Alitalia, il CdA vara il nuovo Piano


Stato
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Chissa' se cambiera' la linea editoriale del Sole 24 Ore e se i commenti di Dragoni saranno piu' "misurati" nei confronti di AZ visto che il nuovo Presidente di Alitalia siede anche nel CDA del gruppo che controlla il quotidiano economico.
 
Chissa' se cambiera' la linea editoriale del Sole 24 Ore e se i commenti di Dragoni saranno piu' "misurati" nei confronti di AZ visto che il nuovo Presidente di Alitalia siede anche nel CDA del gruppo che controlla il quotidiano economico.

In giornali di un certo livello, certe cose non succedono. Spero ciò rimanga tale anche con Il Sole.
 
Continuerò a leggere il Sole 24 Ore come faccio da sempre.

La mia era una domanda più che legittima poiché il nuovo Presidente ha un doppio ruolo.

Non ho mai scritto contro Monte Rosa e nel post precedente in cui dicevo che per qualche giorno non avremmo letto le pagine del quotidiano economico era per riferirmi all'entrata in stato di agitazione dei giornalisti del suddetto quotidiano.

Ed il primo ad esserne dispiaciuto era il sottoscritto.

Quindi polemica chiusa.
 
These revenue improvements will be achieved through a steady increase of the Load Factor (rising from 78.7% in 2016 to 84.4% in 2019), offsetting an expected decrease in yield over the Plan period (-1% CAGR between 2017 and 2019), and a renewed focus on ancillary revenues, which are expected to reach approximately €14.6/passenger in 2019.The cost improvement program (covering both operating costs and manpower) will result in a bottom line effect of approximately €218 million in 2017, €388 million in 2018 and €428 million in 2019, respectively, bringing the CASK to €6.62 cts.In detail,

Collegato alle discussioni recenti sul misterioso cask di Alitalia, qua c'è qualche numero nero su bianco, anche se a essere esplicitato è solo quello target

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Un altro dettaglio che a più di qualcuno non piacerà, ma che sembra inevitabile, lo rivela questo articolo:


Alitalia, ipotesi garanzia pubblica
per sbloccare la ricapitalizzazione

Allo studio un fondo da 200 milioni per le banche. La trattativa con il governo


di Fabio Savelli

Milano. servono quasi 200 milioni. Sono poco più della metà dei soldi necessari ad Alitalia di “capitale aggiuntivo” (400 milioni) messi nero su bianco dal commercialista Riccardo Ranalli, esperto di procedure concorsuali, che ha bollinato il piano industriale al termine dell’ultimo consiglio di amministrazione. Sono soldi necessari, di riserva, nel caso ci fosse un disallineamento tra quanto i vertici di Alitalia intendono risparmiare – un miliardo in tre anni – e quanto effettivamente si riuscirà a portare a termine, soprattutto in considerazione della delicatissima trattativa con i sindacati sugli interventi di riduzione del costo del lavoro. I primi 200 li avrebbe già garantiti Etihad. La parte restante – mantenendo lo schema azionario attuale che vede al 51% la compagine Cai (che vede tra i soci Intesa Sanpaolo, Unicredit e anche Poste Italiane) e al 49% la compagnia emiratina – prevederebbe che fossero proprio le banche a doversi impegnare. Ma sia Intesa Sanpaolo, sia Unicredit – dopo aver bruciato almeno mezzo miliardo da soci della compagnia – non intendono farlo. Fonti vicine al dossier ritengono ormai ineludibile l’intervento pubblico per evitare che Alitalia fallisca.

Non è ancora chiaro lo schema che verrà adottato. Ma è cominciata da giorni una trattativa ai massimi livelli istituzionali che vedrebbe coinvolto anche il premier Paolo Gentiloni, oltre che i ministri competenti, cioè Carlo Calenda allo Sviluppo e Graziano Delrio ai Trasporti. E coinvolgerebbe anche Pier Carlo Padoan al Tesoro. L’ipotesi, per ora sottotraccia, è che le banche possano impegnarsi mettendo liquidità soltanto conferendola in un fondo con la garanzia dello Stato. Così in caso di perdite sarebbe il Tesoro a coprire. Il fallimento di Alitalia, secondo fonti vicine al dossier, significherebbero un esborso per lo Stato di almeno 10 miliardi. Comporterebbe 7.500 esuberi sui 12mila dipendenti attuali. Avrebbe ripercussioni sociali enormi in termini di sussidi e di assegni di ricollocazione. Significherebbe un impatto sul Pil italiano di difficile quantificazione, perché è complicato calcolare l’effetto sull’export italiano e le ricadute sul turismo.

A complicare il quadro c’è la variabile tempo. La compagnia ha ancora un mese di sopravvivenza prima di bruciare tutta la cassa che ha disposizione, visto che dai rubinetti della compagnia continua a fuoriuscire quasi un milione al giorno a causa di un modello di business rivelatosi fallimentare. I ricavi della compagnia, 3 miliardi nel 2015, derivano per il 70% dal corto e medio raggio. Segmento che ha portato ad una perdita operativa di oltre 250 milioni nell’ultimo anno, perché travolto dalla concorrenza delle compagnie a basso costo. Il lungo raggio, responsabile soltanto del 30% del giro d’affari, non riesce a compensare. Sono solo 27 gli aerei di Alitalia in grado di volare su tratte intercontinentali. Nel progetto di rilancio ne sono stati messi in cantiere altri 8 (2 nei prossimi due anni, sei entro il 2021). I sindacati ritengono siano pochi per parlare di rilancio. Ma la complessità della ristrutturazione sta nel fatto che ogni tratta intercontinentale da lanciare prevede tra i 18 e i 24 mesi per diventare profittevole. Qualunque essa sia, se non forse le rotte verso gli Stati Uniti che hanno tempi di startup molto più veloci (6 mesi) per portare utili, ma Alitalia in questo caso è spalle al muro per far parte di una joint-venture che ingloba anche l’americana Delta Airlines che non ha interesse a consentire alla compagnia di lanciare la Roma-San Francisco, di andare a Los Angeles tutto l’anno, di raddoppiare la Roma-Miami ora a cadenza giornaliera.
L’esecutivo sta cercando di trovare una mediazione tra azienda e sindacati che hanno proclamato lo sciopero per il 5 aprile. I numeri del piano sono un colpo allo stomaco per i confederali: un sesto del personale in esubero, impiegati negli uffici e agli imbarchi, tagli in busta paga tra il 22 e il 32% in funzione del ruolo. La sensazione è che questi numeri difficilmente reggeranno alla prova dei fatti. Se reggessero Alitalia sarebbe pronta persino a diventare la pedina di un disegno più ampio che coinvolgerebbe, tramite Etihad, anche la tedesca Lufthansa.
 
Il fallimento di Alitalia, secondo fonti vicine al dossier, significherebbero un esborso per lo Stato di almeno 10 miliardi. Comporterebbe 7.500 esuberi sui 12mila dipendenti attuali. Avrebbe ripercussioni sociali enormi in termini di sussidi e di assegni di ricollocazione. Significherebbe un impatto sul Pil italiano di difficile quantificazione, perché è complicato calcolare l’effetto sull’export italiano e le ricadute sul turismo.
Certe veline fanno quasi tenerezza per quanto sono spudorate.
 
Certe veline fanno quasi tenerezza per quanto sono spudorate.

Veramente. E' indecente che un giornalista di uno tra i più grandi quotidiani nazionali si abbassi sino a riportare per plausibile l'illazione di un sindacalaro ormai aggrappato al salvagente in mezzo all'oceano.

La vera notizia che dovrebbe far inorridire la gente è che le banche pretendano un fondo di garanzia dello Stato per rilanciare la compagnia.
 
La vera notizia che dovrebbe far inorridire la gente è che le banche pretendano un fondo di garanzia dello Stato per rilanciare la compagnia.
E' perchè tutti hanno una fiducia sconfinata nel trattato di fantascienz... ehm, nel piano industriale. Dove le entrate ancillarie per pax previste sono più alte di quelle che riesce ad ottenere FR (14.6€ contro 13.7).
 
E' perchè tutti hanno una fiducia sconfinata nel trattato di fantascienz... ehm, nel piano industriale. Dove le entrate ancillarie per pax previste sono più alte di quelle che riesce ad ottenere FR (14.6€ contro 13.7).

manco se vendono i gratta i vinci ci arrivano.
 
E' perchè tutti hanno una fiducia sconfinata nel trattato di fantascienz... ehm, nel piano industriale. Dove le entrate ancillarie per pax previste sono più alte di quelle che riesce ad ottenere FR (14.6€ contro 13.7).

14.6€? Aspirano a diventare il primo mercato volante della storia?
 
14.6 euro mi sembra un azzardo bello e buono. Devo comprare un panino e un modello di airbus 330-200 ogni volta per far quadrare loro i conti?
 
Sull'intervento pubblico Delrio smentisce. E' una barzelletta oramai.

Alitalia, Delrio: escludo intervento pubblico al 99%

Askanews19 marzo 2017

Roma, 19 mar. (askanews) - "Al 99% mi sento di escluderlo", così il ministro dei trasporti, Graziano Delrio, in una intervista al quotidiano La Repubblica, sulla nuova ristrutturazione di Alitalia che prevede oltre 2 mila esuberi.

La cifra comprenderebbe sia personale a tempo indeterminato che determinato e riguarda il solo personale di terra, nello specifico 1338 a tempo indeterminato, 558 a tempo determinato e 141 nelle sedi estere. L'azienda sarebbe inoltre intenzionata a ridurre del 51% l'organico negli uffici.
 
Aiuto di Stato che provocherebbe una procedura d'infrazione, ma ci vorrebbero due anni per un parere negativo UE e intanto campa cavallo.
 
Se dobbiamo litigare con la UE meglio pretendere che si annulli l'avanzo di 8 miliardi annui tra quello che paghiamo e quello che riceviamo, visto che il nostro reddito e' sceso sotto alla media UE. Altro che flessibilita' solo tenerci i nostri soldi. Poi con quella cifra si possono fare tante cose.
 
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