Banca Intesa/AirOne al lavoro sul dossier Malpensa.
L'ipotesi che l'asso nella manica dello scalo varesino possa essere proprio la compagnia di Carlo Toto, alla fine potrebbe davvero prender quota. Ufficialmente l'imprenditore abruzzese continua a rilanciare sul vettore tricolore, dicendosi convinto che la partita non sia ancora chiusa. In realtà stasera salirà a Milano per incontrare, insieme al capo del Corporate e Investment banking di Intesa San Paolo, Gaetano Miccichè, l'assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo (forse ci sarà anche Roberto Formigoni).
L'incontro sarebbe stato sollecitato proprio dal fronte Intesa/AirOne, segno che c'è interesse ad approfondire il dossier Malpensa. In fondo Banca Intesa è sì una grande banca paese ma epicentrata su quell'asse Milano-Torino che più ha da perdere dal collasso dello scalo varesino. Carlo Toto in fondo ha le opzioni sugli aerei e i capitali di Ca' de Sass se, come sembra, la banca di Corrado Passera è disposta a proseguire la partnership. Potrebbe essere AP Holding la tanto vagheggiata compagnia del nord? L'embrione su cui costruire il piano B di cui parla Sea da tempo? Se ne capirà di più nei prossimi giorni ma certo è che al Pirellone c'è molta attesa per l'incontro di stasera. Una exit strategy che lo stesso presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, in qualche modo avvalla, dicendosi convinto che «il piano Alitalia per Malpensa è ormai irreversibile e ci sarà una forte contrazione del traffico aereo». Che fare? «Vedremo. Anche se sicuramente saremo lontani dalle performance 2007 che hanno fatto registrare anche 100mila passeggeri al giorno». A maggior ragione diventa importante un potenziamento di AirOne sullo scalo varesino. Specie se verranno liberati gli slot non utilizzati. Sarebbe la versione rivisitata di quell'incrocio tra i due piani (Air France-AirOne) auspicato a suo tempo dallo stesso Walter Veltroni. Un'ipotesi che il Pd lombardo sarebbe pronto a sostenere, facendo da ponte sul governo, dove troverebbe orecchie sensibili in Enrico Letta e Pierluigi Bersani.
Per il resto, il Pirellone ieri ha fornito una fotografia plastica delle conseguenze del disimpegno di Alitalia. «Un vero colpo di mannaia, altro che ridimensionamento: nell'estate 2008 volerà un aereo su 3 rispetto all'estate scorsa», ha spiegato Cattaneo. Nel dettaglio: otto milioni di passeggeri in meno all'anno, 793 voli tagliati (-64%), 43 rotte soppresse (17 intercontinentali, 20 europee e 9 nazionali), fino ad 8mila posti di lavoro a rischio tra occupati diretti e indotto. Sarebbero queste le conseguenze del piano Alitalia su Malpensa, in base ai dati in possesso di Regione Lombardia. Circa 3/4 dei voli settimanali intercontinentali di Alitalia vengono infatti cancellati (da 181 a 47, ben il 47% in meno). Ad esempio non sono più previsti collegamenti diretti con destinazioni come Buenos Aires, Chicago, Boston, Miami, ma anche Shanghai, Caracas, Damasco, Dubai. I voli settimanali per l'Europa soppressi sono invece 449 (da 728 a 279, -62%). Tra le rotte abolite ci sono Madrid, Barcellona, Londra, Lisbona, Francoforte. I voli settimanali nazionali scendono infine a 119 rispetto ai 329 operativi oggi (210 in meno).
Il Pirellone ha infine ribadito che al Tavolo Milano convocato per martedì prossimo, chiederà all'esecutivo «di garantire una moratoria di almeno 5 anni in cui non vengano toccati i voli su Malpensa». Commento finale di Formigoni: «Uno tsunami sta per abbattersi sulla Lombardia».
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