And the winner is.... Per la serie come inventarsi un articolo dal nulla


Lo stesso quotidiano, lo scorso 21 dicembre, nella parte finale di un articolo intitolato “La nuova Alitalia tra Sud America e Asia” (pg. 11), riporta tra virgolette quanto segue: «In effetti – spiega un esperto del settore come Cesare Pozzi, docente della Luiss di Roma – la scelta di avere due hib, Fiumicino e Malpensa, negli ultimi anni è stata disastrosa. Nessun altro paese europeo li ha.». E' possibile che un esperto del settore non sappia che Monaco e Francoforte sono entrambi hub, entrambi in Germania e la Germania sia in Europa? (Questo indipendentemente dal fatto che anche a me sembrava che suddividere i non numerosissimi voli intercontinentali AZ fra due hub fosse penalizzante, ferma restando la possibilità di offrire coincidenze a MXP anche a quei voli per i quali la domanda p2p fosse tale da giustificare il doppione).
 
Certo che la collega che cerca di spiegare il problema tranquillizzando e paragonando il problema con quello alla macchina. .. avrebbe dovuto rispondere col classico urlo disperato e professionale: "moriremo tutti!" e correre come una matta su e giù per il corridoio del 747....
Sono schifato

Se siete d'accordo questa volta scriverei una bella lettera aperta al Direttore del SecoloXIX e per conoscenza al giornalista che ha scritto l'articolo, al Direttore dell'apt e ad AZ.
Prima vediamo se riusciamo ad ottenere qualche info ulteriore.
Questa volta vorrei che non passasse così.
È il minimo!
 
spiega un esperto del settore come Cesare Pozzi, docente della Luiss di Roma – la scelta di avere due hib, Fiumicino e Malpensa, negli ultimi anni è stata disastrosa. Nessun altro paese europeo li ha.». E' possibile che un esperto del settore non sappia che Monaco e Francoforte sono entrambi hub, entrambi in Germania e la Germania sia in Europa?

Vabè, lui parlava di hib, non di hub. :clown:
Scherzi a parte, bella topica, avrà aggiunto la classica frase di troppo per sottolineare come AZ non potesse permetterselo, dato il network "stitico". Per altro, tecnicamente, anche DUS è un hub LH.
 
Allora, io propongo di aprire un thread apposito dal titolo "cazzate dei giornali online" (perchè non credo si possano nemmeno definire cazzate giornalistiche visto che i collaboratori di tanti giornali online NON sono giornalisti, ma aspiranti tali). Alla fine che sia Genova o Roma, che sia AZ o Ryan, il denominatore comune è riempire una pagina e procurarsi clic necessari ad aumentare il numero di contatti e la possibilità di raccogliere pubblicità. Nulla di più. NON è informazione, è intrattenimento.....
 
Secondo me a qualcuno nella redazione romana del Corriere non sta tanto simpatica Ryanair...

Fonte: corriere

IL VOLO LAMEZIA-ROMA
«Fate più in fretta, l’aereo decolla!»
E per 7 minuti la Ryan non rimborsa
La corsa per evitare di «sforare» le tre ore. Dopo l’arrivo a Fiumicino un sms della compagnia: «Il ritardo è stato di 2 ore 53 minuti». I dubbi dei passeggeri

ROMA - «Svelti signori, a bordo...» «Forza, si sieda!» La fretta, dopo ore di attesa, a molti dei passeggeri del volo in partenza da Lamezia e diretto a Roma è parsa sospetta. «Ma che ve svejate ora?», ha esclamato un giovanotto. «Dovevamo decolla’ alle 18.25 e so’ le 9 e mezza!», ha detto un altro. Appunto. Attenzione agli orari. È grazie a pochi giri di lancetta che la Ryanair, l’altra sera, è riuscita a risparmiare un bel gruzzolo. La «sfida» cronometrica di cui sono stati protagonisti hostess e steward, infatti, aveva come deadline i 180 minuti, vale a dire le tre ore di ritardo oltre le quali scatta il diritto alla «compensazione pecuniaria». Nel regolamento allegato domenica sera dalla stessa Ryanair a uno degli sms di «scuse», il rimborso è fissato in 250 euro. Una bella cifra, a conti fatti. E deve essere stata proprio questa alla base della movimentata parte finale del viaggio.

L’imbarco accelerato
Sulle prime, per la verità, i messaggi erano ispirati a toni amabili, non ansiogeni: «Gentile cliente, Ryanair si scusa sinceramente...» Poi, quando il ritardo aveva superato l’ora e mezza e la cena in famiglia (saltata) si avvicinava, la compagnia aveva giocato la carta dei buoni-pasto da 5 euro spendibili al bar, distribuiti a tutti. A quel punto, sfamati (si fa per dire) i passeggeri, dalle 21 si è entrati nella fascia a rischio. Per evitare il maxi-rimborso era infatti tassativo giungere a Roma entro le 22.40 e così, d’improvviso, la scena del ritorno a casa ha assunto i tempi accelerati delle comiche di Ridolini. «Avanti, biglietti!» «Prego, l’imbarco è lì, non lo vede?!» «Signora, la valigiaaa!»

Quando si calcola l’arrivo?
Alle 21.40 l’aereo si è alzato sul cielo calabrese e, dopo un volo agitato da qualche scossone, in poco meno di un’ora era a Fiumicino. Dove, però, si è posta un’altra questione: cosa si deve intendere per «arrivo»? Il momento in cui le ruote toccano l’asfalto? Quando il velivolo si ferma? L’istante in cui si aprono le porte? Orologi alla mano, molti giuravano di aver messo il naso fuori, sulla scaletta, alle 10 meno un quarto. Ma poco dopo i cellulari hanno lampeggiato di nuovo. «Spett.le cliente, il volo Lamezia-Roma è arrivato con 2 ore e 53 minuti di ritardo...» Era l’ennesimo sms del «signor Ryan», stavolta dal tono più formale. Sette maledetti minuti, che fanno la differenza...