E' vero, ma in entrambi i casi si tentava di lavorare razionalmente per gestire/salvare in modo profittevole capra (AZ) e cavoli (MXP). Quello che mi pare strano è la notizia del "patto" per fare fallire la join venture con KLM, che è in contrasto con quanto si fece all'epoca e con le scelte successive, che andavano (a mio parere, e posso anche sbagliarmi) nella medesima direzione.
Non la butto in contrapposizione politica, ma trattandosi di scelte politiche è difficile tenerla fuori. Mi limito a ragionare sulle scelte che, da quanto ricordo, furono fatte, ed alle visioni che stavano dietro queste scelte. Tutto qui.
Dan, pensa un pò alla cronistoria:
Presidenza del Consiglio Prodi 1996-1998 -> Decreto Burlando (limitazione LIN)
Presidenza della Commissione Europea Prodi 16 Settembre 1999
Presidenza del Consiglio D'Alema 1998-1999 -> Decreto Treu
Le compagnie straniere si oppongono ed ecco che arriva il parere della UE*.
Presidenza del Consiglio D'Alema 1999-2001 -> Decreto Bersani (sappiamo tutti).
Gli olandesi si spaventano, pagano la penale e se ne tornano alla chetichella in quel di Amsterdam.
*Altolà europeo a Malpensa e i voli restano a Linate
Repubblica
15 dicembre 1999 pagina 8 sezione: ECONOMIA
BRUXELLES - Contrordine: niente trasferimento dei voli da Linate a Malpensa, almeno per ora. La notizia è giunta alla Commissione europea nel tardo pomeriggio, quasi ad uffici chiusi, e ha concluso una giornata fra le più tese nei rapporti fra Roma a Bruxelles. "Prendendo atto" delle perplessità espresse in mattinata in una lettera inviatagli dal commissario europeo ai Trasporti, Loyola de Palacio, il ministro Tiziano Treu sospendeva la decisione adottata il giorno prima con un decreto. Nulla si muove, dunque, in attesa dei chiarimenti con la Commissione europea. "Nelle circostanze attuali era la decisione più ragionevole da prendere", commentava laconicamente la signora De Palacio aggiungendo: "Ora cerchiamo una soluzione il più rapidamente possibile". Ieri mattina partiva via fax da Bruxelles la risposta al decreto adottato il giorno prima dal governo italiano. Loyola de Palacio ricordava a Tiziano Treu i termini dell' accordo per il trasferimento dei voli a Malpensa in due tappe, al 15 dicembre e al 15 gennaio. "Tuttavia - continuava la lettera - il decreto fa intervenire nuovi elementi". "Se esso può essere interpretato come una conferma del trasferimento previsto a partire dal 15 dicembre, l' attuazione di quello ulteriore previsto per il 15 gennaio, nonché le misure di protezione dell' ambiente così come sono contenute nel decreto, fanno planare seri dubbi circa il rispetto delle condizioni concordate e le prospettive di sviluppo e di crescita del traffico a Malpensa". In chiaro: mentre il trasferimento del 15 dicembre è sicuro quello del mese successivo non lo è. Questo è contrario agli accordi e introduce discriminazioni fra le compagnie. Dunque, "nessuna decisione irreversibile" prima dei necessari "chiarimenti". "Le compagnie che non vorranno trasferirsi - spiegava un portavoce a Bruxelles - potranno rivolgersi ai tribunali italiani invocando il contenuto di questa lettera". E i "chiarimenti" sono venuti, dopo qualche debole tentativo di resistenza, un colloquio a Roma fra Treu e D' Alema, un breve colloquio a Strasburgo, a margine della riunione della Commissione europea, fra Romano Prodi e la sua commissaria alla politica dei Trasporti. La signora De Palacio sollecitava, e Treu prometteva, una risposta entro la serata. La riunione collegiale della Commissione si concludeva intorno alle 17 e i chiarimenti di Treu non erano ancora arrivati. Giungevano a Bruxelles un' ora dopo e il capo di gabinetto della signora De Palacio li comunicava per telefono alla sua commissaria. Più che di chiarimenti, in realtà, si trattava di una resa. Treu ha assicurato che il governo italiano "non intende fare nulla senza l' accordo della Commissione" e che "si muoverà in futuro, come ha fatto in passato, di concerto con Bruxelles". Intanto annulla le disposizioni del decreto in attesa di riesaminare la situazione - non si sa esattamente quando ma, si assicura, "in ogni caso prima di Natale" - con la Commissione europea. Soddisfatta, per ora, la Commissione di Bruxelles e soddisfatte anche le compagnie aeree. Appena hanno conosciuto il tenore della lettera della signora De Palacio a Tiziano Treu, British Airways, Iberia e Lufthansa hanno "formalmente chiesto al ministero dei Trasporti" di "confermare entro la serata il loro diritto di utilizzare l' aeroporto di Linate". Al contrario Air France faceva saper di non poter rinviare "per motivi operativi il proprio trasferimento" a Malpensa e si riservava però "di chiarire i propri diritti con le autorità italiane nei prossimi giorni". Le compagnie esprimevano anche "rammarico per non aver potuto trovare con le autorità italiane un accordo ragionevole nell' interesse di tutti ma soprattutto nell' interesse dei passeggeri che subiranno disagi". Intanto per la Sea, la società che gestisce Malpensa e Linate, si apre la prospettiva della quotazione in Borsa. La Giunta di Milano ha deciso di avvalersi di un advisor che dovrà assistere il Comune nella scelta della procedura di valorizzazione e privatizzazione della società. -
dal nostro corrispondente FRANCO PAPITTO
Il resto è storia