Ricordi e dintorni...
cari amici di Aviazione Civile in questi momenti di pareri (alcuni autorevoli, altri meno) e di campanilismo tipicamente italiano (Milan-Inter, Pisa-Livorno, Alitalia Pro e Contro) vorrei solo dare un piccolo contributo di ricordi (personali).
Perdonatemi se indulgo in questo ma un minimo di memoria storica può' pacare gli animi più' avvelenati e far sorridere quelli che, come me, hanno condiviso passioni e delusioni.
Sono stato fortunato: ho vissuto gli anni migliori di AZ come Pilota prima e Comandante poi.
Inizio a volare nel 1979. DC9, B747, MD80 e B777.
L'Italia era un Paese diverso (difficile dire se migliore o peggiore, diverso...) e gli italiani erano Orgogliosi di avere una compagnia di bandiera. Gli immigrati italiani ancora di più' nel vedere il tricolore atterrare a Sydney o Filadelfia.
Oggi gli animi ed i portafogli sono diversi ma lasciatemi fare una piccola digressione: Nel 1980 un biglietto Italia-USA costava all'incirca uno stipendio di un impiegato medio (mio padre). Oggi dopo quasi 40 anni un biglietto simile costa più' o meno lo stesso equivalente ma da Reagan in poi (deregulation) nel mondo si sono persi circa 5 milioni di posti di lavoro nell'aviazione civile. Non giudico, non voglio fare lezioni: ognuno ne tragga le conseguenze che vuole.
Alitalia era la bandiera Italiana e noi piloti eravamo orgogliosi di fare parte di quell'impresa. Altri tempi, altri servizi ai passeggeri, altri numeri in gioco. Filetto medium to rear in prima classe, i migliori vini ed intere forme di parmigiano reggiano dopo il pasto.
Certo cose del genere oggi fanno ridere (e piangere la cassa) ma quello era!
L'addestramento di piloti ed assistenti di volo era rigoroso (come suppongo anche ora) ed avevamo tutto il tempo di vivere una vita decorosa tra un volo e l'altro. Erano lontani i tempi del PaytoFly e delle LowCost. Ma non erano solo i Piloti ad avere la massima considerazione ed il rispetto di passeggeri e opinione pubblica. Lavorare per una Compagnia Aerea era considerato un vero privilegio anche per i meccanici dell'Hangar (Fantastici, Bravissimi, Affidabili). C'era rispetto per tutti cosi' come ce ne era in generale nel Paese accompagnato alla buona educazione.
Le destinazioni nel mondo? Centinaia. Gli stipendi? Ottimi. I passeggeri? Felicissimi di volare con noi. Credetemi, non esagero.
A Rio? 5 giorni di sosta. A Johannesburg? Una settimana (esattamente come Lufthansa o KLM). Perché' quelli erano gli schedati dei voli. Solo che Germania ed Olanda non sono l'Italia. Non fanno fallire le compagnie di bandiera.
Un micro aneddoto:
Nel 1992 ero in sosta in Australia e la nonnina di una nostra locale amica volle venire in aeroporto per darmi un bacio (94 anni...)
Alla mia richiesta di spiegazioni l'amica mi disse: non va in Italia da 50 anni. Vuole vedere ed abbracciare un pilota dell'Alitalia e chiederti di portare quel suo abbraccio nella lontana Sicilia.
Lo so: un aneddoto smielato. Ma solo chi ha un cuore lo può' capire.
Ho avuto il privilegio di volare sul B747. Un Mito. Mach .84 e quattro motori altro che ETOPs.... Bellissimi anni! Alberto Sordi, Fellini, Abbado, il Papa. I nostri passeggeri più' illustri. Ma anche migliaia di Brookolini dalle facce tenerissime e l'accento fantastico. ("Nene', take a sit a mamma', poggia u' bag e shut up!", verissima!).
Oggi, e per una lunga serie di motivi che sono già' stati ampiamente dibattuti su questo forum, Alitalia e' destinata a finire. Cosi' come molte altre compagnie aeree di bandiera che non ci sono più'. E' il Mercato, la Storia, la Globalizzazione. la Politica Europea.
Non importa quale sia il motivo. E non voglio sollevare polveroni di polemica infinita su CHI e PERCHE'. Non sono un economista ne un polemista.
In questo momento di prossima fine di Alitalia voglio solo condividere queste brevi emozioni. Le emozioni di chi e' stato ed e' ancora fiero di avere indossato la divisa di Comandante Alitalia.
Un saluto a tutti.