Alitalia: cambia tutto?


Stato
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Ora più che mai serve un momento di riflessione, è inutile prendere decisioni affrettate.

Giusto, sopratutto con Natale alle porte non si può e non di deve avere fretta.

D'altra parte, sembra ieri quando l'ex ministro al MISE proclamava che c'era la fila di acquirenti, sono passati 14 mesi (se non più?), tantovale aspettare il 2020.
 
L’aspetto che più fa imbestialire è che ci si fosse messi a tavolino a trattare con LH, probabilmente si sarebbe spuntato un accordo soddisfacente per ambo le parti (sicuro migliore di quello cui si puó puntare adesso, se non altro per il valore residuo della Compagnia), e che se anzichè buttare nel cesso i 900 milioni del prestito ponte si fosse allocata la medesima cifra per la gestione della macelleria sociale, ne sarebbero saltati fuori 200.000 euro per ognuno dei 4.500 esuberati (conto medio). Invece si sono persi due anni e mezzo ad inseguire la chimera del partner industriale che doveva mettere soldi e tacere, sotto l’egida ferroviar/ministeriale e con l’unica azienda italiana che la sua parte avrebbe potuta mettercela trattata da appestata e insultata da mane a sera. Il tutto da un branco di incapaci.

«*Chi troppo vuole, nulla stringe*»
 
«Tornare all’Iri? Se serve sì». La soluzione di Patuanelli per l’ex Ilva e Alitalia
La Cgil sposa immediatamente l'idea: «È innegabile che per ricostruire le politiche industriali, oggi in evidente crisi, serva istituire un'agenzia che, come l'Iri, possa rilanciare lo sviluppo del Paese»

di Vittorio Nuti
Il Governo è pronto rispolverare l'Iri, il glorioso Istituto per la Ricostruzione Industriale protagonista dell'interventismo pubblico nell'economia tra il 1933 e il 2002? «Se serve sì» ha risposto il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, parlando di alcuni dossier caldi come Alitalia, ex-Ilva, e Autostrade nel corso di una audizione sulle linee programmatiche del Mise in commissione Industria al Senato.
L'idea di proteggere le imprese italiane
«Da un lato ci si dice che dobbiamo difendere l'interesse nazionale, dall'altro quando si pensa all'entrata dello Stato in certe tipologie di produzioni, a nazionalizzazioni, ci si dice: "eh ma voi state tornando all'Iri"», ha ragionato il ministro pentastellato, che non ha affatto escluso questa soluzione «in un momento in cui dobbiamo proteggere le nostre imprese e la nostra produzione industriale».
Alitalia senza «soluzione di mercato»
Nella maggioranza si affaccia dunque l'idea di riproporre la "formula Iri", con il ritorno all'intervento statale in economia anche se basato più sulla cooperazione tra capitale pubblico e capitale privato che come semplice "nazionalizzazione" delle imprese in crisi. E a rafforzare questa ipotesi, contribuiscono in queste ore le parole del premier Giuseppe Conte su Alitalia, rimasta priva di un'offerta vincolante da parte del consorzio di salvataggio. Per l'ex compagnia di bandiera, ha spiegato Conte, «è chiaro che in questo momento non abbiamo una soluzione di mercato a portata di mano». Certo, questa resta «la soluzione preferita dal governo», ma «stiamo valutando proprio in queste ore, evidentemente, anche alternative».
Invitalia in pole position
Al Senato, Patuanelli ha citato Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa di proprietà del Mef, come «una delle possibilità sul campo» per un eventuale intervento pubblico nell'assetto proprietario dell'ex Ilva: «Stiamo valutando diverse ipotesi», e ricorrere alla Cassa depositi e prestiti «è difficile per lo Statuto» che non lo prevede». Sul dossier è al lavoro il ministro dell'Economia Gualtieri e i tecnici del Mef, e dai risultati della loro analisi di fattibilità tecnica - ha concluso il titolare del Mise, «nascerà poi la proposta di un eventuale ingresso dello Stato».
Sbagliato privatizzare l'acciaio
Sull'ex Ilva il ragionamento di Patuanelli è in realtà più ampio, e parte dal risconoscimento dell'«errore» fatto con la privatizzazione del settore siderurgico perchè «soltanto la presenza forte dello Stato in quella produzione riesce a mettere assieme la produzione siderurgica e gli investimenti in ambito ambientale, altrimenti quella produzione è in perdita». «Solo con l'intervento pubblico - spiega il ministro - si riesce a garantire una protezione ambientale e contemporaneamente la produzione del ciclo integrale con l'uso carbone». Quanto all'ex Ilva e ad Artcelor Mittal, per Patuanelli «in questo momento la questione dello scudo è servita a smascherare l'intenzione dell'azienda e a imporre oggi un diverso piano industriale, con l'esigenza di mantenere i posti di lavoro e il superamento graduale dell'uso del carbone che però non può essere totale».
La reazione favorevole della Cgil
La prima reazione favorevole allo spettro dell'Iri che torna ad aleggiare nella politica economicaarriva dalla Cgil. «Accogliamo con favore - si legge in una nota - le dichiarazioni del ministro Patuanelli: è innegabile che per ricostruire le politiche industriali, oggi in evidente crisi, serva istituire un' Agenzia che, come l'Iri, possa rilanciare lo sviluppo del Paese». «Finalmente - prosegue la Cgil - anche esponenti del Governo evidenziano la necessità della partecipazione dello Stato in alcuni tipi di produzione. La Cgil lo sostiene da tempo, anche con la piattaforma unitaria: serve un coordinamento per lo sviluppo industriale in grado di definire le specializzazioni produttive, governare i processi di innovazione e attuare una strategia nazionale di sviluppo».

https://www.ilsole24ore.com/art/tornare-iri-se-serve-si-soluzione-patuanelli-l-ex-ilva-e-alitalia-ACSEXW1
 
Capito il disegno? Riprendersi Autostrade e con gli utili di quest'ultima coprire i buchi di Ilva e AZ. Vomitevole.

Peggio che vomitevole, assolutamente folle.
Anche perché non si capisce come sia possibile che un "manager" di stato, scelto dalla politica, possa operare meglio di uno privato.
Eravamo già sull'orlo del baratro prima dell'arrivo di questi scappati da casa, ma stiamo facendo dei sostanziali passi in avanti.
 
Aspetto che qualcuno con una calcolatrice si appropinqui al ministro e gli spieghi, in parole poverissime, il costo di fare cio' che propone.
 
Trovo ancora più aberrante che si mettano sullo stesso piano i lavoratori ex-ILVA e quelli Alitalia.
I primi, se chiude la fabbrica, ben difficilmente troveranno un altro posto nel settore e sicuramente esiste una questione nazionale di politica industriale in merito.
Una volta a casa i dipendenti ex AZ non ho neanche il dubbio che troverebbero velocemente un, comunque in continuo e costante sviluppo.
 
Peggio che vomitevole, assolutamente folle.
Anche perché non si capisce come sia possibile che un "manager" di stato, scelto dalla politica, possa operare meglio di uno privato.
Eravamo già sull'orlo del baratro prima dell'arrivo di questi scappati da casa, ma stiamo facendo dei sostanziali passi in avanti.

Aspetto che qualcuno con una calcolatrice si appropinqui al ministro e gli spieghi, in parole poverissime, il costo di fare cio' che propone.
Non dimentichiamoci che c'e' il professore di Arvard, capopopolo e profondo conoscitore di aviazione.
 
Aspetto che qualcuno con una calcolatrice si appropinqui al ministro e gli spieghi, in parole poverissime, il costo di fare cio' che propone.

Dalla padella alla brace....più portano avanti la propria convinzione di riuscire a far invertire il senso di rotazione del mondo e più peggiorano le cose.
 
Capito il disegno? Riprendersi Autostrade e con gli utili di quest'ultima coprire i buchi di Ilva e AZ. Vomitevole.
Con Autostrade gestite della Stato tra qualche anno non ci saranno più utili. Ma nessun problema: basterà "espropriare" qualche altra azienda profittevole e si copriranno anche i buchi di Autostrade, e così di seguito.
 
Con Autostrade gestite della Stato tra qualche anno non ci saranno più utili. Ma nessun problema: basterà "espropriare" qualche altra azienda profittevole e si copriranno anche i buchi di Autostrade, e così di seguito.

Devo cominciare a preoccuparmi?
 
Definisci "sbagli", please.

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Troverebbe occupazione una percentuale minima della popolazione lavorativa al netto del gestore aeroportuale che in Alitalia Airport fosse costretto ad assumere i dipendenti.

Ed anche li non tutti cadrebbero in piedi.
 
Alitalia: la App raggiunge la quarta stella
Pubblicato da ITALIAVOLA il 27 NOVEMBRE 2019



In 18 mesi valutazione utenti sugli store digitali migliora significativamente, grazie a nuove funzionalità introdotte

Sempre più clienti apprezzano le funzionalità della App Alitalia e ne utilizzano i servizi. Negli ultimi 18 mesi la valutazione della App sugli store digitali Apple e Google ha registrato un significativo miglioramento, passando da un rating di 2,2 a 4,5 stelle su 5, che permette ad Alitalia di competere con le migliori compagnie aeree mondiali considerate le best practice in termini di esperienza digitale.
I passeggeri Alitalia si confermano sempre più inclini all’utilizzo di strumenti digitali per viaggiare e il costante miglioramento della loro esperienza digitale è testimoniato anche dall’incremento, nei primi nove mesi del 2019 rispetto al 2018, di circa il 30% di viaggiatori che hanno scaricato la App e la utilizzano abitualmente.
 
Alitalia: la App raggiunge la quarta stella
Pubblicato da ITALIAVOLA il 27 NOVEMBRE 2019



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Sempre più clienti apprezzano le funzionalità della App Alitalia e ne utilizzano i servizi. Negli ultimi 18 mesi la valutazione della App sugli store digitali Apple e Google ha registrato un significativo miglioramento, passando da un rating di 2,2 a 4,5 stelle su 5, che permette ad Alitalia di competere con le migliori compagnie aeree mondiali considerate le best practice in termini di esperienza digitale.
I passeggeri Alitalia si confermano sempre più inclini all’utilizzo di strumenti digitali per viaggiare e il costante miglioramento della loro esperienza digitale è testimoniato anche dall’incremento, nei primi nove mesi del 2019 rispetto al 2018, di circa il 30% di viaggiatori che hanno scaricato la App e la utilizzano abitualmente.

Facciamo progressi... All'avanguardia della scienza e della tecnica
 
Foto prese da internet relative al volo FCO-NRT di oggi.
In aggiunta sembrerebbe non vi fosse nemmeno una presa USB, ma è così vecchio l'aereo con cui AZ copre questa tratta?
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