--spero non sia già stato postato--
http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/169925
Ieri il Cagliari-Linate delle 13.10 ha dovuto invertire la rotta e tornare a Elmas dieci minuti dopo il decollo, a causa di un guasto all'impianto di pressurizzazione: l'aereo della Meridiana è atterrato senza problemi, poco prima che dalle cappelliere scendessero le maschere d'ossigeno. I passeggeri sono ripartiti circa un'ora dopo, su un altro velivolo
L'Md 82 aveva appena iniziato la fase di crociera: la pista di Elmas era ormai lontana e l'aereo della Meridiana aveva completato il decollo da dieci minuti quando gli steward si sono avvicinati ai passeggeri delle prime file. «Torniamo indietro, non funziona bene l'impianto di pressurizzazione». Una spiegazione sintetica data con molta calma, per evitare di allarmare le cento persone a bordo del volo delle 13,10 diretto a Milano-Linate. Qualcuno si era già accorto dell'avaria: i più sensibili sentivano una pressione eccessiva alle orecchie, accompagnata da un rumore di fondo più potente del solito. Un frastuono che molti hanno collegato solo dopo l'annuncio dell'equipaggio al guasto dell'impianto.
ROTTA SU CAGLIARI Così il capitano ha invertito la rotta, puntando nuovamente su Cagliari: l'ossigeno all'interno della fusoliera stava cominciando a scarseggiare e nel giro di pochi minuti si sarebbero aperti automaticamente gli sportelli delle cappelliere, facendo scendere le maschere d'emergenza. Altri dieci minuti di volo, a una quota più bassa come ordina la procedura in questi casi, e l'aereo è atterrato senza problemi sulla pista del Mario Mameli: i passeggeri sono stati fatti scendere a terra e riaccompagnati nell'area partenze, in attesa che i tecnici preparassero un altro Md 82 al decollo. «Ci hanno spiegato subito quello che stava succedendo», racconta una passeggera, «e una volta atterrati è stato comunicato che sarebbe arrivato un aereo sostitutivo. Molti di noi si sono accorti che c'era qualcosa che non andava perché il fastidio alle orecchie, che solitamente si sente solo durante il decollo, è durato più del solito».
LA PAURA Una volta seduti nelle poltroncine azzurre del gate, qualcuno si è fatto prendere dalla paura ma alla fine tutti sono risaliti sul volo diretto a Linate, dopo un'attesa di circa un'ora. Il tempo necessario per verificare le apparecchiature dell'aereo, portare a termine il rifornimento di carburante e trasferire da una fusoliera all'altra i bagagli già imbarcati. Solo dopo il decollo, un'hostess si è lasciata sfuggire una ricostruzione un po' meno tranquillizzante dell'episodio: l'ossigeno all'interno della cabina stava per scendere sotto il livello minimo e di lì a poco sarebbero calate dall'alto le maschere d'emergenza. Una procedura automatica, che però avrebbe dato un tono decisamente meno tranquillo al tragitto di rientro verso Elmas.
I PRECEDENTI I guasti all'impianto di pressurizzazione non sono frequentissimi, ma nella maggior parte dei casi si risolve tutto con un atterraggio di emergenza. L'ultimo episodio simile nei cieli sardi risale al novembre del 2007: un Boeing 737 della compagnia turca Pegasus, diretto a Barcellona, fu costretto a fermarsi ad Alghero. E un'avaria di questo tipo causò nell'agosto 2005 la strage - centoventuno vittime - dei passeggeri a bordo di un altro Boeing della compagnia Helios airways, precipitato vicino ad Atene.
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Ieri il Cagliari-Linate delle 13.10 ha dovuto invertire la rotta e tornare a Elmas dieci minuti dopo il decollo, a causa di un guasto all'impianto di pressurizzazione: l'aereo della Meridiana è atterrato senza problemi, poco prima che dalle cappelliere scendessero le maschere d'ossigeno. I passeggeri sono ripartiti circa un'ora dopo, su un altro velivolo
L'Md 82 aveva appena iniziato la fase di crociera: la pista di Elmas era ormai lontana e l'aereo della Meridiana aveva completato il decollo da dieci minuti quando gli steward si sono avvicinati ai passeggeri delle prime file. «Torniamo indietro, non funziona bene l'impianto di pressurizzazione». Una spiegazione sintetica data con molta calma, per evitare di allarmare le cento persone a bordo del volo delle 13,10 diretto a Milano-Linate. Qualcuno si era già accorto dell'avaria: i più sensibili sentivano una pressione eccessiva alle orecchie, accompagnata da un rumore di fondo più potente del solito. Un frastuono che molti hanno collegato solo dopo l'annuncio dell'equipaggio al guasto dell'impianto.
ROTTA SU CAGLIARI Così il capitano ha invertito la rotta, puntando nuovamente su Cagliari: l'ossigeno all'interno della fusoliera stava cominciando a scarseggiare e nel giro di pochi minuti si sarebbero aperti automaticamente gli sportelli delle cappelliere, facendo scendere le maschere d'emergenza. Altri dieci minuti di volo, a una quota più bassa come ordina la procedura in questi casi, e l'aereo è atterrato senza problemi sulla pista del Mario Mameli: i passeggeri sono stati fatti scendere a terra e riaccompagnati nell'area partenze, in attesa che i tecnici preparassero un altro Md 82 al decollo. «Ci hanno spiegato subito quello che stava succedendo», racconta una passeggera, «e una volta atterrati è stato comunicato che sarebbe arrivato un aereo sostitutivo. Molti di noi si sono accorti che c'era qualcosa che non andava perché il fastidio alle orecchie, che solitamente si sente solo durante il decollo, è durato più del solito».
LA PAURA Una volta seduti nelle poltroncine azzurre del gate, qualcuno si è fatto prendere dalla paura ma alla fine tutti sono risaliti sul volo diretto a Linate, dopo un'attesa di circa un'ora. Il tempo necessario per verificare le apparecchiature dell'aereo, portare a termine il rifornimento di carburante e trasferire da una fusoliera all'altra i bagagli già imbarcati. Solo dopo il decollo, un'hostess si è lasciata sfuggire una ricostruzione un po' meno tranquillizzante dell'episodio: l'ossigeno all'interno della cabina stava per scendere sotto il livello minimo e di lì a poco sarebbero calate dall'alto le maschere d'emergenza. Una procedura automatica, che però avrebbe dato un tono decisamente meno tranquillo al tragitto di rientro verso Elmas.
I PRECEDENTI I guasti all'impianto di pressurizzazione non sono frequentissimi, ma nella maggior parte dei casi si risolve tutto con un atterraggio di emergenza. L'ultimo episodio simile nei cieli sardi risale al novembre del 2007: un Boeing 737 della compagnia turca Pegasus, diretto a Barcellona, fu costretto a fermarsi ad Alghero. E un'avaria di questo tipo causò nell'agosto 2005 la strage - centoventuno vittime - dei passeggeri a bordo di un altro Boeing della compagnia Helios airways, precipitato vicino ad Atene.