Alitalia integra Windjet, non Blue Panorama


L'alternativa per Wind jet, e per tutelarne i dipendenti qual'è? Continuare ad accumulare debiti e sperare che qualche santo prima o poi provveda?
Intanto grazie per i vostri apprezzamenti; rispondo a quanto sopra: una compagnia che ha base nel più produttivo in termini di revenue apt italiano, e che con una dozzina di aerei scarsi, porta a casa oltre 200k di revenue; dovrebbe trovare al proprio interno e nella propria realtà ambientale, il modo come salvarsi. Non certo cedendo assett ad AZ, mandando tutti in CIGS e provare una problematica procedure concorsuale. Credo che ci possano essere strade migliori: prima tra tutti capire il perché IV spende una immensità di soldi in manutenzione. No, perché siamo sempre tutti a dare addosso ai top manager, ma nessuno va mai ad analizzare il medium management, che poi è quello che spesso determina il destino di queste aziende. E comunque se questa è la soluzione migliore, bene, va bene così!!. 500 anime a casa e una falcidia sui creditori. Ha ragione Mauro, ormai Alitalia CAI docet!! Fermo restando che in linea di principio la tua riflessione e purtroppo drammaticamente pertinente.
 
Intanto grazie per i vostri apprezzamenti; rispondo a quanto sopra: una compagnia che ha base nel più produttivo in termini di revenue apt italiano, e che con una dozzina di aerei scarsi, porta a casa oltre 200k di revenue; dovrebbe trovare al proprio interno e nella propria realtà ambientale, il modo come salvarsi. Non certo cedendo assett ad AZ, mandando tutti in CIGS e provare una problematica procedure concorsuale. Credo che ci possano essere strade migliori: prima tra tutti capire il perché IV spende una immensità di soldi in manutenzione. No, perché siamo sempre tutti a dare addosso ai top manager, ma nessuno va mai ad analizzare il medium management, che poi è quello che spesso determina il destino di queste aziende. E comunque se questa è la soluzione migliore, bene, va bene così!!. 500 anime a casa e una falcidia sui creditori. Ha ragione Mauro, ormai Alitalia CAI docet!! Fermo restando che in linea di principio la tua riflessione e purtroppo drammaticamente pertinente.

la causa del tanti debiti secondo me stanno in quei 12 aerei: ormai o sei grande o muori...
 
Innanzitutto, non te l'ho detto prima, bentornato.
La mia riflessione, amara, nasce da un pensiero triste. In tutto il mondo le aziende nascono, falliscono, si accorpano, vanno in amministrazione controllata e così via, di solito se sono irrecuperabili il management ne risponde, i dipendenti perdono il lavoro e il mercato colma il vuoto (se c'è spazio) riassorbendo parte della manovalanza e del management. In italia si continua a mettere una pezza.
Alla fine sembra quasi che si giochi a fare il buco più grosso. Centinaia di dipendenti, decine se non centinaia di euro di passività non sono bruscolini e la forza contrattuale in questa situazione è comunque alta: o si trova una soluzione alla tarallucci e vino, oppure ci si trova con centiania di famiglie in affanno se non rovinate, creditori che iscrivono perdite a bilancio e vedono le loro prospettive di crescita tarpate,salvo fare pure loro il canto del cigno.
Spesso purtroppo chi ne fa le spese più pesantemente non sono i dipendenti e manager dell'azienda che ha fatto il botto iniziale, ma quelli dell'indotto che, magari si indebitano per il grosso contratto e di colpo rimangono con crediti inesigibili e con un buco di lavoro dovuto alla dipartita di un cliente importante. Questi imprenditori magari lavorano 15 ore al giorno e hanno messo in garanzia dell'azienda anche le mutande e i loro dipendenti, spesso e volentieri, hanno ancora meno tutele o non ne hanno proprio. In generale sentendo i dipendenti dell'azienda fallita, ristrutturanda o in crisi sembra che il management provenga direttamente dai gironi infernali, viceversa ascoltando il management le lacune sono nella forza lavoro, dall'ufficio acquisti alla produzione all'amministrazione. Le colpe probabilmente sono a tutti i livelli perchè il sistema Italia è demotivante da qualsiasi punto lo si guardi.

Provo a fare un paio di esempi. Compagnie (e aziende in generale) piccole e grandi fanno grande uso di stagionali, consapevoli che, prima di un posto fisso, li attende un lustro se non un decennio di precariato. La famiglia, un mutuo diventano un utopia.
L'azienda chiama in qualsiasi momento anche quando non dovrebbe e chiede cose che sono anche fuori dal perimetro contrattuale, forte del fatto che lo stagionale non dica mai di no, altrimenti il sogno di un CTD potrebbe essere downgradato a miraggio. A controbilanciare questa situazione deprimente c'è una parte di lavoratori intoccabili che, forti di un CTD, si attaccano alla gonna del sindacato alla minima cazzata, che ti tengono a terra l'aereo perchè il pasto non è di loro gradimento, che dicono meglio disoccupati che senza evidenti priviligi (senza sapere e immaginare cosa sia la vera disoccupazione o la precarietà). in questo contesto la motivazione evapora. Il precario sa che dovrà mangiare fango per anni o per sempre, il CTD sa che anche se non da il 100% il posto non lo perde comunque a meno di farla grossa, veramente grossa. Cosa spinge i due tipi di lavoratori, che sono esseri umani a dare il meglio? Fai il massimo, o il minimo, lo status non cambia, tanto vale tirare a campare. Anche il lavoratore più motivato, inserito in un contesto demotivante come quello italiano, finisce quasi sempre per adeguarsi all'andazzo, è fisiologico.

Parliamo del management. Come si fa carriera in italia? Per abilità? anche. Per meriti? anche. Per amicizia, nepotismo, e leccate varie? Spesso, troppo spesso. Mettiamo un ufficiale incompetente a guidare una truppa demotivata e la frittata è fatta. Se poi lo scazzo inizia dal generale la frittata è a livello azienda.
Premetto che non conosco la situazione interna di WindJet, ma se qualcosa non ha funzionato, lo ha fatto a tutti livelli. Magari scelte strategiche sbagliate, scelte operative sbagliate, dipendenti demotivati sono gli ingredienti di una sconfitta, soprattutto in un settore dove i margini sono risicati come l'aviazione commerciale. Non servono errori grossi, ma anche una piccola deviazione rispetto all'ottimale può portare a grossi problemi, e credo che i fatti lo dimostrino, e non solo in WJ, ma in tantissime aziende di ogni le dimensioni in tutta italia.

Discorso a parte per gli imprenditori. Fare impresa in italia non è facile, ed è ancora più difficile creare strutture che durino nel tempo. La nostra mentalità e la nostra "politica" porta a sviluppare aziende che rendano in poco tempo perchè la prassi è utile al privato e debito sul pubblico. Il sistema bancario non aiuta a creare piani decennali, lo stato soffoca chi investe sul lungo periodo, quindi spesso e volentieri il fare impresa diventa speculazione, porto a casa il più possibile, tanto poi qualche santo provvede. Anche l'imprenditore con l'idea geniale che nel lungo termine potrebbe portare ricchezza ha problemi o è impossibilitato a raccogliere fondi sul mercato. Molti se ne vanno, lasciando il paese sempre più in balia della mediocrità in cui ci stiamo crogiolando ormai da anni. Lo spirito del dopoguerra dov'è finito? Probabilmente sopraffatto dall'idea che i guadagni maggiori si ottengono facendo girare soldi, oltretutto si pagano anche meno tasse.

Perchè una compagnia o un azienda va male? Quanti leader motivatori che sono stati in compagnia a condividere un progetto con i dipendenti nell'aviazione in italia? Quanti dipendenti a tempo indeterminato sarebbero disposti a farsi maggiormente il mazzo con maggiore flessibilità, magari condivididendo un progetto con il management? Quanti precari sarebbero più motivati con una prospettiva di stabilizzazione in un periodo breve? Tutto il sistema è da riformare e nel bene o nel male bisognerebbe abbandonare gli usi e i costumi che ci rendono al pari degli altri paese latini (e cattolici) a far parte dei PIIGS.

Tornando nel merito, se un'azienda strutturata ha creato negli anni un debito al limite della sostenibilità, salvo miracoli è difficile riesca a risorgere dalle proprie ceneri senza una svolta epocale. C'è riuscita la FIAT che decotta, ha fatto tesoro della penale pagata da GM per andare avanti, ricapitalizzare e cambiare management. Come è visto in Italia Marchionne? Come il salvatore della FIAT, o come l'usurpatore dei diritti dei lavoratori?

Probabilmente è più comodo per tutti che Windjet venga smembrata e gli asset di valore assorbiti in AZ. Il debito andrà in parte sulle banche, che avranno qualche tornaconto altrove, sui fornitori che avranno grossi problemi e nessuno se ne accorgerà perchè (salvo suicidi) non fanno rumore. I dipendenti che passeranno in AZ andranno a stare meglio e quelli rimasti fuori dal perimetro faranno causa e magari verranno reintegrati in IV-AZ scavalcando altri precari che aspettano il loro turno da 15 anni. Insomma tutto bene.

Ovviamente il mio discorso è generale e nessuno di quelli che leggerà il post si riconoscerà nelle categorie sommariamente descritte. La colpa è sempre degli altri, siamo in Italia.
 
Non cito il lungo intervento. Le tue sono impressioni e constatazioni frutto probabilmente di esperienza in questo o in altri settori. Il quadro che dipingi è molto desolante e tutti vogliamo credere che le cose,col concorso di tutti,prima o poi andranno meglio. Mancano le linee guida. In compenso,per ciò che concerne la manovalanza,le cose,almeno nel trasporto aereo,sono cambiate. Da anni ormai. La caduta degli dei ( leggasi Alitalia) ha posto il sigillo finale e archiviato il passato che tu richiami nel tuo lungo intervento. Oggi si parte anche senza pasti,la malattia selvaggia è un lontano ricordo,gli stipendi non sono più quelli di una volta,si lavora molto ( a prescindere dal grado) in un contesto incerto e altamente competitivo. Dal mio punto di vista ci sono molte lacune nella comunicazione tra manager e dipendenti. Il solco è stato tracciato,in particolare per ciò che concerne le prospettive future,che nessuno sembra conoscere con chiarezza. L'italica presunzione di amministrare una compagnia aerea dalla sala Briefing in compagnia della scarsa conoscenza delle condizioni di lavoro che spesso vengono imposte senza se o ma fanno il resto.

Ci scommetto i "gioielli di famiglia" che se la risposta fosse arrivata da un forumista vicino agli ambienti dirigenziali la risposta sarebbe stata diametralmente opposta alla tua, e le colpe sarebbero state da altra parte.

mi cito

Ovviamente il mio discorso è generale e nessuno di quelli che leggerà il post si riconoscerà nelle categorie sommariamente descritte. La colpa è sempre degli altri, siamo in Italia.




Infatti, è sempre colpa è sempre degli altri.
 
Caro Doctorstein
Complimenti per questa bellissima disamina. Davvero complimenti.
Tu citi Marchionne, io personalmente lo reputo un grandissimo manager che ha imparato dall'altra parte dell'oceano la filosofia del business, e la sta cercando con successo di impiegare in una realtà molto molto difficile come quella che tu così bene descrivi. Marchionne è l'esempio di una cultura economica dove ad esempio il concetto di fallimento non è inteso come qui in senso negativo, o di gogna, ma come un momento da cui far tesoro degli errori commessi per migliorarsi e integrarsi sempre meglio nel sistema. Non credo che in USA ci sarebbe mai stata la vergogna italiana dei suicidi di tanti imprenditori del nord est uccisi dalla cultura del finto perbenismo dei professionisti masmediologi del giustizialismo, che si arricchiscono giudicando l'operato altrui o ancor peggio sentenziando sulla onestà o meno di manager, imprenditori etc etc. come se loro avessero chissà quale diritto di giudicare. O vogliamo parlare del sistema giudiziario, in Italia la legge fallimentare mai realmente riformata, è composta da norme che risalgono ai tempi di Mussolini ovvero ai Decreti Regi degli anni '40, e spesso è amministrata da magistrati che non hanno letteralmente idea di un bilancio o di sistemi economici in generale, ma che hanno l'intento punitivo verso l'imprenditore il loro fine ultimo. Allora comprendi che fare impresa in Italia di fronte ad una sempre crescente esigenza di globalizzazione, risulta sempre più arduo, all'interno di un sistema di questo tipo. Personalmente credo che le colpe siano equamente divise tra tutti noi, noi che votiamo e mandiamo a governare una classe politica sempre più involuta e ignorante, noi che tolleriamo che in questo paese un giudice che sbaglia non debba pagare alcunché, noi che guardiamo Santoro ed il suo clan raccontarci come stanno le cose etc, etc ,etc. Allora in tutto questo ci sta che non è importante la verità reale, ma è importante la verità che i media costruiscono a tavolino. Oggi si parla spesso per stereotipi, quello è un delinquente, quell'altro è bravo, quell'altro non ha idea..... peccato che spesso sono proprio i costruttori di giudizi che spesso non hanno idea di cosa stanno scrivendo. Vedi personalmente ho cercato scrivendo in questo splendido forum di analizzare solo dati, cercando di evitare posizioni preconcette. Scrivere che BV è di fatto in default, ad un aziendalista convinto nel valore dell'impresa quale mi reputo, non fa piacere, ma purtroppo la legge dei numeri in economia è l'unica che non ti fa correre il rischio di scrivere cavolate. Ora la tue bellissime riflessioni, hanno un epilogo (quando nelle ultime righe affronti nel dettaglio la situazione di Wind Jet) che è strettamente connesso alla domanda che mi hai posto. Ora capisco anche il perché della tua domanda, tu alla luce delle informazioni mediatica, trai la corrette conclusioni che una persona per bene è portata a intendere. Bene io leggendo i numeri di AZ e di IV, mi augurerei che quella che tu descrivi sia la conclusione, personalmente temo invece che sia un'altra la conclusione. Io credo che non un solo dipendente di IV entrerà in AZ, o meglio forse una decina nella migliore delle ipotesi, ma giusto per giustificare l'assett. Qui si è solo voluto comprare un mercato e non una azienda o un ramo di azienda. Ecco perché pur condividendo le tue sacrosante affermazioni alla Tua domanda iniziale se ci fosse una soluzione migliore, io non sono nessuno per dirti la mia su quale soluzione avrei adottato, nel senso che sarebbe solo la mia opinione effimera, ma posso però risponderti che sono certo che quella che si sta concretizzando sia la situazione peggiore e sono come sempre i numeri a dichiararlo: vi saranno oltre 100 k di debiti e quindi di indotto (soprattutto i piccoli fornitori) che come giustamente scrivi piangerà lacrime amare, si perderà occupazione in una zona di Italia, che non è il Piemonte o la Lombardia o il Veneto, quindi a mio avviso, il tasso critico di questi disoccupati se possibile è ancora più grave, infine Alitalia avrà investito una cifra che se pur insignificante nel mare magnum del suo passivo, sarà un non senso. Quel tipo di pax migrerà a mio avviso altrove, e anche qui sono i dati a confortare questa ipotesi, il pax LC si identifica in un servizio che non può essere lo standard di una compagnia di bandiera, e tutte le iniziative delle major nel settore LC con marchi differenti, sono miseramente naufragate, anche la vecchia AZ ha fatto con Volare un bagno di sangue. Ma mi chiedo, se uno si è occupato di telefoni, di elettrodomestici, e non di aeroplani sarà molto difficile che in pochi giorni possa comprendere appieno una operazione del genere, solo perché lo smart carrier Airone ha fatto dei buoni risultati con 5 aeromobili. I risultati di Airone non possono essere letti al di fuori del contesto AZ, per il semplice fatto che al di la della effimera formalità del COA mantenuto per gli slot su LIN, tale carrier non ha alcuna autonomia sistemica, ed è solo un entità ormai molto piccola che opera all'interno del sistema organizzativo Alitalia, e quindi con dei costi operativi esorbitanti e con nessuna autonomia. Ma comunque non ci saranno problemi, il nuovo CEO, in Philips ne ha fulminato qualche migliaio di dipendenti, e allora continuerà l'opera del suo predecessore, via con l'ascia a tagliare senza rendersi conto che non è facendo macelleria sociale che si risolve il problema di AZ, basterebbe analizzare i numeri con il giusto livello di competenza di settore per rendersene conto. Ma in questa dimensione imprenditoriale che tu splendidamente descrivi, sembra che la competenza in relazione al modello di business, l'analisi, e il comportamento organizzativo come tu osservi, siano dei termini da extraterrestri...........
 
Caro Doctorstein
Complimenti per questa bellissima disamina. Davvero complimenti.
Tu citi Marchionne, io personalmente lo reputo un grandissimo manager che ha imparato dall'altra parte dell'oceano la filosofia del business, e la sta cercando con successo di impiegare in una realtà molto molto difficile come quella che tu così bene descrivi. Marchionne è l'esempio di una cultura economica dove ad esempio il concetto di fallimento non è inteso come qui in senso negativo, o di gogna, ma come un momento da cui far tesoro degli errori commessi per migliorarsi e integrarsi sempre meglio nel sistema. Non credo che in USA ci sarebbe mai stata la vergogna italiana dei suicidi di tanti imprenditori del nord est uccisi dalla cultura del finto perbenismo dei professionisti masmediologi del giustizialismo, che si arricchiscono giudicando l'operato altrui o ancor peggio sentenziando sulla onestà o meno di manager, imprenditori etc etc. come se loro avessero chissà quale diritto di giudicare. O vogliamo parlare del sistema giudiziario, in Italia la legge fallimentare mai realmente riformata, è composta da norme che risalgono ai tempi di Mussolini ovvero ai Decreti Regi degli anni '40, e spesso è amministrata da magistrati che non hanno letteralmente idea di un bilancio o di sistemi economici in generale, ma che hanno l'intento punitivo verso l'imprenditore il loro fine ultimo. Allora comprendi che fare impresa in Italia di fronte ad una sempre crescente esigenza di globalizzazione, risulta sempre più arduo, all'interno di un sistema di questo tipo. Personalmente credo che le colpe siano equamente divise tra tutti noi, noi che votiamo e mandiamo a governare una classe politica sempre più involuta e ignorante, noi che tolleriamo che in questo paese un giudice che sbaglia non debba pagare alcunché, noi che guardiamo Santoro ed il suo clan raccontarci come stanno le cose etc, etc ,etc. Allora in tutto questo ci sta che non è importante la verità reale, ma è importante la verità che i media costruiscono a tavolino. Oggi si parla spesso per stereotipi, quello è un delinquente, quell'altro è bravo, quell'altro non ha idea..... peccato che spesso sono proprio i costruttori di giudizi che spesso non hanno idea di cosa stanno scrivendo. Vedi personalmente ho cercato scrivendo in questo splendido forum di analizzare solo dati, cercando di evitare posizioni preconcette. Scrivere che BV è di fatto in default, ad un aziendalista convinto nel valore dell'impresa quale mi reputo, non fa piacere, ma purtroppo la legge dei numeri in economia è l'unica che non ti fa correre il rischio di scrivere cavolate. Ora la tue bellissime riflessioni, hanno un epilogo (quando nelle ultime righe affronti nel dettaglio la situazione di Wind Jet) che è strettamente connesso alla domanda che mi hai posto. Ora capisco anche il perché della tua domanda, tu alla luce delle informazioni mediatica, trai la corrette conclusioni che una persona per bene è portata a intendere. Bene io leggendo i numeri di AZ e di IV, mi augurerei che quella che tu descrivi sia la conclusione, personalmente temo invece che sia un'altra la conclusione. Io credo che non un solo dipendente di IV entrerà in AZ, o meglio forse una decina nella migliore delle ipotesi, ma giusto per giustificare l'assett. Qui si è solo voluto comprare un mercato e non una azienda o un ramo di azienda. Ecco perché pur condividendo le tue sacrosante affermazioni alla Tua domanda iniziale se ci fosse una soluzione migliore, io non sono nessuno per dirti la mia su quale soluzione avrei adottato, nel senso che sarebbe solo la mia opinione effimera, ma posso però risponderti che sono certo che quella che si sta concretizzando sia la situazione peggiore e sono come sempre i numeri a dichiararlo: vi saranno oltre 100 k di debiti e quindi di indotto (soprattutto i piccoli fornitori) che come giustamente scrivi piangerà lacrime amare, si perderà occupazione in una zona di Italia, che non è il Piemonte o la Lombardia o il Veneto, quindi a mio avviso, il tasso critico di questi disoccupati se possibile è ancora più grave, infine Alitalia avrà investito una cifra che se pur insignificante nel mare magnum del suo passivo, sarà un non senso. Quel tipo di pax migrerà a mio avviso altrove, e anche qui sono i dati a confortare questa ipotesi, il pax LC si identifica in un servizio che non può essere lo standard di una compagnia di bandiera, e tutte le iniziative delle major nel settore LC con marchi differenti, sono miseramente naufragate, anche la vecchia AZ ha fatto con Volare un bagno di sangue. Ma mi chiedo, se uno si è occupato di telefoni, di elettrodomestici, e non di aeroplani sarà molto difficile che in pochi giorni possa comprendere appieno una operazione del genere, solo perché lo smart carrier Airone ha fatto dei buoni risultati con 5 aeromobili. I risultati di Airone non possono essere letti al di fuori del contesto AZ, per il semplice fatto che al di la della effimera formalità del COA mantenuto per gli slot su LIN, tale carrier non ha alcuna autonomia sistemica, ed è solo un entità ormai molto piccola che opera all'interno del sistema organizzativo Alitalia, e quindi con dei costi operativi esorbitanti e con nessuna autonomia. Ma comunque non ci saranno problemi, il nuovo CEO, in Philips ne ha fulminato qualche migliaio di dipendenti, e allora continuerà l'opera del suo predecessore, via con l'ascia a tagliare senza rendersi conto che non è facendo macelleria sociale che si risolve il problema di AZ, basterebbe analizzare i numeri con il giusto livello di competenza di settore per rendersene conto. Ma in questa dimensione imprenditoriale che tu splendidamente descrivi, sembra che la competenza in relazione al modello di business, l'analisi, e il comportamento organizzativo come tu osservi, siano dei termini da extraterrestri...........

Ti me gha copa! Areo! Ti presento mi Marchione che axe paesan. Oltre oceano di vin gha impara o buzines
 
Premesso che mettere a terra migliaia, centinaia o anche solo poche decine di dipendenti è una cosa triste in qualsiasi contesto. Per quanto possa sembrare cinico, la funzione di un'azienda è creare utile, non creare posti di lavoro. Per molti imprenditori (vedi Ferrero) esiste un modello etico dentro cui operare, almeno nei paesi sviluppati, per altri esistono solo i numeri: I soldi, i bilanci e i dipendenti. In una situazione di mercato in crescita è facile, volendo, impiegare il personale in eccesso per creare nuovi asset e creare ulteriore margine per gli investitori, evitando di fare macelleria sociale. In un mercato come quello aereo, soprattutto in italia, non c'è spazio per tali manovre espansive.
La macelleria sociale temo diventi inevitabile, anche a causa degli eccessi precedenti. Un buon imprenditore dovrebbe far lavorare i dipendenti al limite della curva di produttività, e li ricompensararli adeguatamente. Purtroppo questo in Italia non è possibile per storture del mercato del lavoro, di una certa mentalità imprenditoriale e di un anacronistico conflitto di classe da noi non ancora risolto. Ovviamente i sistemi perfetti non esistono, non siamo perfetti noi come non è totalmente giusto il modello tedesco. L'unica differenza è che loro, con tutti i limiti che possono avere, crescono, noi siamo messi sempre peggio. Come uscirne? Personalmente non ne ho idea. Le soluzioni che mi vengono in mente comporterebbero nell'immediato macelleria sociale e sacrifici tali da non essere accettati, probabilmente nemmeno con la garanzia di un futuro a medio termine più roseo per la nazione. Alla fine i soldi per il mutuo non ce li da la collettività, e le rate non sono posticipabili a tempi migliori. Dovevamo pensarci prima.
Tu che parli di numeri e che sei molto più addentro di me nell'airline biz, come metteresti una pezza ai conti di AZ, come salveresti i dipendenti di IV in un contesto di libero mercato, dove i nostri campioni nazionali soccombono sotto i colpi delle low cost estere e sovvenzionate indirettamente dalla pubblica amministrazione? Eticamente quanto scrivi è giusto, ma visto che sei un uomo di numeri, portami dei dati e delle soluzioni. Sul forum ci sono utenti molto più competenti di me sull'argomento, se si unissero alla discussione sicuramente il forum e noi tutti ne guadagneremmo.

Un ultima considerazione per quanto riguarda le low cost pure che funzionano e le succursali delle major con vocazione lowcost che naufragano. Tu da uomo di numeri quale sei citi i costi aziendali, i CSK, RPK e affini, io da creativo vedo il problema anche sotto un altro punto di vista. I numeri contano? L'ottimale sarebbe creare una controllata, completamente autnoma, anche a livello contrattuale, in modo da risparmiare su tutto, dalle forniture, ai dipendenti. Un dipendente Az guadagna mediamente di più di un CT che veste la sua stessa uniforme. Un dipendente di una lowcost dovrebbe avere un contratto ancora più aggressivo rispetto a chi lavora per una regional (che sul p2p non regala i biglietti, anzi). Ma lavorare per la stessa proprietà, con responsabilità simili a colleghi che guadagnano il doppio è doppiamente demotivante, a qualsiasi livello. Non sono numeri, ma non credo di poter essere confutato. Quindi in qualsiasi modo giri il problema sembra non esserci soluzione.
Perchè FR e U2 ci riescono? Perchè hanno una visione aziendale condivisa, sfruttano un turnaorund di persone, spesso al primo impiego e sono meno ministeriali di tante major, e soprattutto non hanno metri di paragone interni se non l'anziatià o l'assunzione diretta che avviene dopo un tot di tempo.
Ad esempio la mission di AP è presidiare MXP e tenere la bandiera su PSA, e forse sviluppare qualcosa su VCE. La mission di FR e U2 è stata ed è tuttora il rivoluzionare il mercato aereo in europa. Un dipendente in un contesto simile per quanto faticoso, è portata a far parte di un disegno vincente, e non si sente un pedone in una partita a scacchi giocata su posizioni e soprattutto l'obiettivo è vincere e non perdere il meglio (il meno) possibile.
 
Innanzitutto, non te l'ho detto prima, bentornato.
La mia riflessione, amara, nasce da un pensiero triste. In tutto il mondo le aziende nascono, falliscono, si accorpano, vanno in amministrazione controllata e così via, di solito se sono irrecuperabili il management ne risponde, i dipendenti perdono il lavoro e il mercato colma il vuoto (se c'è spazio) riassorbendo parte della manovalanza e del management. In italia si continua a mettere una pezza.
Alla fine sembra quasi che si giochi a fare il buco più grosso. Centinaia di dipendenti, decine se non centinaia di euro di passività non sono bruscolini e la forza contrattuale in questa situazione è comunque alta: o si trova una soluzione alla tarallucci e vino, oppure ci si trova con centiania di famiglie in affanno se non rovinate, creditori che iscrivono perdite a bilancio e vedono le loro prospettive di crescita tarpate,salvo fare pure loro il canto del cigno.
Spesso purtroppo chi ne fa le spese più pesantemente non sono i dipendenti e manager dell'azienda che ha fatto il botto iniziale, ma quelli dell'indotto che, magari si indebitano per il grosso contratto e di colpo rimangono con crediti inesigibili e con un buco di lavoro dovuto alla dipartita di un cliente importante. Questi imprenditori magari lavorano 15 ore al giorno e hanno messo in garanzia dell'azienda anche le mutande e i loro dipendenti, spesso e volentieri, hanno ancora meno tutele o non ne hanno proprio. In generale sentendo i dipendenti dell'azienda fallita, ristrutturanda o in crisi sembra che il management provenga direttamente dai gironi infernali, viceversa ascoltando il management le lacune sono nella forza lavoro, dall'ufficio acquisti alla produzione all'amministrazione. Le colpe probabilmente sono a tutti i livelli perchè il sistema Italia è demotivante da qualsiasi punto lo si guardi.

Provo a fare un paio di esempi. Compagnie (e aziende in generale) piccole e grandi fanno grande uso di stagionali, consapevoli che, prima di un posto fisso, li attende un lustro se non un decennio di precariato. La famiglia, un mutuo diventano un utopia.
L'azienda chiama in qualsiasi momento anche quando non dovrebbe e chiede cose che sono anche fuori dal perimetro contrattuale, forte del fatto che lo stagionale non dica mai di no, altrimenti il sogno di un CTD potrebbe essere downgradato a miraggio. A controbilanciare questa situazione deprimente c'è una parte di lavoratori intoccabili che, forti di un CTD, si attaccano alla gonna del sindacato alla minima cazzata, che ti tengono a terra l'aereo perchè il pasto non è di loro gradimento, che dicono meglio disoccupati che senza evidenti priviligi (senza sapere e immaginare cosa sia la vera disoccupazione o la precarietà). in questo contesto la motivazione evapora. Il precario sa che dovrà mangiare fango per anni o per sempre, il CTD sa che anche se non da il 100% il posto non lo perde comunque a meno di farla grossa, veramente grossa. Cosa spinge i due tipi di lavoratori, che sono esseri umani a dare il meglio? Fai il massimo, o il minimo, lo status non cambia, tanto vale tirare a campare. Anche il lavoratore più motivato, inserito in un contesto demotivante come quello italiano, finisce quasi sempre per adeguarsi all'andazzo, è fisiologico.

Parliamo del management. Come si fa carriera in italia? Per abilità? anche. Per meriti? anche. Per amicizia, nepotismo, e leccate varie? Spesso, troppo spesso. Mettiamo un ufficiale incompetente a guidare una truppa demotivata e la frittata è fatta. Se poi lo scazzo inizia dal generale la frittata è a livello azienda.
Premetto che non conosco la situazione interna di WindJet, ma se qualcosa non ha funzionato, lo ha fatto a tutti livelli. Magari scelte strategiche sbagliate, scelte operative sbagliate, dipendenti demotivati sono gli ingredienti di una sconfitta, soprattutto in un settore dove i margini sono risicati come l'aviazione commerciale. Non servono errori grossi, ma anche una piccola deviazione rispetto all'ottimale può portare a grossi problemi, e credo che i fatti lo dimostrino, e non solo in WJ, ma in tantissime aziende di ogni le dimensioni in tutta italia.

Discorso a parte per gli imprenditori. Fare impresa in italia non è facile, ed è ancora più difficile creare strutture che durino nel tempo. La nostra mentalità e la nostra "politica" porta a sviluppare aziende che rendano in poco tempo perchè la prassi è utile al privato e debito sul pubblico. Il sistema bancario non aiuta a creare piani decennali, lo stato soffoca chi investe sul lungo periodo, quindi spesso e volentieri il fare impresa diventa speculazione, porto a casa il più possibile, tanto poi qualche santo provvede. Anche l'imprenditore con l'idea geniale che nel lungo termine potrebbe portare ricchezza ha problemi o è impossibilitato a raccogliere fondi sul mercato. Molti se ne vanno, lasciando il paese sempre più in balia della mediocrità in cui ci stiamo crogiolando ormai da anni. Lo spirito del dopoguerra dov'è finito? Probabilmente sopraffatto dall'idea che i guadagni maggiori si ottengono facendo girare soldi, oltretutto si pagano anche meno tasse.

Perchè una compagnia o un azienda va male? Quanti leader motivatori che sono stati in compagnia a condividere un progetto con i dipendenti nell'aviazione in italia? Quanti dipendenti a tempo indeterminato sarebbero disposti a farsi maggiormente il mazzo con maggiore flessibilità, magari condivididendo un progetto con il management? Quanti precari sarebbero più motivati con una prospettiva di stabilizzazione in un periodo breve? Tutto il sistema è da riformare e nel bene o nel male bisognerebbe abbandonare gli usi e i costumi che ci rendono al pari degli altri paese latini (e cattolici) a far parte dei PIIGS.

Tornando nel merito, se un'azienda strutturata ha creato negli anni un debito al limite della sostenibilità, salvo miracoli è difficile riesca a risorgere dalle proprie ceneri senza una svolta epocale. C'è riuscita la FIAT che decotta, ha fatto tesoro della penale pagata da GM per andare avanti, ricapitalizzare e cambiare management. Come è visto in Italia Marchionne? Come il salvatore della FIAT, o come l'usurpatore dei diritti dei lavoratori?

Probabilmente è più comodo per tutti che Windjet venga smembrata e gli asset di valore assorbiti in AZ. Il debito andrà in parte sulle banche, che avranno qualche tornaconto altrove, sui fornitori che avranno grossi problemi e nessuno se ne accorgerà perchè (salvo suicidi) non fanno rumore. I dipendenti che passeranno in AZ andranno a stare meglio e quelli rimasti fuori dal perimetro faranno causa e magari verranno reintegrati in IV-AZ scavalcando altri precari che aspettano il loro turno da 15 anni. Insomma tutto bene.

Ovviamente il mio discorso è generale e nessuno di quelli che leggerà il post si riconoscerà nelle categorie sommariamente descritte. La colpa è sempre degli altri, siamo in Italia.
Cinico ma reale...

Relativamente al caso in questione AZ acquisisce un mercato interessante e redditizio ad una cifra relativamente ridotta, Pulvirenti alla fine porta a casa una perdita sopportabile e torna a puntare sul suo core-businnes e azzera i rischi connessi a IV, concordo con E.M. che di IV in AZ non ne passeranno molti, ma purtroppo alla fine è una delle cose più vicine al libero mercato che abbiamo in Italia.

I problemi di IV saranno ovviamente molteplici, ovviamente nel mercato odierno serve una dimensione critica minima per superare crisi come quella attuale, e ovviamente non è detto che basti.
 
@farfallina: modificherei questa frase così:


concordo con E.M. che di IV in AZ non ne passeranno molti*

*Salvo fare causa e entrare tutti in massa alla faccia di chi lavora anche da 10 anni come precario

Giusto o sbagliato che sia.
 
@farfallina: modificherei questa frase così:

Giusto o sbagliato che sia.
L'acquisizione di IV non è come quella di AP, non sono convinta che riuscirebbero a farsi assumere in massa... alla fine comunque il concetto non cambia molto, direi che cambia giusto chi riceverà il "cetriolone".
 
Ho riletto ciò che ho scritto. Per cercare di capire dove e come il senso delle mie parole potrebbe portare qualcuno ad una conclusione cosí sprezzante e priva di senso. Pessimo esempio di moderazione e amministrazione.

Premesso che il fatto che un utente sia moderatore o amministratore o membro del CD (o tutte e tre le cose) non gli preclude di esprimere la sua opinione personale, mi riferivo a questo passaggio:

L'italica presunzione di amministrare una compagnia aerea dalla sala Briefing in compagnia della scarsa conoscenza delle condizioni di lavoro che spesso vengono imposte senza se o ma fanno il resto.

Se avesse risposto un aziendalista convinto, avrebbe scritto più o meno così:

L'italica presunzione del personale di essere intoccabilie per diritto divino, in una compagnia aerea che opera in un mercato disastrato come l'italia, pronti a lamentarsi della dignità usurpata dall'uniforme delle AAVV, delle 890 ore di volato (strapagato), di pretendere in dormire in hotel di lusso, pickup con berlina premium, con scarsa conoscenza dei delicati equilibri permettono di pagare il carburante, gli stipendi e i fornitori fanno il resto.

Secondo il mio modesto parere la verità non è nemmeno quella che ironicamente scritto sopra. Probabilmente si perde nel grigio tra il tuo bianco e il mio nero.
Il problema è il sistema, dove il merito conta una decima parte della paraculaggine e delle protezioni politiche (per certi imprenditori in male fede) e sindacali (per certi dipendenti fancazzisti).
 
finalmente qualcuno che parla con cognizione causa.
Grazie
insomma, non e' che citando piu' o meno contestualmente qualche articolo del cc e confutando un pio di articoli si spieghi molto.
di fatto dell'operazione si sa poco se non un pio di dichiarazioni, sulle modalita' ancora meno, e sul reale stato della WJ rumors di colleghi amici e parenti a parte, meno ancora.
Che l'operazione, tranne per togliere le castagne dal fuoco a qualcuno, non abbia senso, soprattutto in questo momento ci vuole poco a dirlo e a capirlo
 
Degli ultimi interventi letti, francamente non saprei nemmeno chi quotare. Tutti in qualche modo avete scritto e descritto una realtà che vivo ed osservo da anni. L'assorbimento (o acquisizione o non so cosa sarà), la differenza abissale di contratto all'interno della stessa azienda, la demotivazione, il gap incolmabile tra il precario perenne e il sindacalizzato intoccabile, il management "sottobosco" che non filtra e non avvicina i dipendenti coi top manager, e ancora le cause vinte, quelle perse, chi perderà il lavoro e chi per miracolo si troverà in una realtà nuova avendo i cadaveri degli ex colleghi dietro e l'ostilità di quelli nuovi davanti. Non so quanti di voi scrivano per conoscenza diretta e quanti perchè hanno capito come funziona anche solo osservando dall'esterno. Se appartenete alla seconda categoria, doppio grazie. E' bello sapere che qualcuno da lì fuori inizia a vedere come funzionano le cose.
 
Non sono d'accordo su alcune posizioni riportate e mi permetto esprimere la mia:

1) Penso che AZ faccia un affare, ma penso anche che l'affare giovi alla solidità della Compagnia. Tutti scrivono che per essere forte AZ debba essere forte in Italia e questa mi pare la manovra più logica che AZ potesse fare per consolidarsi in Italia. Va a discapito delle tariffe sul CTA/FCO ? Ma si può veramente continuare a pensare di pagare 30 euro per una tratta del genere senza che chi la offra ci rimetta una valanga di soldi ?

2) Credo che i dipendenti WJ passino , all'interno della cessione del ramo d'azienda ,obbligatoriamente ad AZ , facendo parte del ramo d'azienda conferito. Verranno poi messi in parte in CIG : credo ( ma mi posso sbagliare) che sia meglio essere in CIG con CAI che in WJ , almeno nell'attuale momento.

3) Non commento la conduzione di WJ ma i dati di bilancio riportati nel thread una decina di pagine fa con un debito aziendale che negli ultimi anni è montato a livelli enormi ( mi pare fosse 130 mln di euro nell'ultimo bilancio riportato), doveva già indurre i fornitori a cessare le proprie forniture a WJ. In Italia esiste una legge sulla revocatoria che è chiarissima. Spiace ovviamente per i fornitori , ma è probabile quello che si accennava prima ad una Bad Company ed al successivo inevitabile fallimento.

4) I dipendenti qualcosa recupereranno dai "presunti" 20/30 mln di pagamento di CAI a favore di WJ (valore del ramo d'azienda) se si muovono immediatamente "inondando" di decreti ingiuntivi la Compagnia. (E' un suggerimento , ma per recuperare delle mensilità arretrate - se esistono - , non vedo altra soluzione in bonis).
 
Non sono d'accordo su alcune posizioni riportate e mi permetto esprimere la mia:

1) Penso che AZ faccia un affare, ma penso anche che l'affare giovi alla solidità della Compagnia. Tutti scrivono che per essere forte AZ debba essere forte in Italia e questa mi pare la manovra più logica che AZ potesse fare per consolidarsi in Italia...

Anche io sono dello stesso avviso.
Teniamo presente poi che esiste un grande mercato in Italia, figlio dell'emigrazione passata e recente, per i voli Nord/Sud e vv anche alla luce delle soppressioni dei notturni ferroviari.

Vedrei bene una "fusione" di IV in AP e togliendo dal mercato il marchio Wind Jet; con basi AP a Catania, Palermo, Napoli e Bari.