Passata dunque la sbornia da privatizzazione con un risveglio brusco e finita alle ortiche anche l’opzione capitali stranieri (che solo in quanto tali sembrano debbano possedere virtù taumaturgiche che invece quelli nazionali non hanno), cosa resta? Resta che senza un intervento diretto dello Stato non solo lasciamo a casa 20mila persone – che in tempi di disoccupazione stabilmente ben oltre il 10% è un ulteriore colpo alla nostra economia – ma cediamo in mani straniere un’altra, l’ennesima realtà industriale italiana, senza alcuna garanzia sul futuro e rinunciamo contestualmente ad un asset che definire strategico è quasi riduttivo. Poi certo, va ripensata globalmente una strategia fino ad oggi fallimentare e che anche senza sindacati, raccomandazioni e clientelismi, tagliando tutti i rami secchi e pure con il prezzo del carburante a zero mai avrebbe pagato. Ma questo, come si suol dire, è un altro discorso. Filippo Burla
http://www.ilprimatonazionale.it/ec...-va-nazionalizzata-63159/#W2PtIVQbWeGIxHJT.99
Personalmente, coinvolto nella cessione al Mef delle vecchie azioni a 0, 2722 centesimi di euro dal c.d. decreto legge "anticrisi" 78/2009, in caso di decreto di nazionalizzazione alitalia con l’intervento della cassa depositi e prestiti e con nuovi investimenti privati in bond a due anni, che prevedesse, alla scadenza, anche il rimborso del ricalcolo di quell'esiguo valore di scambio a quello equo di 1 euro, reinvestirei ancora congruamente [10 mila euro].
Il debito pubblico è enorme e deve essere ripianato il più presto possibile per il bene di tutti ed in primis dei nostri figli, ma fare questo ulteriore sforzo per salvare definitivamente la compagnia di bandiera anche per cancellare un brutto capitolo di storia italiana, fatta di sperperi e di corruzione, contribuirebbe certamente al rilancio di tutta l’economia italiana ed al prestigio della nazione.