Firenze e Pisa, scoppia la pace nuova alleanza sull´aeroporto
Divisione dei voli e scambi azionari: ecco le ipotesi
DOPO l´accordo tra il presidente della Toscana Enrico Rossi e il sindaco Matteo Renzi su Peretola, alla ribalta non c´è solo lo sviluppo del Vespucci ma anche la pace Firenze-Pisa e la sinergia tra il Vespucci e il pisano Galilei. Di più. Si parla di uno scambio azionario tra le due società che gestiscono gli scali, Adf a Peretola e Sat a Pisa da cui potrebbe finalmente scaturire il sistema aeroportuale toscano. Ora Pisa e Firenze sono più vicine. Il dialogo è aperto. Tra due aeroporti che restano con vocazioni diverse, Firenze un city airport per compagnie di linea e Pisa un aeroporto intercontinentale con maggioranza di compagnie low cost. Eppure due aeroporti gestiti da un´unica società. Sulla sinergia tra gli scali Renzi due giorni fa si è chiaramente detto d´accordo con Rossi. «Sono pronto alla sinergia con Pisa», ha dichiarato al presidente, il quale peraltro aveva già detto di pensare a uno scambio azionario tra le due società. Anche su questo ci dovrebbe essere accordo. Renzi conferma ciò che aveva detto anche in passato: di essere pronto a valutare un´integrazione finanziaria.
Cosa ne dicono i protagonisti? Il presidente di Adf, Vincenzo Manes si dichiara «rassicurato e felice che Peretola sia stata definita una priorità per l´area, per Firenze e la Toscana». Di possibili scambi azionari dice solo che è questione che riguarda i soci. L´ad del Galilei a Pisa, Gina Giani, anche lei ricorda prudentemente che «la fusione non è faccenda politica ma di società quotate in Borsa in cui sono i soci a decidere». Comunque non nasconde che «da un punto di vista manageriale la fusione sarebbe assolutamente auspicabile». Non fosse altro che per avere più potere negoziale sulle compagnie che ora approfittano dell´inevitabile concorrenza tra i due scali vicini, spiega. Oltre che per «vendere meglio all´estero il brand Toscana e programmare gli investimenti».
Ma se la si vuole davvero l´integrazione bisogna darsi da fare. «Non basta la volontà politica - chiarisce Giani - Sono i soci a decidere e le due società sono quotate in Borsa, devono sottostare alle regole della Borsa». Inoltre, a Pisa il 51% ce l´hanno i soci pubblici e a Firenze la maggioranza è dei vari privati. I quali però sono forti in tutti e due gli scali perché a Pisa l´azionista maggioritario è la Regione (16,9%) ma subito dopo viene la privata Finantan con il 16,2%. Dunque dovranno voler vendere e comprare. Insomma non è facile, ma volendo si può. Da subito però, dice Giani prevedendo almeno un inizio concreto di sinergie, si possono collegare meglio i due scali. «Si deve poter volare indifferentemente di qua e di là - dice - Un sistema circolare in cui prendere un Lufthansa da Firenze e tornare con un low cost a Pisa o viceversa a seconda di orari e tariffe. Ma non si può fare in auto o mettendoci una vita».
E fin qui per ora il duo Firenze-Pisa. A Firenze poi c´è anche la questione della nuova pista su cui Rossi e Renzi si sono trovati d´accordo. Se parallela all´autostrada oppure obliqua, ancora non si sa. A patto di non toccare il parco della Piana. Ma il presidente della Provincia Andrea Barducci è convinto che la pista parallela senza invadere il parco non si possa fare. «Se il parco resta intatto e il termovalorizzatore mantiene la sua localizzazione credo sia matematicamente impossibile realizzare una pista parallela - dichiara - Per chiarirci le idee chiedo a Rossi di convocare al più presto in Regione le istituzioni interessate allo sviluppo della Piana. Ritengo che l´opera più urgente sia il termovalorizzatore, poi nella mia classifica arriva il parco, necessario a migliorare le condizioni ambientali dell´area. Rossi è sulla mia stessa posizione».
Repubblica