ROMA (MF-DJ)--L'Istituto Bruno Leoni conferma i suoi dubbi per una
fusione tutta italiana fra Alitalia ed Air One. Secondo l'istituto di
ricerca, "la fusione dei due vettori italiani non creerebbe il quarto
operatore europeo, ma solo il settimo con circa il 4% del mercato".
Inoltre "il concetto espresso dal presidente di Air One, di una
compagnia forte in Italia per essere forte all'estero, sembra
prefigurare una concezione di quasi monopolio sul mercato interno, in
particolare sulla tratta piu' redditizia Milano-Roma, incompatibile
con obiettivi di concorrenza e col benessere del consumatore, pertanto
non in linea con l'interesse del paese".
L'Istituto Bruno Leoni ritiene "particolarmente grave" l'affermazione
di Carlo Toto quando "chiede una privatizzazione al 100% italiana,
perche' se Alitalia fosse venduta agli stranieri non si potrebbe
condizionarne la gestione in funzione delle esigenze interne".
Infatti, secondo gli economisti dell'istituto, una soluzione
finalizzata a salvaguardare le influenze politico-sindacali sulla
nuova Alitalia" e' "esattamente la causa principale
dell'allontanamento da una corretta gestione imprenditoriale del
vettore pubblico".
Viene criticato inoltre il piano di Air One per la scarsa solidita'
finanziaria. "La compagnia italiana ha un fatturato pari alle perdite
annuali di Alitalia, circa 600 milioni di euro, e ad oggi solamente la
Camera di Commercio di Milano, un ente pubblico, si e' detta disposta
ad aiutare Toto. Questo finanziamento sarebbe considerato un aiuto di
Stato dall'Unione Europea ed e' una via non percorribile".