Delta è cicciata fuori un anno fa se non sbaglio....
Ok, ti riferisci solo a Delta, pensavo che per "tarantella" intendessi l'inizio dei bandi con le decine di soggetti interessati lì davanti a Montecitorio a prendere il numero per fare la fila.
Delta è cicciata fuori un anno fa se non sbaglio....
(non ho provato i nuovi neo di LH, ma quelli prima sono scomodissimi)
Non sono eccezionali, ma i peggiori che ho mai trovato sono sugli E75/90 di AZ. Non so se fossero sfondati o cosa ma su entrambi i voli e su due modelli diversi, un'ora e mezza con le ginocchia in alto.
Non è una documentata analisi ma un parere personale (non rosicare se ti tocco la tua cara United) , ma sky team da mediamente più benefits a parità di livello (imbarco prioritario per i soci Elite/Ulisse base per esempio, ma anche il bagaglio extra).
Come prodotto la business di LH, è assolutamente di livello inferiore a Delta, AF e KL, così come l'economy di Delta nei voli USA è di un altro livello rispetto a United (ho provato sia il 737 United che i 737-717-a321 Delta) sia come pitch che come intrattenimento a bordo, mentre sugli intercontinentali mi è sembrato di leggere che comunque Delta abbia un prodotto superiore a United (sia sedile che servizio) .
Se prendiamo EU io tra LH e AF preferisco sicuramente la seconda sia come sedile (non ho provato i nuovi neo di LH, ma quelli prima sono scomodissimi) sia come servizio di bordo.
A livello globale SA è posizionata meglio di ST solo nel sud-est asiatico e in giappone, su tutto il resto ST (e le varie JV di Delta) coprono il globo in modo più omogeneo o con compagnie migliori (AM e WS in Nord america, la prossima entrante LATAM in Sud-America, due compagnie Cinesi di livello superiore a Air China) .
Non concordi?
Guarda che le critiche, quando frutto di esperienza diretta, di riscontri oggettivi o di dati, sono il sale del mio lavoro, per cui si receda dall'idea che United sia intoccabile e incriticabile, ok?
Potrei risponderti che anche i Silver MileagePlus UA hanno i loro benefits (come l'imbarco, per dirne solo uno dei vari), che tutti gli aerei UA hanno wi-fi sul domestico, oltre alla LiveTV, che la JV transatlantica insieme a LH, LX, SN, OS e AC sia di gran lunga piu' completa, che sia LH che UA ne hanno anche con NH, UA con AC e LH con CA (che resta il primo vettore cinese), che UA ne sta formando un'altra con COPA, AVIANCA e AZUL che coprira' l'intero sud-america, che si DL ha introdotto un nuovo food-plan sulla Y INC ma che per il sedile non mi risulta quel che hai letto e cosi' via...
Se pero' sono pareri personali allora de gustibus non disputandum est e quindi va bene cosi'!![]()
Un caro saluto e un sereno Natale Betha23, a presto!
Non sono eccezionali, ma i peggiori che ho mai trovato sono sugli E75/90 di AZ. Non so se fossero sfondati o cosa ma su entrambi i voli e su due modelli diversi, un'ora e mezza con le ginocchia in alto.
Concordo, gli E75 di AZ sono di una scomodità unica, soprattutto hanno quel recline che più mandi giu e più ti accivina le ginocchia a quello davanti che non sopporto.
Guarda che le critiche, quando frutto di esperienza diretta, di riscontri oggettivi o di dati, sono il sale del mio lavoro, per cui si receda dall'idea che United sia intoccabile e incriticabile, ok?
Potrei risponderti che anche i Silver MileagePlus UA hanno i loro benefits (come l'imbarco, per dirne solo uno dei vari), che tutti gli aerei UA hanno wi-fi sul domestico, oltre alla LiveTV, che la JV transatlantica insieme a LH, LX, SN, OS e AC sia di gran lunga piu' completa, che sia LH che UA ne hanno anche con NH, UA con AC e LH con CA (che resta il primo vettore cinese), che UA ne sta formando un'altra con COPA, AVIANCA e AZUL che coprira' l'intero sud-america, che si DL ha introdotto un nuovo food-plan sulla Y INC ma che per il sedile non mi risulta quel che hai letto e cosi' via...
Se pero' sono pareri personali allora de gustibus non disputandum est e quindi va bene cosi'!![]()
Un caro saluto e un sereno Natale Betha23, a presto!
la prossima entrante LATAM in Sud-America
Entrambi i modelli Embraer hanno un pitch maggiore di 319/320 dalle alari in poi, mentre prima sono alla pari. Anzi, le prime 5 file del 190 hanno il pitch poi generoso del medio AZ, fatta esclusione per le uscite di emergenza. I 321 non hanno subito modifiche.
Entrambi i modelli Embraer hanno un pitch maggiore di 319/320 dalle alari in poi, mentre prima sono alla pari. Anzi, le prime 5 file del 190 hanno il pitch poi generoso del medio AZ, fatta esclusione per le uscite di emergenza. I 321 non hanno subito modifiche.
FRANCOFORTE — Una proposta di Lufthansa per Alitalia arriverebbe non prima di giugno 2020, sarebbe in un primo tempo commerciale e soltanto al verificarsi di alcune condizioni essenziali: una ristrutturazione profonda, meglio se già con qualche risultato evidente, e ulteriore liquidità (pubblica) per far fronte in particolare alle spese extra indifferibili che per l’anno prossimo richiedono almeno un miliardo di euro. È quanto apprende il Corriere della Sera da quattro fonti governative e tedesche che sottolineano come i 400 milioni di euro di ulteriore prestito ponte non basterebbero con l’attuale configurazione della compagnia tricolore. Anche perché la cassa è scesa a 270 milioni. Soltanto in presenza di un’Alitalia in utile Lufthansa può pensare di investire.
Ipotesi spezzatino
All’interno dell’esecutivo Conte — spiegano le fonti — c’è una parte che «tifa» apertamente per Lufthansa, cosa emersa anche in un incontro riservato di pochi giorni fa a Roma alla presenza del presidente del Consiglio. Ma sia al premier, sia al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (titolare del dossier) i vertici di Lufthansa hanno espresso la loro posizione. Ai tedeschi interessa soltanto la parte «aviation» (il trasporto passeggeri e il cargo) di Alitalia, non i servizi di terra (circa 3.400 dipendenti) e la manutenzione (1.300 persone). Richiesta che di fatto costringerebbe il commissario unico Giuseppe Leogrande — che non ha ancora incontrato né Lufthansa, né Delta, l’altra pretendente — a lavorare allo spezzatino. E a mettere in conto che se i due blocchi non trovano un acquirente almeno 4.700 persone si ritroverebbero senza lavoro.
L’incontro al Mise
Quanto alle dimensioni della flotta Lufthansa pensa che debba essere ridotta a 90 aerei (dagli attuali 113) — il che porterebbe a diversi esuberi — da accompagnarsi anche a un taglio deciso delle rotte non profittevoli. Nell’incontro con il ministro Patuanelli l’ad del gruppo Carsten Spohr ha spiegato che i costi di Alitalia sono troppo alti, il modello di business generale non funziona e che non ha i partner giusti. Ecco quindi la «ricetta»: ristrutturazione, liquidità adeguata e alleanze. Ma le prime due devono avvenire a prescindere da Lufthansa — è stato il ragionamento fatto a Patuanelli —, mentre l’alleanza con Francoforte arriverebbe in presenza di un vettore di fatto risanato o sulla buona strada.
La ricetta tedesca
I tedeschi al ministro non avrebbero fornito un’indicazione degli esuberi, ma spiegato che più si abbattono i costi, più le rotte diventano profittevoli, meno persone bisogna lasciare a casa. Insomma: toccherà al commissario unico e ai sindacati decidere quanto deve essere grande Alitalia e quanti sacrifici sono disposti a sopportare. E del resto, ricordano i tedeschi, ogni compagnia entrata nel gruppo Lufthansa — come Swiss e Austrian Airlines — prima si è rimpicciolita, poi è cresciuta. «Per un futuro di lungo termine per Alitalia è importante avere la giusta ristrutturazione e il giusto partner», ha detto Carsten Spohr a un gruppo di testate italiane — tra le quali c’era anche il Corriere — nel quartier generale a Francoforte. «Questa è la mia logica quando ho parlato con le autorità italiane nelle ultime settimane. È anche importante ricordare che una non può andare senza l’altra».
L’Italia pesa il 10%
A gestire il dossier Alitalia dal fronte tedesco è Joerg Eberhart, presidente e ad di Air Dolomiti che conosce molto bene i sindacati italiani. L’interesse di Lufthansa per Alitalia lo spiegano i numeri. Il 10% dei tutti i passeggeri del gruppo tedesco parte dall’Italia o arriva nel nostro Paese. Si tratta di circa 40 mila persone al giorno, in grado di riempire una sessantina di Airbus A380, il velivolo a due piani più grande del mondo. Ma mentre l’ex vettore di bandiera è troppo piccolo per il mercato che serve, Lufthansa è invece troppo grande per la Germania. I tedeschi sono quindi convinti che le sinergie tra le due aziende potrebbero portare benefici per entrambe. Non solo. A Francoforte sono convinti che la joint venture transatlantica che Alitalia ha con Delta Air Lines e Air France-Klm sia limitante perché mette un tetto nel numero di voli tra Italia e Stati Uniti, mentre l’alleanza che Lufthansa ha con United Airlines questo vincolo non ce l’ha.
Investimento o partnership?
Ma le cose si fanno meno nette quando si tratta di capire se Lufthansa voglia investire o cerchi soltanto una collaborazione commerciale con Alitalia. La logica dei tedeschi prevede un investimento nelle compagnie che hanno una giusta struttura di costi e che sono (o saranno) profittevoli. La partnership — come quella con la scandinava Sas — viene avviata anche con vettori dove questi requisiti mancano perché comporta un rischio limitato. A Patuanelli i vertici di Lufthansa hanno offerto l’adesione di Alitalia nel loro programma di fedeltà (Miles & More), il codeshare sui voli tra i mercati di riferimento (Germania, Italia, Austria, Svizzera, Belgio), l’ingresso nella joint venture transatlantica con United e in quelle asiatiche con Air China (per la Cina) e All Nippon Airways (per il Giappone).
Il nodo alleanze
Tra i punti discussi c’è anche il passaggio all’alleanza dei cieli Star Alliance, mentre chi dovrà pagare la penale di uscita da SkyTeam lo si deciderà in un secondo momento: se i benefici che Alitalia otterrà dalla collaborazione sono importanti allora la somma potrà sborsarla la compagnia italiana, altrimenti toccherebbe ai tedeschi. Tedeschi che puntano molto sull’aeroporto di Roma Fiumicino: da tempo lamentano l’assenza di uno snodo nel Sud Europa (come ce l’ha Iag in Spagna con Iberia). Gli hub del gruppo di Francoforte sono troppo a Nord e buoni per i voli con l’Asia e il Nord America. Lo scalo della Capitale sarebbe perfetto per i collegamenti con il Sud America, il Sudafrica e il Sud-est asiatico. Scalo gestito da AdR, società di Atlantia, gruppo che secondo i tedeschi sarebbe un azionista che potrebbe aiutare a privatizzare Alitalia nel modo giusto.
lberberi@corriere.it
occorreva riempire qualche spazio sul Corriere oggi? Quanto ad articolo?
Hai perfettamente ragione, però (parlo sempre da utente = incompetente) questa volta la novità mi sembra risiedere nel fatto che ciò che è scritto, rarissimo caso, appare sensato...
Però noi abbiamo un certo stile, bisogna ammetterlo. 110 milioni...con la differenza che loro chiedono a Bruxelles l'ok per 110 milioni, qui nessuno chiede nulla per miliardi.
In estrema sintesi: 900 milioni li abbiamo buttati nel cesso. 400 ("il rilancio") li seguiranno.