Secondo me a qualcuno nella redazione romana del Corriere non sta tanto simpatica Ryanair...
Fonte:
corriere
IL VOLO LAMEZIA-ROMA
«Fate più in fretta, l’aereo decolla!»
E per 7 minuti la Ryan non rimborsa
La corsa per evitare di «sforare» le tre ore. Dopo l’arrivo a Fiumicino un sms della compagnia: «Il ritardo è stato di 2 ore 53 minuti». I dubbi dei passeggeri
ROMA - «Svelti signori, a bordo...» «Forza, si sieda!» La fretta, dopo ore di attesa, a molti dei passeggeri del volo in partenza da Lamezia e diretto a Roma è parsa sospetta. «Ma che ve svejate ora?», ha esclamato un giovanotto. «Dovevamo decolla’ alle 18.25 e so’ le 9 e mezza!», ha detto un altro. Appunto. Attenzione agli orari. È grazie a pochi giri di lancetta che la Ryanair, l’altra sera, è riuscita a risparmiare un bel gruzzolo. La «sfida» cronometrica di cui sono stati protagonisti hostess e steward, infatti, aveva come deadline i 180 minuti, vale a dire le tre ore di ritardo oltre le quali scatta il diritto alla «compensazione pecuniaria». Nel regolamento allegato domenica sera dalla stessa Ryanair a uno degli sms di «scuse», il rimborso è fissato in 250 euro. Una bella cifra, a conti fatti. E deve essere stata proprio questa alla base della movimentata parte finale del viaggio.
L’imbarco accelerato
Sulle prime, per la verità, i messaggi erano ispirati a toni amabili, non ansiogeni: «Gentile cliente, Ryanair si scusa sinceramente...» Poi, quando il ritardo aveva superato l’ora e mezza e la cena in famiglia (saltata) si avvicinava, la compagnia aveva giocato la carta dei buoni-pasto da 5 euro spendibili al bar, distribuiti a tutti. A quel punto, sfamati (si fa per dire) i passeggeri, dalle 21 si è entrati nella fascia a rischio. Per evitare il maxi-rimborso era infatti tassativo giungere a Roma entro le 22.40 e così, d’improvviso, la scena del ritorno a casa ha assunto i tempi accelerati delle comiche di Ridolini. «Avanti, biglietti!» «Prego, l’imbarco è lì, non lo vede?!» «Signora, la valigiaaa!»
Quando si calcola l’arrivo?
Alle 21.40 l’aereo si è alzato sul cielo calabrese e, dopo un volo agitato da qualche scossone, in poco meno di un’ora era a Fiumicino. Dove, però, si è posta un’altra questione: cosa si deve intendere per «arrivo»? Il momento in cui le ruote toccano l’asfalto? Quando il velivolo si ferma? L’istante in cui si aprono le porte? Orologi alla mano, molti giuravano di aver messo il naso fuori, sulla scaletta, alle 10 meno un quarto. Ma poco dopo i cellulari hanno lampeggiato di nuovo. «Spett.le cliente, il volo Lamezia-Roma è arrivato con 2 ore e 53 minuti di ritardo...» Era l’ennesimo sms del «signor Ryan», stavolta dal tono più formale. Sette maledetti minuti, che fanno la differenza...