Non c'è dubbio che il diritto sugli slot abbia natura amministrativa e non sia assimilabile ad un diritto di proprietà. Però in Italia è possibile trasferire un diritto su una concessione, a meno che la concessione non sia fatta ad una persona per ragioni particolari, e a condizione che non sia pregiudicato il perseguimento delle finalità pubbliche. Per esempio: è possibile "comprare" la concessione di un posto barca e affittarla o rivenderla.
Nel caso degli slot noto che i) il codice della navigazione fa completo rinvio alla normativa regolamentare europea senza fare il minimo cenno alla natura concessoria dei diritti ii) la Commissione interpretando il regolamento ha detto che i trasferimenti dietro compensazine non sono vietati e iii) l'enac quando ha scritto la circolare che interpreta il regolamento degli slot si è limitata a dire che i trasferimenti si effettuano in base al regolamento, salvo il diritto di Assoclearance di approvare i trasferimenti (cosa peraltro ovvia). Se qualcuno avesse voluto vietare il trasferimento o lo scambio dietro compensazione monetaria, le occasioni per metterlo nero su bianco (come è stato fatto in altri paesi europei) non sono certo mancate.
Da un punto di vista pratico, il fatto che non ci siano precedenti secondo me è principalmente dovuto al fatto che l'unico aeroporto italiano sul quale sarebbe pensabile un mercato è LIN. Ma la regolamentazione dell'aeroporto fa sì che su molte rotte vi sia un duopolio e cedere gli slot di valore ad un concorrente significa darsi una fucilata sui piedi. Al massimo si danno in prestito a partner commerciali.