e siamo sicuri che airone voglia davvero alitalia o ne voglia solo il fallimento??
Dal quotidiano "Libero" del 3 febbraio 2008, a pagina 12:
La sospensiva richiesta da Air One
Banca Intesa preferisce il fallimento e spera che il Tar stoppì la cessione
ad Air France
A vendita bloccata dal giudice amministrativo, l'unico sbocco per Prato
sarebbe portare i libri in tribunale.
E allora le banche avrebbero diretta voce in capitolo
Corrado Piccione
Già martedì il Tar del Lazio dovrebbe fissare l'udienza per esaminare la
richiesta sospensiva della trattativa in esclusiva con Air France per la
cessione di Alitalia. La decisione è attesa in pochi giorni, e un eventuale
accoglimento bloccherebbe di fatto l'intera trattativa con i francesi, che
Prodi e Padoa-Schioppa intendevano concludere in poche settimane. A quel
punto, visto che intanto si procede velocemente verso elezioni anticipate,
per Alitalia la prospettiva sarebbe duplice. Da una parte, la stessa Air
France potrebbe sospendere unilateralmente il proprio interesse, visto che
in realtà sono mesi e mesi che si confronta riservatamente con Maurizio
Prato, e ne condivide integralmente il piano di severa ridefinizione dei
voli operativi su Malpensa già deliberato, premessa per il definitivo
abbandono dell'irrealistico progetto di fare dello scalo varesino la
seconda base di armamento della flotta oltre a Fiumicino. Oltre a tale
conseguenza, entro fine marzo per Alitalia si porrebbe inevitabilmente il
problema dell'esaurimento delle ultime scorte di liquidità a disposizione
dell'attuale management. In altre parole, per Prato non vi sarebbe altra
alternativa che manifestare tale condizione ultimativa all'azionista
pubblico, e procedere a portare i libri in Tribunale, per avviare le
procedure fallimentari. Il governo potrebbe esaminare quale delle diverse
procedure concorsuali straordinarie richiedere per Alitalia, come la legge
Marzano, definita per la gestione straordinaria di Parmalat, affidata con
straordinario successo dal governo Berlusconi a Enrico Bondi. Ma sta di
fatto che a quel punto per Alitalia si chiuderebbero le porte delle lunghe
e bizantine procedure di cessione messe in atto dal governo Prodi, prima
con la gara-non gara da cui praticamente quasi tutti i soggetti interessati
si ritirarono, stante l'inaccettabilità delle condizioni poste, per poi
passare alla trattativa in esclusiva tra Alitalia stessa e Air France,
scartando la Air One di Carlo Toto, che era rimasto l'unico altro soggetto
a manifestarsi interessato a rilevare la ormai ex compagnia di bandiera
italiana.
Quando la settimana scorsa Air One ha depositato impugnativa formale al
Tar, in molti hanno pensato che si trattasse di un'iniziativa estrema messa
in atto dal vero soggetto forte della cordata Air One, cioè Banca Intesa.
Corrado Passera, amministratore delegato della banca presieduta da Giovanni
Bazoli, si è in effetti molto esposto, a favore di Toto. Tanto che quando
due settimane fa si riunì per la prima volta il tavolo speciale milanese
dedicato a esaminare le ricadute su Malpensa, e Padoa Schioppa vi fu
inviato da Prodi per vedere di lenire lo scontro furibondo avuto per
telefono con Roberto Formigoni, Bazoli iniziò il suo intervento smentendo
le voci di dissenso tra sè e Passera sul dossier, e Alessandro Profumo di
Unicredit ne approfittò per dire che se si parlava di quello lui aveva di
meglio da fare.
In ogni caso, la rivelazione del testo dell'istanza depositata al Tar -
ieri è stato il Messaggero a riprodurla - rende chiaro che essa si fonda su
argomenti politici, più che societari e giuridici. Si contesta la decisione
del governo Prodi di essersi spogliato illegittimamente della propria veste
di azionista, consentendo al management di Alitalia di trattare coi soli
francesi dell'intera proprietà dell'azienda, venendo meno ai prescritti
principi di non discriminazione e trasparenza. Le 37 pagine scritte dal
professor Angelo Clarizia sembrano insomma essere scritte apposta per
portare argomenti politici al fronte nordista che nel frattempo accusa il
governo Prodi di non avere più i titoli per portare a compimento una
dismissione già tanto pasticciata. E poichè la Air One di Toto è esposta
con Banca Intesa - a fine 2006 i debiti lordi della compagnia di Toto
ammontavano a 555 milioni di cui 316 di esposizione netta - che per questo
è magna pars della sua offerta su Alitalia al fine di rientrare dai
crediti, finanziando l'eventuale acquisizione per trattarne al meglio le
proprie quote a partner stranieri, dopo qualche tempo, magari pensando a
Lufthansa, ecco spiegarsi l'intento di portare Alitalia a fallimento.
L'onta ricadrebbe sull'ex governo Prodi. Il fronte nordista-malpensista
sarebbe felice. In un'Alitalia sottoposta a commissariamento straordinario
sarebbero le banche creditrici ad avere voce in capitolo. Et voilà, per
Intesa sarebbe assai facile pilotare i resti di Alitalia verso Air One. Con
molte incognite su chi ne finanzierebbe il futuro, con quale grande vettore
estero integrare i propri operativi di volo, chi si sobbarcherebbe
l'eventuale moratoria su Malpensa, e via proseguendo. Ma di questo si
occuperebbe il nuovo governo. Se riesce, per Passera sarebbe un colpaccio.