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Un marziano a Pescara
Domande ingenue alla Bella Addormentata
9 November 2010
Addio all’arereoporto di Pescara?
Archiviato sotto: Il campanile,Il cemento,Il comune,Il potere,Il sonno —
Oggi un articolo su Repubblica.it posiziona senza mezzi termini l’aereoporto Liberi fra quelli da eliminare, tramite una cessione da parte dello Stato agli enti locali che poi ne decideranno la sorte (così scrive Livini sempre su Repubblica.it). Nessuna presa di posizione – almeno di facciata – arriva dalle istituzioni locali coinvolte. Quindi, delle due l’una: o sapevano e hanno preferito “fare gli indiani”, o non sapevano e allora vuol dire che sono tagliate fuori dalle decisioni (a dimostrazione di quanto “contano” effettivamente).
Sia come sia, non c’è dubbio che i locali Signori del cemento, di fronte a una prospettiva del genere, stiano già affilando le armi, pardon, mettendo in moto ruspe e betoniere. Perchè se l’aereoporto Liberi venisse ceduto alla Regione o spezzettato fra i comuni che se lo contendono, la sorte di quell’area sarebbe già irrimediabilmente segnata: cemento, palazzi, palazzi, cemento, cemento, cemento, cemento…
Quando questo accadrà (non “se”, ma “quando”) avremo la prova certificata dell’incapacità di amministrazioni locali e “manager” di sfruttare risorse locali per far crescere economia e cultura – o meglio, della loro capacità di deprimere le nostre terre. Invece di potenziare lo scalo ne hanno decretato la condanna a morte, con l’agonia che è già iniziata (i voli per Milano si sono ridotti a uno, RyanAir si “appoggia” sempre meno a Pescara, Parigi è tornata un’illusione, e alla via così).
Mi domando, una volta smantellato l’aereoporto, a chi mai toccherà: alla stazione? ai caselli autostradali? al porto?
Se l’agenda politica dei nostri “governanti” è quella di riportare l’Abruzzo alla pastorizia, siamo sulla buona strada.
macché
Un marziano a Pescara
Domande ingenue alla Bella Addormentata
9 November 2010
Addio all’arereoporto di Pescara?
Archiviato sotto: Il campanile,Il cemento,Il comune,Il potere,Il sonno —
Oggi un articolo su Repubblica.it posiziona senza mezzi termini l’aereoporto Liberi fra quelli da eliminare, tramite una cessione da parte dello Stato agli enti locali che poi ne decideranno la sorte (così scrive Livini sempre su Repubblica.it). Nessuna presa di posizione – almeno di facciata – arriva dalle istituzioni locali coinvolte. Quindi, delle due l’una: o sapevano e hanno preferito “fare gli indiani”, o non sapevano e allora vuol dire che sono tagliate fuori dalle decisioni (a dimostrazione di quanto “contano” effettivamente).
Sia come sia, non c’è dubbio che i locali Signori del cemento, di fronte a una prospettiva del genere, stiano già affilando le armi, pardon, mettendo in moto ruspe e betoniere. Perchè se l’aereoporto Liberi venisse ceduto alla Regione o spezzettato fra i comuni che se lo contendono, la sorte di quell’area sarebbe già irrimediabilmente segnata: cemento, palazzi, palazzi, cemento, cemento, cemento, cemento…
Quando questo accadrà (non “se”, ma “quando”) avremo la prova certificata dell’incapacità di amministrazioni locali e “manager” di sfruttare risorse locali per far crescere economia e cultura – o meglio, della loro capacità di deprimere le nostre terre. Invece di potenziare lo scalo ne hanno decretato la condanna a morte, con l’agonia che è già iniziata (i voli per Milano si sono ridotti a uno, RyanAir si “appoggia” sempre meno a Pescara, Parigi è tornata un’illusione, e alla via così).
Mi domando, una volta smantellato l’aereoporto, a chi mai toccherà: alla stazione? ai caselli autostradali? al porto?
Se l’agenda politica dei nostri “governanti” è quella di riportare l’Abruzzo alla pastorizia, siamo sulla buona strada.