Alitalia/CAI: anticipazioni flotta e network


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
intanto per chi "sperava" che az sarebbe stata fermata dall'ENAC...un altra delusione:D:cool:

Alitalia: Enac concede licenza provvisoria per 6 mesi

ROMA - Una licenza provvisoria di sei mesi, a partire dal 2 settembre, e' stata concessa ad Alitalia dall'Enac, in modo da garantire la continuita' del servizio. Il provvedimento e' necessario in base a un regolamento comunitario. "Cosi' si garantisce la piena operativita' e noi garantiamo piena sicurezza e affidabilita' della compagnia", ha spiegato il presidente dell'Enac, Vito Riggio, dopo un incontro con il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi. (Agr)
 
Stai scrivendo si robe senza fondamento, soprattutto di voci incontrollate che ritieni vere e non metti neanche in discussione un po' criticamente.
Le voci valgono quanto quelli che le mettono in giro.
L' intero mondo della finanza milanese è certo che Passera abbia già in tasca l' accordo con AF.

Se LH vuole può fare sua la partita, offrendo un prezzo più alto. Ora non ci sono più problemi con Linate, non ci sono più i debiti, non c' è più la manutenzione pesante da accollarsi, non c' è più da litigare con i sindacati per i licenziamenti, CAI arriva sul mercato perfettamente pulita e confezionata per il compratore. Chi vuole si faccia avanti con un' offerta.
 
Venerdì 5 Settembre 2008, 11:22

Alitalia: Enac Concede Licenza Provvisoria 6 Mesi Dal 2 Settembre

(ASCA) - Roma, 5 set - Una licenza provvisoria di sei mesi. Questa la decisione dell'Enac che ha deciso di concedere all'Alitalia una licenza provvisoria di sei mesi a partire dal 2 settembre per garantire la continuita' del servizio. Il presidente dell'Enac, Vito Riggio, dopo un incontro con il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, ha spiegato che con il provvedimento ''si garantisce la piena operativita' e noi garantiamo piena sicurezza e affidabilita' della compagnia''.
 
L'Italia è un piccolo mercato, per logica si può dedurre che i favori promessi ai capitani coraggiosi, nei rispettivi segmenti, in cambio del salvataggio di Alitalia non prevedono cessioni in mani straniere del trasporto aereo da e per l'Italia.....ora e sempre....il perchè è presto detto, il Berlusca non intende rimetterci la faccia per un settore che lui stesso definisce strategico per il paese...ed ha perfettamente ragione.
Quindi finchè è al governo....
 
Venerdì 5 Settembre 2008, 11:58

Alitalia: Marchi (Save), Ci Occupiamo Di Aeroporti e Non Di Compagnie

(ASCA) - Cernobbio, 5 set - La Save non entrera' nell'azionariato della nuova Alitalia. Lo lascia intendere l'a.d. della societa' che gestisce lo scalo di Venezia, Enrico Marchi, a margine del workshop Ambrosetti a Cernobbio. Rispondendo alla domanda su un possibile ingresso della Save, Marchi precisa che ''noi ci occupiamo di aeroporti e non di compagnie aeree. Ciascuno fa il suo mestiere''. Marchi invece esprime una valutazione positiva sul piano Fenice in quanto ''prende atto della difficolta' di fare un hub in Italia e della possibilita' di sviluppare il traffico punto a punto. Cosi' ogni aeroporto ha la possibilita' di giocarsi il suo sviluppo in base alle proprie potenzialita'''. Venezia e' tra le sei basi di Alitalia in Italia e ''puntiamo a aumentare il traffico sia nazionale che internazionale''. Marchi inoltre rileva che il traffico intercontinentale su Venezia e' ''promettente e vogliamo investire: finora a noi il turismo ce lo hanno portato le compagnie straniere, speriamo che ce lo porti Alitalia''. ''Se c'e' la volonta' ha detto - sara' possibile realizzare collegamenti intercontinentali su Venezia''.
 
intanto per chi "sperava" che az sarebbe stata fermata dall'ENAC...un altra delusione:D:cool:

Alitalia: Enac concede licenza provvisoria per 6 mesi

ROMA - Una licenza provvisoria di sei mesi, a partire dal 2 settembre, e' stata concessa ad Alitalia dall'Enac, in modo da garantire la continuita' del servizio. Il provvedimento e' necessario in base a un regolamento comunitario. "Cosi' si garantisce la piena operativita' e noi garantiamo piena sicurezza e affidabilita' della compagnia", ha spiegato il presidente dell'Enac, Vito Riggio, dopo un incontro con il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi. (Agr)

Chi è quel pazzo che pensava che l'ENAC potesse fermare AZ ?????
Tra l'altro è carino il fatto che nel comunicato è l'enac che garantisce la sicurezza e l'affidabilità di az (nel senso che ormai ai comunicati di AZ non crede nessuno..tipo velina rossa, pravda, minculpop..ve li ricordate i comunicati di inizio agosto sul miglioramento dello stato patrimoniale, sui load factor dei voli etc. etc. ?).
In ogni caso se non si spicciano con le trattative non so questi sei mesi quanto potranno essere.
E non sto gufando..sto prendedo atto della situazione che è ancora drammatica (ogni giorno più drammatica perchè la cassa viene bruciata).
ciao
d.
 
Emessa la sentenza richiesta dall'ex presidente Police, necessaria
per avviare tutte le procedure burocratiche, pagamenti compresi
Alitalia, tribunale accerta insolvenza

Fantozzi: "Decollo l'1 novembre"

Il commissario straordinario si è detto fiducioso sul prossimo avvio della compagnia

ROMA - Il tribunale al quale gli amministratori di Alitalia si erano rivolti per l'accertamento di insolvenza ha dato il via libera alla richiesta. Lo ha detto il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, nel corso di una conferenza stampa all'Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile), dove ha incontrato il presidente Vito Riggio. "Il tribunale - ha detto Fantozzi - ha emesso la sentenza sull'accertamento di insolvenza, come era stato richiesta dall'ex presidente Police".

Questo vuol dire, ha spiegato poi il commissario, che adesso si potrà presentare la richiesta di autorizzazione per effettuare tutte le procedure burocratiche, tra cui anche l'effettuazione dei pagamenti. L'Enac, ha annunciato Riggio, "ha concesso all'Alitalia una licenza provvisoria di 6 mesi a partire dal 2 settembre scorso". La nuova Cai "dovrà richiedere una nuova licenza ordinaria" per espletare l'attività di volo.

Fantozzi si è mostrato molto ottimista su tutti gli aspetti del dossier Alitalia: "Credo che ci sia molto interesse per la nuova Alitalia sia da parte nazionale che da parte dei grandi vettori", ha assicurato, ricordando che a fine settembre scade il termine ultimo per l'eventuale ingresso di un partner internazionale.

"Il primo novembre mi sembra una data ragionevole per il decollo della nuova Alitalia così come auspicato dall'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera", ha aggiunto il commissario straordinario, sottolineando però come ci sia ancora tanta strada da fare. "Tra gli imbecilli - ha detto riferendosi a chi pretende il pagamento in contanti degli alberghi degli equipaggi - e quelli che mettono i bastoni tra le ruote e punti ancora aperti ce ne è ancora tanta di strada da fare".

(5 settembre 2008)
la Repubblica
 
05/09/2008

Informazioni ai Clienti

Alitalia informa che continuerà ad operare i propri voli come da orario in vigore, e che onorerà prenotazioni e biglietti, mantenendo il proprio programma MilleMiglia e tutti i servizi verso la clientela.
 
NOTA DELL' AMMINISTRAZIONE

QUANDO SI RIPORTA UN ARTICOLO E' TASSATIVO RIFERIRE ANCHE DOVE E' STATO PUBBLICATO, IN QUESTO CASO SU lavoce.info




VERO E FALSO NELLA PROCEDURA ALITALIA
di Lorenzo Stanghellini 05.09.2008

Per quello che sappiamo oggi, lo scenario dell'immediato futuro di Alitalia si snoda in tre passaggi: in breve tempo, la vendita da parte del commissario di Alitalia delle rotte e degli aerei; in un tempo successivo, la vendita e il realizzo del resto dell'attivo; come ultimo atto, la distribuzione ai creditori di quanto è stato ricavato. Dato che l'attivo realizzato sarà verosimilmente inferiore ai debiti, esso verrà distribuito in parti uguali a tutti i creditori. Tentiamo di verificare, alla luce della legge, le affermazioni più frequentemente lette sui media in questi giorni.

1) “Con il commissariamento, Alitalia è stata salvata dal fallimento”

Falso. Il commissariamento, cioè l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria con la nomina di un commissario, è il fallimento della grande impresa (200 dipendenti e oltre), quando è insolvente. Questa è la legge, con varie modifiche, sin dal lontano 1979. Anche senza il recente decreto-legge, dunque, Alitalia sarebbe stata “commissariata”.
La legge prevede che in questi casi l’attività d’impresa venga proseguita, cioè che gli aerei vengano fatti volare (ovviamente, se c’è denaro per farli volare: vedi punto 4). A parte il controllo politico, non c’è comunque grande differenza fra amministrazione straordinaria e fallimento. Effetto normale di entrambe è:

a) la protezione del patrimonio dell’impresa dalle azioni di recupero dei creditori;
b) la prededuzione (o “superpriorità”), rispetto a tutti gli altri creditori, delle spese sostenute dopo la sua apertura (es. spese per il carburante degli aerei);
c) la vendita dell’attivo e dei beni (di qualsiasi tipo, anche gli slot aeroportuali), senza i debiti e licenziando i lavoratori che si ritiene di licenziare (ovviamente, seguendo le procedure di legge e sostenendo tutti i costi e oneri relativi);
d) il pagamento dei creditori, alla pari fra loro (salvo ipoteche o altri titoli di preferenza), con tutto l’attivo che si è riusciti a realizzare.

2) “Il decreto Alitalia favorisce Compagnia Aerea Italiana-CAI”

Vero. Ciò per due motivi: a) perché consente al commissario una vendita dell’azienda in tempi brevissimi e a trattativa privata, cosa impossibile fino al decreto Alitalia, in quanto ogni vendita presupponeva una gara che si doveva concludere con assegnazione dei beni al migliore offerente; b) perché consente la vendita in deroga all’antitrust, cosa ugualmente impossibile fino al decreto Alitalia, e CAI ha (dovrebbe avere) anche le rotte di Air One, con le quali creerà posizioni dominanti o di puro monopolio.

3) “Il decreto Alitalia rende impossibile la vendita a soggetti diversi da CAI”

Falso. Altri interessati, purché in tempi brevi, potrebbero manifestarsi e fare un’offerta d’acquisto dell’azienda, che il commissario dovrebbe valutare e accettare, qualora la ritenesse migliorativa (dal punto di vista economico e/o occupazionale) rispetto a quella di CAI. La deroga antitrust (vedi punto 2), inoltre, si applicherebbe automaticamente a qualsiasi acquirente, e dunque anche a una linea aerea concorrente.

4) “Se non venderà l’azienda a CAI entro pochi giorni, Alitalia sarà costretta a lasciare a terra gli aerei”

Falso. Gli aerei hanno bisogno di carburante, che costa, e le spese correnti di Alitalia sono superiori alle entrate correnti. Il commissario ha dunque necessità di liquidità, e in cassa sembra averne pochissima. Egli può tuttavia prenderla a prestito da nuovi finanziatori, garantendo loro (come per legge) la prededuzione, cioè il diritto ad essere pagati per primi con il realizzo dell’attivo. Anche Bondi, poche settimane dopo il crack Parmalat, ottenne un finanziamento di oltre 100 milioni di euro (cfr. comunicato-stampa Parmalat 4 marzo 2004), grazie al fatto che il nuovo finanziamento avrebbe goduto della prededuzione rispetto ai miliardi di euro del debito preesistente. All’estero si parla in questi casi di “debtor-in-possession financing” o “post-petition financing”, che negli Stati Uniti è la regola per le linee aeree in Chapter 11 (procedura di ristrutturazione). Un problema che il commissario Alitalia potrebbe però trovarsi ad affrontare riguarda l’incertezza del quadro normativo che circonda l’insolvenza Alitalia, anche relativamente alla stessa legittimità della procedura fino ad oggi seguita.

5) “Le offerte CAI e Air France sono equivalenti dal punto di vista finanziario”

Falso. Per comprare Alitalia, Air France metteva in campo denaro da spendere in tre direzioni: a) come prezzo per l’acquisto degli aerei e delle rotte di Alitalia; b) come onere per il pagamento dei creditori di Alitalia; c) come investimento nell’azienda successivo all’acquisto. Ipotizzando che gli investimenti di cui alla lettera c) siano uguali fra i due piani, la diversità radicale fra le due offerte sta nelle lettere a) e b): mentre Air France comprava le azioni e si assumeva l’onere di pagare i creditori (la società restava infatti in vita), CAI compra (come è normale, visto che Alitalia è ormai società “fallita”) solo l’attivo, senza debiti, e dunque non paga nulla ai sensi della lettera b). Non si sa quanto CAI dovrebbe pagare come prezzo per l’acquisto, ma anche se pagasse la stessa cifra di Air France, il denaro non andrà agli azionisti, e non basterà nemmeno per i creditori: con il passare dei mesi, infatti, il dissesto si è aggravato.

6) “Lo Stato avrebbe perso anche con l’offerta Air France”

Falso. Ad oggi, la perdita che appare prevedibile per lo Stato deriva dalle seguenti quattro voci:

a) perdita come azionista (le azioni sono ormai carta straccia);
b) perdita come creditore (sia come sottoscrittore del prestito obbligazionario, sia come finanziatore del prestito-ponte di 300 milioni di euro concesso ad aprile);
c) perdita per gli indennizzi ai piccoli azionisti di Alitalia e alla parte di piccoli obbligazionisti che riterrà di indennizzare;
d) oneri per le indennità erogate ai lavoratori licenziati.

Se il piano Air France fosse stato realizzato, non vi sarebbero state né la perdita di cui al punto a), né la perdita di cui al punto b), né infine la perdita di cui al punto c). Non è differenza da poco. La perdita di cui al punto d) vi sarebbe invece stata anche con Air France, ma su questo punto la comparazione dei piani CAI e Air France è molto difficile (la legge sulle indennità ai lavoratori licenziati è stata cambiata proprio con il decreto Alitalia, e non si conosce inoltre il numero definitivo degli esuberi che vi saranno nei prossimi mesi).

7) “Sarebbe stato meglio fare fallire Alitalia”

Non è esatto. La cosa non era, infatti, possibile (vedi punto 1). Se poi, al di là delle sottigliezze giuridiche, con ciò si volesse dire che gli aerei di Alitalia dovevano smettere di volare, il discorso resterebbe comunque inesatto. Anche nel fallimento (come in qualsiasi procedura d’insolvenza del mondo) il curatore ha, infatti, il dovere di conservare il valore dell’attivo per ridurre al minimo la perdita dei creditori. Questo implica che, seppur per lo stretto necessario per trovare un acquirente e al solo fine di vendere l’azienda in attività e non i suoi cocci, gli aerei di Alitalia dovrebbero essere mantenuti in volo fin quando ciò sia possibile. E’ quanto accade, ad esempio, a molti alberghi, che falliscono ma continuano a funzionare e ad avere ospiti, in attesa della vendita dell’azienda.

8) “Nelle prossime settimane Alitalia potrebbe fallire”

Vero, in teoria. Se Alitalia lasciasse a terra gli aerei e fosse impossibile vendere l’azienda in attività (vedi punto 7), la procedura di amministrazione straordinaria potrebbe convertirsi in quella di fallimento (art. 4 comma 4 della legge Marzano, come modificata per Alitalia). In altre parole, una grande impresa non può mai essere dichiarata fallita come prima opzione: se insolvente, essa viene sempre e solo assoggettata all’amministrazione straordinaria. Questa procedura si trasforma in un fallimento solo nei rarissimi casi in cui la situazione si riveli così disastrosa che nessuno compra l’azienda nemmeno depurata da tutti i debiti. Ma è un’eventualità non realistica per Alitalia, non auspicabile e che in più aggraverebbe il danno ai creditori, i quali sono coloro che traggono beneficio da un miglior realizzo dell’attivo e che soffrono invece le conseguenze di uno peggiore.

9) “Sarebbe stato possibile commissariare Alitalia già ad aprile”

Vero. Con l’abbandono di Air France, che a marzo 2008 (e forse per colpa della complessa procedura di privatizzazione) era l’unico possibile acquirente, era chiaro a tutti che Alitalia era insolvente. Lo dicevano i numeri che essa stessa pubblicava: liquidità ormai minima e perdite operative continue e ingenti. Il prestito-ponte ha consentito che il dissesto si aggravasse. In molti crack italiani (Parmalat in primis), l’aggravamento del dissesto ha fatto scattare azioni in sede penale e civile (non rileva qui se tali azioni siano fondate o meno)

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Ultima modifica da un moderatore:
Le voci valgono quanto quelli che le mettono in giro.
L' intero mondo della finanza milanese è certo che Passera abbia già in tasca l' accordo con AF.
...
Le voci valgono quanto la buonafede di quelli che le mettono in giro.

Abbiamo già sentito AZ maritata per certo ad AP (due anni fa) ed più di recente ad AF.
Sono entrambe (forse) ancora in gioco ma con ruoli diversi.

Le voci si sentono perché i protagonisti sono in silenzio: Passera, Colannino, Toto ...
Ma se il piano è di puntare per lo più a MXP cosa ci fanno nella partita i Benetton e gli altri legati ad AdR ???
I salotti delle finanza hanno una "voce" anche su questo o se ne fregano ?
 
Benetton è stato "oliato" con aumenti di pedaggi autostradali e , credo prossimi, aumenti delle tariffe aeroportuali ... quindi anche se l'hub è MXP lui a FCO incassa comunque di più ...
 
05/09/2008

Informazioni ai Clienti

Alitalia informa che continuerà ad operare i propri voli come da orario in vigore, e che onorerà prenotazioni e biglietti, mantenendo il proprio programma MilleMiglia e tutti i servizi verso la clientela.

Ah bene ieri ho dato 2323,93€ ad AZ per un biglietto A/R GOA JFK per il 22 ottobre e rientro il 30!!! Spero di non perderli.... Io la fiducia gliela ho concessa e massima anche!!!
 
VERO E FALSO NELLA PROCEDURA ALITALIA
di Lorenzo Stanghellini 05.09.2008

Per quello che sappiamo oggi, lo scenario dell'immediato futuro di Alitalia si snoda in tre passaggi: in breve tempo, la vendita da parte del commissario di Alitalia delle rotte e degli aerei; in un tempo successivo, la vendita e il realizzo del resto dell'attivo; come ultimo atto, la distribuzione ai creditori di quanto è stato ricavato. Dato che l'attivo realizzato sarà verosimilmente inferiore ai debiti, esso verrà distribuito in parti uguali a tutti i creditori. Tentiamo di verificare, alla luce della legge, le affermazioni più frequentemente lette sui media in questi giorni.

1) “Con il commissariamento, Alitalia è stata salvata dal fallimento”

Falso. Il commissariamento, cioè l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria con la nomina di un commissario, è il fallimento della grande impresa (200 dipendenti e oltre), quando è insolvente. Questa è la legge, con varie modifiche, sin dal lontano 1979. Anche senza il recente decreto-legge, dunque, Alitalia sarebbe stata “commissariata”.
La legge prevede che in questi casi l’attività d’impresa venga proseguita, cioè che gli aerei vengano fatti volare (ovviamente, se c’è denaro per farli volare: vedi punto 4). A parte il controllo politico, non c’è comunque grande differenza fra amministrazione straordinaria e fallimento. Effetto normale di entrambe è:

a) la protezione del patrimonio dell’impresa dalle azioni di recupero dei creditori;
b) la prededuzione (o “superpriorità”), rispetto a tutti gli altri creditori, delle spese sostenute dopo la sua apertura (es. spese per il carburante degli aerei);
c) la vendita dell’attivo e dei beni (di qualsiasi tipo, anche gli slot aeroportuali), senza i debiti e licenziando i lavoratori che si ritiene di licenziare (ovviamente, seguendo le procedure di legge e sostenendo tutti i costi e oneri relativi);
d) il pagamento dei creditori, alla pari fra loro (salvo ipoteche o altri titoli di preferenza), con tutto l’attivo che si è riusciti a realizzare.

2) “Il decreto Alitalia favorisce Compagnia Aerea Italiana-CAI”

Vero. Ciò per due motivi: a) perché consente al commissario una vendita dell’azienda in tempi brevissimi e a trattativa privata, cosa impossibile fino al decreto Alitalia, in quanto ogni vendita presupponeva una gara che si doveva concludere con assegnazione dei beni al migliore offerente; b) perché consente la vendita in deroga all’antitrust, cosa ugualmente impossibile fino al decreto Alitalia, e CAI ha (dovrebbe avere) anche le rotte di Air One, con le quali creerà posizioni dominanti o di puro monopolio.

3) “Il decreto Alitalia rende impossibile la vendita a soggetti diversi da CAI”

Falso. Altri interessati, purché in tempi brevi, potrebbero manifestarsi e fare un’offerta d’acquisto dell’azienda, che il commissario dovrebbe valutare e accettare, qualora la ritenesse migliorativa (dal punto di vista economico e/o occupazionale) rispetto a quella di CAI. La deroga antitrust (vedi punto 2), inoltre, si applicherebbe automaticamente a qualsiasi acquirente, e dunque anche a una linea aerea concorrente.

4) “Se non venderà l’azienda a CAI entro pochi giorni, Alitalia sarà costretta a lasciare a terra gli aerei”

Falso. Gli aerei hanno bisogno di carburante, che costa, e le spese correnti di Alitalia sono superiori alle entrate correnti. Il commissario ha dunque necessità di liquidità, e in cassa sembra averne pochissima. Egli può tuttavia prenderla a prestito da nuovi finanziatori, garantendo loro (come per legge) la prededuzione, cioè il diritto ad essere pagati per primi con il realizzo dell’attivo. Anche Bondi, poche settimane dopo il crack Parmalat, ottenne un finanziamento di oltre 100 milioni di euro (cfr. comunicato-stampa Parmalat 4 marzo 2004), grazie al fatto che il nuovo finanziamento avrebbe goduto della prededuzione rispetto ai miliardi di euro del debito preesistente. All’estero si parla in questi casi di “debtor-in-possession financing” o “post-petition financing”, che negli Stati Uniti è la regola per le linee aeree in Chapter 11 (procedura di ristrutturazione). Un problema che il commissario Alitalia potrebbe però trovarsi ad affrontare riguarda l’incertezza del quadro normativo che circonda l’insolvenza Alitalia, anche relativamente alla stessa legittimità della procedura fino ad oggi seguita.

5) “Le offerte CAI e Air France sono equivalenti dal punto di vista finanziario”

Falso. Per comprare Alitalia, Air France metteva in campo denaro da spendere in tre direzioni: a) come prezzo per l’acquisto degli aerei e delle rotte di Alitalia; b) come onere per il pagamento dei creditori di Alitalia; c) come investimento nell’azienda successivo all’acquisto. Ipotizzando che gli investimenti di cui alla lettera c) siano uguali fra i due piani, la diversità radicale fra le due offerte sta nelle lettere a) e b): mentre Air France comprava le azioni e si assumeva l’onere di pagare i creditori (la società restava infatti in vita), CAI compra (come è normale, visto che Alitalia è ormai società “fallita”) solo l’attivo, senza debiti, e dunque non paga nulla ai sensi della lettera b). Non si sa quanto CAI dovrebbe pagare come prezzo per l’acquisto, ma anche se pagasse la stessa cifra di Air France, il denaro non andrà agli azionisti, e non basterà nemmeno per i creditori: con il passare dei mesi, infatti, il dissesto si è aggravato.

6) “Lo Stato avrebbe perso anche con l’offerta Air France”

Falso. Ad oggi, la perdita che appare prevedibile per lo Stato deriva dalle seguenti quattro voci:

a) perdita come azionista (le azioni sono ormai carta straccia);
b) perdita come creditore (sia come sottoscrittore del prestito obbligazionario, sia come finanziatore del prestito-ponte di 300 milioni di euro concesso ad aprile);
c) perdita per gli indennizzi ai piccoli azionisti di Alitalia e alla parte di piccoli obbligazionisti che riterrà di indennizzare;
d) oneri per le indennità erogate ai lavoratori licenziati.

Se il piano Air France fosse stato realizzato, non vi sarebbero state né la perdita di cui al punto a), né la perdita di cui al punto b), né infine la perdita di cui al punto c). Non è differenza da poco. La perdita di cui al punto d) vi sarebbe invece stata anche con Air France, ma su questo punto la comparazione dei piani CAI e Air France è molto difficile (la legge sulle indennità ai lavoratori licenziati è stata cambiata proprio con il decreto Alitalia, e non si conosce inoltre il numero definitivo degli esuberi che vi saranno nei prossimi mesi).

7) “Sarebbe stato meglio fare fallire Alitalia”

Non è esatto. La cosa non era, infatti, possibile (vedi punto 1). Se poi, al di là delle sottigliezze giuridiche, con ciò si volesse dire che gli aerei di Alitalia dovevano smettere di volare, il discorso resterebbe comunque inesatto. Anche nel fallimento (come in qualsiasi procedura d’insolvenza del mondo) il curatore ha, infatti, il dovere di conservare il valore dell’attivo per ridurre al minimo la perdita dei creditori. Questo implica che, seppur per lo stretto necessario per trovare un acquirente e al solo fine di vendere l’azienda in attività e non i suoi cocci, gli aerei di Alitalia dovrebbero essere mantenuti in volo fin quando ciò sia possibile. E’ quanto accade, ad esempio, a molti alberghi, che falliscono ma continuano a funzionare e ad avere ospiti, in attesa della vendita dell’azienda.

8) “Nelle prossime settimane Alitalia potrebbe fallire”

Vero, in teoria. Se Alitalia lasciasse a terra gli aerei e fosse impossibile vendere l’azienda in attività (vedi punto 7), la procedura di amministrazione straordinaria potrebbe convertirsi in quella di fallimento (art. 4 comma 4 della legge Marzano, come modificata per Alitalia). In altre parole, una grande impresa non può mai essere dichiarata fallita come prima opzione: se insolvente, essa viene sempre e solo assoggettata all’amministrazione straordinaria. Questa procedura si trasforma in un fallimento solo nei rarissimi casi in cui la situazione si riveli così disastrosa che nessuno compra l’azienda nemmeno depurata da tutti i debiti. Ma è un’eventualità non realistica per Alitalia, non auspicabile e che in più aggraverebbe il danno ai creditori, i quali sono coloro che traggono beneficio da un miglior realizzo dell’attivo e che soffrono invece le conseguenze di uno peggiore.

9) “Sarebbe stato possibile commissariare Alitalia già ad aprile”

Vero. Con l’abbandono di Air France, che a marzo 2008 (e forse per colpa della complessa procedura di privatizzazione) era l’unico possibile acquirente, era chiaro a tutti che Alitalia era insolvente. Lo dicevano i numeri che essa stessa pubblicava: liquidità ormai minima e perdite operative continue e ingenti. Il prestito-ponte ha consentito che il dissesto si aggravasse. In molti crack italiani (Parmalat in primis), l’aggravamento del dissesto ha fatto scattare azioni in sede penale e civile (non rileva qui se tali azioni siano fondate o meno)

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una precisazione al punto 5...facciamo un pò di "diconto" cosi mettiamo qualche numero per capire questo grande guadagno che si sarebbe ottenuto con i francesi rispetto alla perdita dei coraggiosi...

alitalia ha bilancio (salvo che non saltino fuori cose nascoste, evenienza da non escludere visto i magheggi del super manager cimoli) un passivo per 1,172 mil suddivisi in: 700 bond (250 sul mercato e 450 del tesoro), 472 debiti diversi (282 con GE per gli aeroplani, 97 con intesa, 93 vs altre banche)

dalla semestrale sappiamo che in cassa ci sono 374 e si legge quà e là che del prestito dovrebbero essersena avvanzati 96

quindi come attivo dovrebbero contare su: 470 contante, 100 dalla vendita di terreni, 300 come incasso della CAI per l'acquisto del buono di az; resta fuori la vendita del cargo e non è escluso di alitalia express in blocco... senza sommare le utlime due voci si arriva ad totale di 870 mettiamoci dentro un altro centinaio per il cargo e magari per la express si arriva 970...

1,172-900 restano a naso un 300 mil scoperti, più i 300 mil di prestito ponte messo a patrimonio netto... più ovviamente le azioni (che però meritano un discorso a parte, perchè quelle sono capitale di rischio... e come tale chi se l'è comprate si assume il rischio... se han creduto tutti come i babbei alle baggianate di cimoli del faremo diremo e bla bla bla da investitore consapevole si assume le sue responsabilità compresi i dipendenti che le han volute e tenute in cassaforte... torno a dire sono capitale di rischio... rischio, appunto)

quindi sul gobbo dello stato ci dovrebbero essere 600 mil più il costo della cassa-integrazione.

coi francesi quanta sarebbe stata la differenza (quanto risparmio)? quanta sarebbe stata la differenza alla luce dell'aumento del costo petrolio e quindi della conseguente revisione del piano che i francesi sicuramente avrebbero messo in pista magari calcando un pò la mano? la cassa era anche da loro prevista...

supponiamo la metà? cioè coi francesi sul gobbo dello stato ci sarebbe stato la metà della cifra attuale? bene fosse la metà direi che vale il mercato italiano, vale l'aver salvato il mercato... detto in termini industriali vale l'aver tenuto la fonte di fatturato...
 
@ Concorde ...

Gli orfani di AF in buona fede non capiranno mai il tuo ragionamento e quelli in cattiva fede ( Scalfari ) si garderanno bene dallo spiegare questi concetti chiave ...
 
il piano prevede 14 intercontinentali a mxp (cosi scrive anche il corsera di oggi)... mi chiedo: ma la principessa (moratti) e formigoni (ma anche bonomi) casa vogliono di più? hanno sogni onirici che gli fan vedere la CAI come fosse af o lh o ba con 500 aerei di grandi dimensioni? mi dicano quale sostanza usano perchè vorrei fare pure io sogni onirici cosi grandi (... di altro genere... perchè se dio vuole di notte non sogno aeroplani, hub o aeroplani... ma persone con le quali faccio altro ehehheh). con 14 voli intercontinentali a mxp si ha ancora il coraggio di dire che linate non va ridimensionato se la CAI non investe a milano??? ragazzi... portateli al manicomio... insieme a tutti i milanesi che gli van dietro! ...
 
Forse i "milanesi" temono un'alleanza con AF perchè oltre all'hub CAI non ci sarebbe altro ... diverso sarebbe se oltre a CAI ci fosse anche LH..
 
il piano prevede 14 intercontinentali a mxp (cosi scrive anche il corsera di oggi)... mi chiedo: ma la principessa (moratti) e formigoni (ma anche bonomi) casa vogliono di più? hanno sogni onirici che gli fan vedere la CAI come fosse af o lh o ba con 500 aerei di grandi dimensioni? mi dicano quale sostanza usano perchè vorrei fare pure io sogni onirici cosi grandi (... di altro genere... perchè se dio vuole di notte non sogno aeroplani, hub o aeroplani... ma persone con le quali faccio altro ehehheh). con 14 voli intercontinentali a mxp si ha ancora il coraggio di dire che linate non va ridimensionato se la CAI non investe a milano??? ragazzi... portateli al manicomio... insieme a tutti i milanesi che gli van dietro! ...
Straquoto.

Formigoni ha usato toni molto più diplomatici. Peché è' più intelligente? O perché è l' unico che veramente se ne frega di Linate?
 
Stato
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