Articolo de "La Tribuna", scritto abbastanza bene per una volta.
Stavolta è Save/AerTre a proporre ricorso al TAR contro Comune di Quinto di Treviso, Ministero dell'Ambiente ed Enac
«Canova, Letta fermi l’ampliamento»
Interrogazione di Sel e del Comitato al governo. Ma Save e Aertre ricorrono al Tar contro la limitazione al numero di voli
di Federico de Wolanski e Alessandro Zago
Aeroporto Canova di Treviso, la polemica tiene sempre più banco. È guerra aperta sul limite dei voli e sulle autorizzazioni per l’ampliamento dello scalo, ma anche sull’impatto ambientale. E, colpo di scena, è appena partito un nuovo ricorso al Tar, ma stavolta ad opera dello stesso aeroporto, non del comitato contro l’ampliamento dello scalo. Comitato che però, grazie a Sinistra Ecologia e Libertà, è riuscito a portare il “caso” del Canova in Parlamento. Ma partiamo dal Tar: adesso è l’aeroporto di Treviso a muovere guerra contro Comune di Quinto, ministero dell’Ambiente e perfino Enac (ente nazionale di aviazione civile). Pochi giorni fa infatti lo scalo trevigiano ha promosso un ricorso al Tar chiamando in causa i tre enti e contestando la diffida - di pochi mesi fa - che puntava a limitare l’attività di volo sulla pista trevigiana, quei famosi 16.300 voli che in assenza di nuove autorizzazioni dovrebbero rappresentare il tetto massimo dell’attività del Canova. La mossa è di Save (società che gestisce il Marco Polo e comanda anche l’AerTre) e di AerTre (società che gestisce il Canova), nelle carte del ricorso però risulta solo l’aeroporto di Treviso. Ma tanto basta. La battaglia è infatti tutta dello scalo che da anni attende l’ok burocratico che permetterebbe di far decollare il maxi-piano di investimenti di Save per lo sviluppo dell’attività e del contesto urbanistico dell’aeroporto. Lo stesso piano (120 milioni di euro) che porterebbe a raddoppiare voli, passeggeri (da 2,2 milioni di oggi a 4,4 all’anno) e indotto, e che prevede 9 milioni di opere di mitigazione. Manca solo un timbro al via libera. Da troppi mesi. In attesa di quel timbro, si gioca una partita delicatissima. Le pressioni del Comune di Quinto per il rispetto del numero di voli, la diffida del ministero, l’attendismo di Enac hanno fatto scattare un meccanismo che per lo scalo potrebbe essere devastante, facendo ribollire gli animi ai piani alti e scattare la mossa legale del Canova. L’utilità? Potrebbe servire a congelare il dibattito sul tetto dei voli, rinviandolo oltre l’estate e permettendo così allo scalo di continuare ad operare con l’attuale regime. Altrimenti, il tetto stabilito dal ministero verrebbe raggiunto già in settembre, ossia solo tra un mese, obbligando così - almeno in teoria - lo scalo a chiudere e delocalizzare tutta l’attività a Venezia. Alternative? In Save qualcuno aveva ipotizzato, in primavera, uno stop dei voli «a tempo determinato», ma a stretto giro di posta l’ad di Aertre Simioni aveva liquidato il progetto come «impossibile» annunciando appunto la sola mancanza di «una firma e un timbro» per il via libera all’aumento
dei voli a Treviso. La battaglia di carte bollate potrebbe essere quindi l’unico metodo per non chiudere, né limitare l’attività dello scalo. Nel frattempo, ai piani alti di AerTre, si continua a studiare. Alcuni voli e altrettanti vettori negli ultimi tempi sono stati trasferiti a Venezia, ma il trasloco non basta certo a restare nei limiti imposti dal ministero. Arriverà prima il via libera al piano di sviluppo inoltrato tre anni fa da Save a Roma, o lo stop all’attività?
Passiamo all’interrogazione parlamentare che la parlamentare di Sinistra Ecologia Libertà Serena Pellegrino ha presentato alla Camera, su input della federazione Sel di Treviso, indirizzata al ministero dell’Ambiente e al ministero delle Infrastrutture del governo Letta, «sulle problematiche relative al Canova, soprattutto per quanto riguarda le autorizzazione concesse da Enac e il procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via)».
La Pellegrino chiede ai ministri di fare chiarezza «sull’aggrovigliata situazione procedurale creatasi nel corso degli anni e che Enac ha dimostrato di non saper governare» e se non ritengano sia il caso, a fronte di questa situazione, «di sospendere l’iter procedurale di Valutazione (Via) di impatto ambientale del marzo 2012», quello cioé che l’Enac ha presentato per il master plan di Save-AerTre di sviluppo delle attività connesse al Canova che comporterà la triplicazione dei voli, oggi sono 16.300 annui, e un aumento dei passeggeri fino a cinque milioni e seicentomila. Sospensione della Via necessaria, secondo Sel, «in attesa di far chiarezza sullo sforamento dei lavori eseguiti, ma non autorizzati, nel 2011 all’interno del Parco del Sile, così come denunciato da Legambiente». Per Sel, infine, è necessario che il ministero delle Infrastrutture avvii «un’indagine sui fatti avvenuti in questi anni sullo sviluppo del Canova, e sul ruolo che Enac ha avuto in questa vicenda di normative non applicate e di decreti ministeriali non rispettati»
http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/08/05/news/canova-letta-fermi-l-ampliamento-1.7536347
In questo momento si è in guerra aperta; da una parte Comitato antiaeroporto (Che per statuto non vuole appoggi politici, salvo come in questo caso, quando gli fa più comodo), associazioni ambientaliste e Comune di Quinto di TV, dall'altra Save e tutte le categorie economiche del circondario.
Nel mio piccolo, mi auguro che Save, di fronte al TAR, faccia aprire dei fascicoli su chi ha rilasciato concessioni edilizie vicino al sedime aeroportuale, poichè se è anche vero che non tutti abbiamo "logica" nel scegliere dove andare a vivere, d'altra parte qualcuno ha permesso che si edificassero aree in cui era meglio evitare.
Stavolta è Save/AerTre a proporre ricorso al TAR contro Comune di Quinto di Treviso, Ministero dell'Ambiente ed Enac
«Canova, Letta fermi l’ampliamento»
Interrogazione di Sel e del Comitato al governo. Ma Save e Aertre ricorrono al Tar contro la limitazione al numero di voli
di Federico de Wolanski e Alessandro Zago
Aeroporto Canova di Treviso, la polemica tiene sempre più banco. È guerra aperta sul limite dei voli e sulle autorizzazioni per l’ampliamento dello scalo, ma anche sull’impatto ambientale. E, colpo di scena, è appena partito un nuovo ricorso al Tar, ma stavolta ad opera dello stesso aeroporto, non del comitato contro l’ampliamento dello scalo. Comitato che però, grazie a Sinistra Ecologia e Libertà, è riuscito a portare il “caso” del Canova in Parlamento. Ma partiamo dal Tar: adesso è l’aeroporto di Treviso a muovere guerra contro Comune di Quinto, ministero dell’Ambiente e perfino Enac (ente nazionale di aviazione civile). Pochi giorni fa infatti lo scalo trevigiano ha promosso un ricorso al Tar chiamando in causa i tre enti e contestando la diffida - di pochi mesi fa - che puntava a limitare l’attività di volo sulla pista trevigiana, quei famosi 16.300 voli che in assenza di nuove autorizzazioni dovrebbero rappresentare il tetto massimo dell’attività del Canova. La mossa è di Save (società che gestisce il Marco Polo e comanda anche l’AerTre) e di AerTre (società che gestisce il Canova), nelle carte del ricorso però risulta solo l’aeroporto di Treviso. Ma tanto basta. La battaglia è infatti tutta dello scalo che da anni attende l’ok burocratico che permetterebbe di far decollare il maxi-piano di investimenti di Save per lo sviluppo dell’attività e del contesto urbanistico dell’aeroporto. Lo stesso piano (120 milioni di euro) che porterebbe a raddoppiare voli, passeggeri (da 2,2 milioni di oggi a 4,4 all’anno) e indotto, e che prevede 9 milioni di opere di mitigazione. Manca solo un timbro al via libera. Da troppi mesi. In attesa di quel timbro, si gioca una partita delicatissima. Le pressioni del Comune di Quinto per il rispetto del numero di voli, la diffida del ministero, l’attendismo di Enac hanno fatto scattare un meccanismo che per lo scalo potrebbe essere devastante, facendo ribollire gli animi ai piani alti e scattare la mossa legale del Canova. L’utilità? Potrebbe servire a congelare il dibattito sul tetto dei voli, rinviandolo oltre l’estate e permettendo così allo scalo di continuare ad operare con l’attuale regime. Altrimenti, il tetto stabilito dal ministero verrebbe raggiunto già in settembre, ossia solo tra un mese, obbligando così - almeno in teoria - lo scalo a chiudere e delocalizzare tutta l’attività a Venezia. Alternative? In Save qualcuno aveva ipotizzato, in primavera, uno stop dei voli «a tempo determinato», ma a stretto giro di posta l’ad di Aertre Simioni aveva liquidato il progetto come «impossibile» annunciando appunto la sola mancanza di «una firma e un timbro» per il via libera all’aumento
dei voli a Treviso. La battaglia di carte bollate potrebbe essere quindi l’unico metodo per non chiudere, né limitare l’attività dello scalo. Nel frattempo, ai piani alti di AerTre, si continua a studiare. Alcuni voli e altrettanti vettori negli ultimi tempi sono stati trasferiti a Venezia, ma il trasloco non basta certo a restare nei limiti imposti dal ministero. Arriverà prima il via libera al piano di sviluppo inoltrato tre anni fa da Save a Roma, o lo stop all’attività?
Passiamo all’interrogazione parlamentare che la parlamentare di Sinistra Ecologia Libertà Serena Pellegrino ha presentato alla Camera, su input della federazione Sel di Treviso, indirizzata al ministero dell’Ambiente e al ministero delle Infrastrutture del governo Letta, «sulle problematiche relative al Canova, soprattutto per quanto riguarda le autorizzazione concesse da Enac e il procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via)».
La Pellegrino chiede ai ministri di fare chiarezza «sull’aggrovigliata situazione procedurale creatasi nel corso degli anni e che Enac ha dimostrato di non saper governare» e se non ritengano sia il caso, a fronte di questa situazione, «di sospendere l’iter procedurale di Valutazione (Via) di impatto ambientale del marzo 2012», quello cioé che l’Enac ha presentato per il master plan di Save-AerTre di sviluppo delle attività connesse al Canova che comporterà la triplicazione dei voli, oggi sono 16.300 annui, e un aumento dei passeggeri fino a cinque milioni e seicentomila. Sospensione della Via necessaria, secondo Sel, «in attesa di far chiarezza sullo sforamento dei lavori eseguiti, ma non autorizzati, nel 2011 all’interno del Parco del Sile, così come denunciato da Legambiente». Per Sel, infine, è necessario che il ministero delle Infrastrutture avvii «un’indagine sui fatti avvenuti in questi anni sullo sviluppo del Canova, e sul ruolo che Enac ha avuto in questa vicenda di normative non applicate e di decreti ministeriali non rispettati»
http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/08/05/news/canova-letta-fermi-l-ampliamento-1.7536347
In questo momento si è in guerra aperta; da una parte Comitato antiaeroporto (Che per statuto non vuole appoggi politici, salvo come in questo caso, quando gli fa più comodo), associazioni ambientaliste e Comune di Quinto di TV, dall'altra Save e tutte le categorie economiche del circondario.
Nel mio piccolo, mi auguro che Save, di fronte al TAR, faccia aprire dei fascicoli su chi ha rilasciato concessioni edilizie vicino al sedime aeroportuale, poichè se è anche vero che non tutti abbiamo "logica" nel scegliere dove andare a vivere, d'altra parte qualcuno ha permesso che si edificassero aree in cui era meglio evitare.