Alitalia entra a gamba tesa sull'alleanza tra Emirates e Malpensa
L'ex compagnia di bandiera ha inviato una lettera all'Enac per chiedere i dettagli sulla concessione della tratta tra l'aeroporto varesino e New York. Una mossa per destabilizzare il nascente legame tra la compagnia emiratina e lo scalo lombardo
MILANO - Alitalia torna a mettersi di traverso sul futuro di Malpensa. Dopo il drammatico addio del 2007, la compagnia tricolore è scesa in campo adesso per bloccare sul nascere il promettente flirt tra la Sea ed Emirates. L'aerolinea del Golfo è il cavallo di battaglia con cui i vertici dell'aeroporto stanno provando a rilanciare il sogno (per ora ancora tale) di un hub a Milano. A preannunciare l'offensiva di Alitalia è una lettera arrivata il 24 aprile scorso sul tavolo dell'Enac, l'Ente nazionale dell'aviazione civile. Nella missiva i vertici della Magliana chiedono ufficialmente "l'accesso alla documentazione relativa alla concessione dei diritti di Quinta libertà accordata ad Emirates per operare tra Malpensa e New York". L'aperitivo di una probabile azione legale per provare a "stoppare" il collegamento transatlantico.
L'obiettivo di questa mossa è chiaro: il vettore di Roberto Colaninno & C. teme che il lancio della tratta - autorizzata dall'Enac in via provvisoria per 18 mesi - sia solo il primo passo di una strategia più ambiziosa, destinata a fare dello scalo lombardo il mini-hub nel sud dell'Europa della potentissima compagnia araba. Attivando magari - sussurra il tam-tam di settore - una virtuosa alleanza con Easyjet che a Malpensa trasporta 6 milioni di passeggeri l'anno.
La compagnia del Golfo, del resto, non ha mai fatto mistero dei suoi interessi su Malpensa. Dove, tra l'altro, ha appena speso 2,5 milioni per una lounge extralusso riservata ai suoi clienti. Da Dubai a Milano volano già tre aerei al giorno e uno di questi, dal prossimo primo ottobre, proseguirà per New York a cifre - provando a prenotare ieri sul sito dell'aerolinea - che partono da circa 560 euro per il biglietto di andata e ritorno. Nei mesi scorsi anche Singapore Airlines aveva avuto l'ok da Enac per proseguire da Milano alla Grande Mela i suoi voli in arrivo dall'Asia. Ma, almeno fino a oggi, non ha attivato alcun servizio.
L'intervento a gamba tesa di Alitalia sulla vicenda Emirates torna a riaprire la ferita mai davvero rimarginata del de-hubbing. L'addio della compagnia tricolore a Milano per trasferire l'hub a Fiumicino è costato carissimo alla Malpensa: nel 2007 dall'aeroporto bustocco transitavano 24 milioni di passeggeri l'anno. Nel 2012 - malgrado il gran lavoro dei manager per tappare il buco - sono stati solo 18,5.
L'ex compagnia di bandiera ha inviato una lettera all'Enac per chiedere i dettagli sulla concessione della tratta tra l'aeroporto varesino e New York. Una mossa per destabilizzare il nascente legame tra la compagnia emiratina e lo scalo lombardo
MILANO - Alitalia torna a mettersi di traverso sul futuro di Malpensa. Dopo il drammatico addio del 2007, la compagnia tricolore è scesa in campo adesso per bloccare sul nascere il promettente flirt tra la Sea ed Emirates. L'aerolinea del Golfo è il cavallo di battaglia con cui i vertici dell'aeroporto stanno provando a rilanciare il sogno (per ora ancora tale) di un hub a Milano. A preannunciare l'offensiva di Alitalia è una lettera arrivata il 24 aprile scorso sul tavolo dell'Enac, l'Ente nazionale dell'aviazione civile. Nella missiva i vertici della Magliana chiedono ufficialmente "l'accesso alla documentazione relativa alla concessione dei diritti di Quinta libertà accordata ad Emirates per operare tra Malpensa e New York". L'aperitivo di una probabile azione legale per provare a "stoppare" il collegamento transatlantico.
L'obiettivo di questa mossa è chiaro: il vettore di Roberto Colaninno & C. teme che il lancio della tratta - autorizzata dall'Enac in via provvisoria per 18 mesi - sia solo il primo passo di una strategia più ambiziosa, destinata a fare dello scalo lombardo il mini-hub nel sud dell'Europa della potentissima compagnia araba. Attivando magari - sussurra il tam-tam di settore - una virtuosa alleanza con Easyjet che a Malpensa trasporta 6 milioni di passeggeri l'anno.
La compagnia del Golfo, del resto, non ha mai fatto mistero dei suoi interessi su Malpensa. Dove, tra l'altro, ha appena speso 2,5 milioni per una lounge extralusso riservata ai suoi clienti. Da Dubai a Milano volano già tre aerei al giorno e uno di questi, dal prossimo primo ottobre, proseguirà per New York a cifre - provando a prenotare ieri sul sito dell'aerolinea - che partono da circa 560 euro per il biglietto di andata e ritorno. Nei mesi scorsi anche Singapore Airlines aveva avuto l'ok da Enac per proseguire da Milano alla Grande Mela i suoi voli in arrivo dall'Asia. Ma, almeno fino a oggi, non ha attivato alcun servizio.
L'intervento a gamba tesa di Alitalia sulla vicenda Emirates torna a riaprire la ferita mai davvero rimarginata del de-hubbing. L'addio della compagnia tricolore a Milano per trasferire l'hub a Fiumicino è costato carissimo alla Malpensa: nel 2007 dall'aeroporto bustocco transitavano 24 milioni di passeggeri l'anno. Nel 2012 - malgrado il gran lavoro dei manager per tappare il buco - sono stati solo 18,5.