da varesenews.it
Malpensa - Secondo il progetto voluto da Sea ed elaborato dal Mitre, istituto di ricerca Usa, il rumore non sarà un problema
Terza pista, gli esperti americani: "Ecco perchè è necessaria"
Di terza pista di Malpensa si sente parlare a ritmo incalzante da anni. Ipotesi ne sono state fatte tante, molte delle quali sono rimaste voci. Dall’agosto 2006 c’è però un documento che potrebbe rappresentare una svolta per l’aeroporto varesino: lo ha sviluppato un istituto americano, il Mitre, centro di ricerca per lo sviluppo avanzato del sistema aeronautico, su mandato di Sea, società che gestisce gli scali milanesi di Malpensa e Linate. Sul progetto Mitre, durato due anni, costato 1,2 milioni di euro, le discussioni sono già cominciate: chi lamenta la mancanza di informazioni per gli enti locali del territorio e per i soggetti interessati, specialmente ambientalisti, chi giudica sbagliato parlare di terza pista, giudicata non prioritaria per i margini di sviluppo dello scalo della brughiera, chi chiede che vengano chiariti costi in denaro e impatto ambientale (il progetto comporta l’utilizzo di 330 ettari di terreno in pieno parco del Ticino), chi lamenta che la sua realizzazione comporterà l’abbattimento della nuova torre di controllo, costata 15 milioni di euro.
Nel documento (Mitre Mp 06W0000150), elaborato da 16 ricercatori, sono contenute le possibilità di sviluppo effettive di Malpensa per far fronte alla domanda di traffico, che dicono all’istituto di Washington, si prevede in aumento. Per questo la terza pista sarebbe necessaria, tenuto conto tre parametri di valutazione principali: sicurezza operativa, capacità aeroportuale e impatto del rumore. Non è un’opera che si può realizzare in breve tempo: ci vorranno anni, scrivono gli esperti del Mitre, e le operazioni su tre piste, una delle quali dovrebbe funzionare in modo indipendente rispetto alle altre due, richiede lo sviluppo di procedure nuove, attualmente non in uso in Italia e un addestramento ad hoc dei controllori di traffico aereo.
Il testo della ricerca del Mitre evidenzia una crescita rapida di Malpensa negli ultimi anni e individua, dai trend di crescita, una prossima saturazione dei flussi di traffico: il progetto di terza pista dovrebbe quindi partire immediatamente e dovrebbe essere parallela a quelle esistenti, orientata a sud ovest. Con una terza pista, spiega il Mitre, lo scalo di Malpensa sarebbe a posto per almeno altri 15 anni. Orientando la pista a sud ovest, prosegue il documento, non ci sarebbe esposizione al rumore sulla maggioranza delle aree residenziali vicine all’aeroporto.
Tra le ipotesi valutate, una sola è infatti stata giudicata valida per l’ubicazione della terza pista: lunga 2400 metri, parallela e collocata a sud ovest dell’attuale coppia di piste, orientata 1211 metri ad ovest della pista 35L, con uno spostamento di quest’ultima di 280 metri a sud, per permettere le partenze indipendenti dalla nuova pista. Il posizionamento della terza pista e il forte incremento di traffico in un lungo lasso di tempo previsto nello studio del Mitre non provocherà un aumento (definito nel testo della ricerca “trascurabile”) dell’esposizione al rumore per le comunità circostanti, salvo per una “moderata esposizione che interesserà una piccola parte di Tornavento. Nella ricerca si specifica che “ci sono promettenti sviluppi tecnologici in grado di contribuire a ridurre il rumore sulle aree sensibili e (…) si stanno introducendo in tutto il mondo nuove metodologie di navigazione in grado di ridurre la dispersione del tracciato di un volo”.
Infine, nel testo elaborato dal Mitre per Sea, si invita “a sviluppare al più presto le più opportune attività di predisposizione del master plan e le analisi relative: qualunque ritardo nella realizzazione di questa soluzione può portare a gravi problemi di saturazione e di ritardi”. Non tutti la penseranno così, ne siamo certi
Malpensa - Secondo il progetto voluto da Sea ed elaborato dal Mitre, istituto di ricerca Usa, il rumore non sarà un problema
Terza pista, gli esperti americani: "Ecco perchè è necessaria"
Di terza pista di Malpensa si sente parlare a ritmo incalzante da anni. Ipotesi ne sono state fatte tante, molte delle quali sono rimaste voci. Dall’agosto 2006 c’è però un documento che potrebbe rappresentare una svolta per l’aeroporto varesino: lo ha sviluppato un istituto americano, il Mitre, centro di ricerca per lo sviluppo avanzato del sistema aeronautico, su mandato di Sea, società che gestisce gli scali milanesi di Malpensa e Linate. Sul progetto Mitre, durato due anni, costato 1,2 milioni di euro, le discussioni sono già cominciate: chi lamenta la mancanza di informazioni per gli enti locali del territorio e per i soggetti interessati, specialmente ambientalisti, chi giudica sbagliato parlare di terza pista, giudicata non prioritaria per i margini di sviluppo dello scalo della brughiera, chi chiede che vengano chiariti costi in denaro e impatto ambientale (il progetto comporta l’utilizzo di 330 ettari di terreno in pieno parco del Ticino), chi lamenta che la sua realizzazione comporterà l’abbattimento della nuova torre di controllo, costata 15 milioni di euro.
Nel documento (Mitre Mp 06W0000150), elaborato da 16 ricercatori, sono contenute le possibilità di sviluppo effettive di Malpensa per far fronte alla domanda di traffico, che dicono all’istituto di Washington, si prevede in aumento. Per questo la terza pista sarebbe necessaria, tenuto conto tre parametri di valutazione principali: sicurezza operativa, capacità aeroportuale e impatto del rumore. Non è un’opera che si può realizzare in breve tempo: ci vorranno anni, scrivono gli esperti del Mitre, e le operazioni su tre piste, una delle quali dovrebbe funzionare in modo indipendente rispetto alle altre due, richiede lo sviluppo di procedure nuove, attualmente non in uso in Italia e un addestramento ad hoc dei controllori di traffico aereo.
Il testo della ricerca del Mitre evidenzia una crescita rapida di Malpensa negli ultimi anni e individua, dai trend di crescita, una prossima saturazione dei flussi di traffico: il progetto di terza pista dovrebbe quindi partire immediatamente e dovrebbe essere parallela a quelle esistenti, orientata a sud ovest. Con una terza pista, spiega il Mitre, lo scalo di Malpensa sarebbe a posto per almeno altri 15 anni. Orientando la pista a sud ovest, prosegue il documento, non ci sarebbe esposizione al rumore sulla maggioranza delle aree residenziali vicine all’aeroporto.
Tra le ipotesi valutate, una sola è infatti stata giudicata valida per l’ubicazione della terza pista: lunga 2400 metri, parallela e collocata a sud ovest dell’attuale coppia di piste, orientata 1211 metri ad ovest della pista 35L, con uno spostamento di quest’ultima di 280 metri a sud, per permettere le partenze indipendenti dalla nuova pista. Il posizionamento della terza pista e il forte incremento di traffico in un lungo lasso di tempo previsto nello studio del Mitre non provocherà un aumento (definito nel testo della ricerca “trascurabile”) dell’esposizione al rumore per le comunità circostanti, salvo per una “moderata esposizione che interesserà una piccola parte di Tornavento. Nella ricerca si specifica che “ci sono promettenti sviluppi tecnologici in grado di contribuire a ridurre il rumore sulle aree sensibili e (…) si stanno introducendo in tutto il mondo nuove metodologie di navigazione in grado di ridurre la dispersione del tracciato di un volo”.
Infine, nel testo elaborato dal Mitre per Sea, si invita “a sviluppare al più presto le più opportune attività di predisposizione del master plan e le analisi relative: qualunque ritardo nella realizzazione di questa soluzione può portare a gravi problemi di saturazione e di ritardi”. Non tutti la penseranno così, ne siamo certi