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Tra 500 e mille esuberi tra assistenti di volo, piloti e personale di terra; ricapitalizzazione da circa 1,5 miliardi di euro; ridimensionamento di Malpensa. Secondo alcune indiscrezioni sono questi i punti principali del piano industriale all'esame del consiglio di amministrazione di Alitalia che si riunirà giovedì pomeriggio e che verrà poi presentato al sindacato. La compagnia ha precisato che il piano industriale prevede un aumento di capitale e "l'esigenza" di esuberi ma, al momento, ogni quantificazione è prematura.
Fonti vicine al dossier hanno fatto sapere che l'aumento di capitale avverrebbe nel 2008 e avrebbe un duplice scopo: da un lato consentire la diluizione della quota pubblica (il Tesoro non dovrebbe infatti sottoscriverlo) e l'ingresso di nuovi azionisti, dall'altro fornire i mezzi per il rinnovo della flotta di medio e lungo raggio. Come previsto, inoltre, il consiglio dovrebbe approvare le linee guida del piano industriale a cui sta lavorando il presidente Maurizio Prato. In vista il ridimensionamento dell'attività su Malpensa con il trasferimento di una parte dei voli su Fiumicino e il taglio delle rotte meno redditizie, in particolare quelle verso l'estremo oriente come Cina e India.
Altro capitolo è quello delle esternalizzazioni. In questo caso ci sarebbe una sorta di inversione di rotta rispetto al piano Cimoli. La manutenzione dovrebbe infatti rientrare nel perimetro di Az Fly così come il cosiddetto "front line" dell'handling, cioè, ad esempio il personale addetto alla rampa. All'esame dei consiglieri, inoltre, anche la scelta dell'advisor nell'operazione di vendita della compagnia. Due giorni fa sarebbero scaduti i termini per la presentazione delle domande. Secondo indiscrezioni tra le banche d'affari in lizza ci sarebbero Jp Morgan, Citigroup, Banca Leonardo e Deutsche Bank.
In polemica con il taglio dei voli su Malpensa il sindaco di Milano, Letizia Moratti, in una conferenza stampa con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha parlato di «piano suicida non per Malpensa ma per la stessa Alitalia, rappresenta un grosso rischio anche per il sistema Paese». Secondo Moratti, d'accordo con Formigoni, «il piano è stato scritto per i sindacati romani» ed è «illogico e irrazionale». Ma l'eventuale ridimensionamento delle rotte internazionali sull'hub varesino «è destinato a danneggiare l'Italia più che lo scalo».
A stretto giro il ministro dello Sviluppo, Pierluigi Bersani (Ds) ha replicato che la compagnia di bandiera «viene invocata per tirare la coperta sulle infrastrutture italiane». Secondo Bersani occorre che al Nord ci sia una razionalizzazione delle infrastrutture aeroportuali: «Da Torino a Trieste c'è un aeroporto ogni 50 chilometri. È vero che il 70% dei biglietti aerei si stacca al Nord, però vorrei far notare che molti di questi biglietti vengono staccati in aeroporti che stanno a 50 chilometri di distanza e che portano aerei a Parigi o Londra o Berlino, per poi andare nel resto del Mondo. Non è Roma che deve risolvere i problemi del Mondo