronistoria:

Presidenza del Consiglio Prodi 1996-1998 -> Decreto Burlando (limitazione LIN)

Presidenza della Commissione Europea Prodi 16 Settembre 1999

Presidenza del Consiglio D'Alema 1998-1999 -> Decreto Treu

Le compagnie straniere si oppongono ed ecco che arriva il parere della UE*.

Presidenza del Consiglio D'Alema 1999-2001 -> Decreto Bersani (sappiamo tutti).

Gli olandesi si spaventano, pagano la penale e se ne tornano alla chetichella in quel di Amsterdam.




*Altolà europeo a Malpensa e i voli restano a Linate
Repubblica
15 dicembre 1999 pagina 8 sezione: ECONOMIA
BRUXELLES - Contrordine: niente trasferimento dei voli da Linate a Malpensa, almeno per ora. La notizia è giunta alla Commissione europea nel tardo pomeriggio, quasi ad uffici chiusi, e ha concluso una giornata fra le più tese nei rapporti fra Roma a Bruxelles. "Prendendo atto" delle perplessità espresse in mattinata in una lettera inviatagli dal commissario europeo ai Trasporti, Loyola de Palacio, il ministro Tiziano Treu sospendeva la decisione adottata il giorno prima con un decreto. Nulla si muove, dunque, in attesa dei chiarimenti con la Commissione europea. "Nelle circostanze attuali era la decisione più ragionevole da prendere", commentava laconicamente la signora De Palacio aggiungendo: "Ora cerchiamo una soluzione il più rapidamente possibile". Ieri mattina partiva via fax da Bruxelles la risposta al decreto adottato il giorno prima dal governo italiano. Loyola de Palacio ricordava a Tiziano Treu i termini dell' accordo per il trasferimento dei voli a Malpensa in due tappe, al 15 dicembre e al 15 gennaio. "Tuttavia - continuava la lettera - il decreto fa intervenire nuovi elementi". "Se esso può essere interpretato come una conferma del trasferimento previsto a partire dal 15 dicembre, l' attuazione di quello ulteriore previsto per il 15 gennaio, nonché le misure di protezione dell' ambiente così come sono contenute nel decreto, fanno planare seri dubbi circa il rispetto delle condizioni concordate e le prospettive di sviluppo e di crescita del traffico a Malpensa". In chiaro: mentre il trasferimento del 15 dicembre è sicuro quello del mese successivo non lo è. Questo è contrario agli accordi e introduce discriminazioni fra le compagnie. Dunque, "nessuna decisione irreversibile" prima dei necessari "chiarimenti". "Le compagnie che non vorranno trasferirsi - spiegava un portavoce a Bruxelles - potranno rivolgersi ai tribunali italiani invocando il contenuto di questa lettera". E i "chiarimenti" sono venuti, dopo qualche debole tentativo di resistenza, un colloquio a Roma fra Treu e D' Alema, un breve colloquio a Strasburgo, a margine della riunione della Commissione europea, fra Romano Prodi e la sua commissaria alla politica dei Trasporti. La signora De Palacio sollecitava, e Treu prometteva, una risposta entro la serata. La riunione collegiale della Commissione si concludeva intorno alle 17 e i chiarimenti di Treu non erano ancora arrivati. Giungevano a Bruxelles un' ora dopo e il capo di gabinetto della signora De Palacio li comunicava per telefono alla sua commissaria. Più che di chiarimenti, in realtà, si trattava di una resa. Treu ha assicurato che il governo italiano "non intende fare nulla senza l' accordo della Commissione" e che "si muoverà in futuro, come ha fatto in passato, di concerto con Bruxelles". Intanto annulla le disposizioni del decreto in attesa di riesaminare la situazione - non si sa esattamente quando ma, si assicura, "in ogni caso prima di Natale" - con la Commissione europea. Soddisfatta, per ora, la Commissione di Bruxelles e soddisfatte anche le compagnie aeree. Appena hanno conosciuto il tenore della lettera della signora De Palacio a Tiziano Treu, British Airways, Iberia e Lufthansa hanno "formalmente chiesto al ministero dei Trasporti" di "confermare entro la serata il loro diritto di utilizzare l' aeroporto di Linate". Al contrario Air France faceva saper di non poter rinviare "per motivi operativi il proprio trasferimento" a Malpensa e si riservava però "di chiarire i propri diritti con le autorità italiane nei prossimi giorni". Le compagnie esprimevano anche "rammarico per non aver potuto trovare con le autorità italiane un accordo ragionevole nell' interesse di tutti ma soprattutto nell' interesse dei passeggeri che subiranno disagi". Intanto per la Sea, la società che gestisce Malpensa e Linate, si apre la prospettiva della quotazione in Borsa. La Giunta di Milano ha deciso di avvalersi di un advisor che dovrà assistere il Comune nella scelta della procedura di valorizzazione e privatizzazione della società. - dal nostro corrispondente FRANCO PAPITTO




Il resto è storia
 
@ Billy, grazie per il tassello mancante (il decreto Treu). Per quanto la tua ricostruzione sia plausibile, personalmente resto convinto che non rappresenti il reale motivo del fallimento di quell'operazione (peraltro, per alcuni aspetti me ne dolgo, visto che la mia idea è che la porcheria l'abbiamo organizzata tutta tra italiani per i soliti beceri motivi elettorali: se effettivamente è andata come dici tu, per quanto discutibile - per usare un eufemismo - il metodo, almeno avrebbe il pregio di avere fatto conseguire un prestigioso traguardo alla nazione).