CONFRONTO SUI CONTI
Alitalia, la crisi di cassa non trovaancora soluzione
–Gianni Dragoni e Giorgio Pogliotti
12 aprile 2017
Il problema della mancanza di cassa di Alitalia potrebbe esplodere come una bomba a orologeria tra pochigiorni, al più tardi dopo Pasqua. Gli azionisti, banche e Etihad, non hanno risolto il problema della cassadella compagnia, che divora circa due milioni di euro al giorno. Il confronto con i sindacati sui tagli alpersonale è in salita.
Nelle ultime ore i tentativi di trovare una soluzione hanno fatto un passo indietro per l’indisponibilità aintervenire della Cassa depositi e prestiti (Cdp), il braccio dello Stato controllato con l’83% dal ministerodell’Economia.
Per le banche non è realistica la previsione dell’utile nel 2019
Ma senza una garanzia o coinvolgimento pubblico le banche - UniCredit e Intesa Sanpaolo le più esposte -non accettano di mettere altri soldi in una compagnia che presenta un piano industriale pieno di criticità econ fortissimi rischi, stimati in 1,3 miliardi di euro di ulteriore fabbisogno di cassa da qui al 2021. Le banchenon giudicano realistica la previsione dell’a.d., Cramer Ball, di riuscire a raggiungere l’utile operativo nel2019. La Cdp ha evitato, finora, di essere coinvolta in un’operazione che potrebbe costarle centinaia dimilioni di perdite.
Cassa depositi e prestiti ha escluso un intervento
Il dossier è stato portato nei giorni scorsi all’attenzione del gruppo guidato da Claudio Costamagna e FabioGallia. La richiesta di intervenire con circa 214 milioni è partita dalle banche, per valutare se fosse possibiledare una garanzia pubblica nella sottoscrizione del contingent equity, una riserva da utilizzare per coprire leulteriori perdite nel caso il piano non desse i risultati previsti, oppure un intervento azionario nella futuraricapitalizzazione. La Cdp, riferiscono fonti autorevoli, ha esaminato il dossier, ma alla luce dei vincoli distatuto (è vietato intervenire in società che non siano in equilibrio economico e non abbiano prospettive dicrescita e risanamento) e altri vincoli normativi ha verificato che non può fare il salvataggio di Alitalia.Questa posizione, da quanto trapela, è stata condivisa dal vertice di Cdp con i consiglieri di amministrazione.
La richiesta di una garanzia pubblica
Le banche azioniste della compagnia però continuano a dire che senza una garanzia pubblica noninietteranno nuovi soldi in Alitalia, né come linee di credito né come nuovi mezzi freschi attraverso unaricapitalizzazione. Pertanto al ministero dell’Economia si continua a studiare se sia possibile una soluzionealternativa. «La situazione resta complicata», ha detto ieri Luigi Gubitosi, il consigliere di Alitalia designatopresidente. I ricavi non stanno aumentando, le entrate ancillari previste dal piano non ci sono, i tagli deicosti diversi dal personale sono minimi, circa 20 milioni quelli realizzati, contro un obiettivo di arrivare a 160milioni solo quest’anno.
Trattativa in stallo tra azienda e sindacati
Intanto non decolla il negoziato traazienda e sindacati. Nella no stop in corso al Mise, le posizioni tra le parti restano distanti. Anzitutto èarrivata una “gelata” dal ministero del Lavoro che, dopo la verifica compiuta dall’Inps, forte di un parerelegale, ha spiegato che il Fondo del trasporto aereo non potrà essere utilizzato per sostenere gli esodivolontari.
È così venuto meno uno strumento che i sindacati avevano proposto di utilizzare per garantire l’uscita ainaviganti che nell’arco dei prossimi 4 anni matureranno i requisiti pensionistici. Per i contratti di solidarietàin scadenza ad agosto che interessano circa 400 naviganti c’è la disponibilità su un ulteriore anno dicopertura. Resta sul tavolo la seconda proposta dei sindacati: l’utilizzo del Fondo di settore per integrare idue anni di cassa integrazione straordinaria e due anni di Naspi per i 1.338 lavoratori del personale di terra,parte dei 2.037 esuberi previsti. Posizioni distanti sulle esternalizzazioni di attività che nei piani dellacompagnia interessano 813 dipendenti. Nei giorni scorsi si era ipotizzato per circa 300 addetti allamanutenzione il passaggio ad Atitech, con cui sono in corso le trattative, con la garanzia del posto di lavoro.Alitalia, secondo i sindacati, ha mostrato disponibililità a tenersi 200 dipendenti della manutenzione:«Chiedono una turnazione su 4 giorni la settimana con un ciclo lavorativo di 12 ore, per noi è insostenibile»,spiega Nino Cortorillo (Filt-Cgil).
In questo quadro pare difficile che venga rispettata la scadenza fissata dal governo per trovare un accordoentro domani, per consentire il 14 aprile di avviare la ristrutturazione finanziaria per un valore di pocoinferiore ai 2 miliardi. Il cda di Alitalia previsto per venerdì 14 è stato rinviato.
http://www.ilsole24ore.com/art/noti...va-ancora-soluzione-211003.shtml?uuid=AEg3Hj3