Ho letto in questo thread grandi apprezzamenti per Zeni ma cosa ha fatto di così importante per essere definito un grande manager ? bene guardiamo un pò al suo CV, entra in Alitalia nel giugno 1993, passa ad Air One nel 2003, dal 2004 al 2007 di nuovo in Alitalia, dal 2007 al 2009 consulenza strategica, dal 2009 fino al 2019 differenti ruoli con Blue Panorama fino ad arrivare al ruolo di amministratore delegato, da gennaio 2020 DG di Alitalia.
Non ho nulla contro Zeni ed ovviamente bisogna dargli una possibilità se dovesse ricoprire un ruolo chiave nella Nuova Alitalia nazionalizzata ma definirlo un grande manager per quello che ha fatto finora mi sembra eccessivo...
Alitalia e AirOne non sono esempi positivi come anche non possiamo dimenticare che BV è finita in amministrazione straordinaria quindi non capisco la scelta di affidare il rilancio di AZ ed un ex AZ che non ha un CV di un certo rilevo e che non è assolutamente paragonabile ai vari Ed Bastian, Willie Walsh, Carolyn McCall, Alex Cruz ( 13900 non rabbrividire...), Carsten Spohr, Michael O'Leary, Lundgren, Alan Joyce, Adel Ali, Tony Fernandes, Varadi e potrei fare altre decine di nomi...
Se proprio la scelta doveva ricadere su un italiano ex AZ il nome migliore sarebbe stato Marco Sansavini che sì ha fatto tanti anni in Alitalia, ma sta facendo da quasi 10 anni un'esperienza importante in IAG, prima come Chief Commercial Officer ad Iberia e tra poco come CEO di Vueling.
Zeni inoltre non mi è sembrato molto elegante ad attaccare le low cost in quanto si dovrebbe concentrare di più sul business plan di Alitalia (se il buongiorno si vede dal mattino tra qualche anno siamo di nuovo qui a parlare del salvataggio di Alitalia nazionalizzata), in quanto negli altri stati europei ci sono anche le compagnie low cost ma LH,BA,IB,AF,KL, etc. fanno profitti.
Direi inoltre da che pulpito viene la predica visto tutti i soldi pubblici che ha ricevuto Alitalia...per non dimenticare che anche Alitalia riceve incentivi dagli aeroporti, marketing incentives che sono comunque regolati da normative europee con la logica del MEO test, del resto nessuno vieta Alitalia a fare operazioni similari a Ryanair ( vedi Bergamo, Bologna, Bari, etc.) ed ottenere gli stessi importi che riceve FR.
Zeni cita la Spagna come benchmark ma non cita gli altri stati europei ( chissà perché) ma nominando la Spagna evidenzia i limiti che ha avuto la politica italiana ed anche dello stesso attuale governo ( che supporta lui ed AZ) nelle politiche fiscali del nostro paese, sarà adesso colpa della Spagna se sono riusciti a mantenere basso il costo del lavoro, l'IVA e soprattutto le aliquote fiscali ? per non parlare del turismo dove sono una potenza senza avere il 60 % del patrimonio UNESCO che abbiamo noi, semplicemente nel turismo e nel trasporto aereo gli spagnoli hanno dimostrato di essere più bravi di noi
Auguro il meglio a Zeni se fosse scelto lui come AD ma, visto l'inizio, non sono molto fiducioso.