Aeroporto di Cortina d'Ampezzo il ritorno


Scusate ma quindi secondo questa Teoria aeroporti come Innsbruck o quelli Svizzeri dovrebbero tutti chiudere domani mattina! Ma dai! La solita ignoranza antiaviazione italiana

Diciamo tranquillamente che di un aeroporto in quella zona non c'è proprio bisogno. E che i numeri di Samedan o Innsbruck non li farebbero manco nelle prossime 50 generazioni.
 
Diciamo tranquillamente che di un aeroporto in quella zona non c'è proprio bisogno. E che i numeri di Samedan o Innsbruck non li farebbero manco nelle prossime 50 generazioni.

C'é una bella differenza tra samedan e Innsbruck (nel quale per esempio non sono più disponibili slot nei we invernali da almeno 10 anni)
 
Segnalo che il numero di dicembre in edicola del mensile VFR Aviation (ex Volo Sportivo) tratta approfonditamente l'argomento dell'aeroporto di Cortina-Fiames.
 
Milano-Cortina in aereo Un sogno di 45 minuti

L'aeroporto a Fiames c'è dal 1958 andrebbe solo allungata la pista Col turboelica cinque voli al giorno

Antonio Ruzzo - Gio, 25/02/2016 - 06:00

«Da Milano a Cortina in un giro di Rolex. Alboreto is nothing...» sbruffoneggiava nei film Anni Ottanta l'indimenticato Guido Nicheli, il «cumenda» che viaggiava in Porsche accompagnato da bionde appariscenti e patinate. Erano i tormentoni che raccontavano il benessere diffuso dell'epoca degli yuppies dove le «Vacanze di Natale» si facevano obbligatoriamente sulle Dolomiti e dove via della Spiga o piazza San Babila facevano rima con Corso Italia e con l'Hotel Cristallo dove si trasferiva lo struscio nella stagione invernale. Anni fa. Oggi Cortina fa i conti con una crisi che vede molti alberghi chiusi, più di qualche impianto fermo e su un turismo che avrebbe bisogno di una cura ricostituente. O di un sogno. E il sogno c'è, come raccontato nel reportage di «Meridiani Montagne» in edicola in questi giorni. E'un aeroporto sula pista di Fiames che è lì a portata di mano e potrebbe diventare realtà per i prossimi mondiali di sci nel 2021 e forse anche prima perchè, come ha annunciato qualche settimana fa il governatore del Veneto Luca Zaia, non è un sogno nel cassetto «Ma ci metto la faccia e vi dico che vi stupiremo perchè se il progetto lo prendono in mano gli imprenditori giusti già dal prossimo anno avremo i primi voli...». Costruito nel 1958 lo scalo ha funzionato fino al 1976 quando un incidente costò la vita ad alcuni membri della giunta comunale. Da allora permette il decollo e l'arrivo solo agli elicotteri ma ora se ne riparla. E sarebbe una rivoluzione che permetterebbe, tanto per fare un esempio di collegare Milano alla «Perla delle Dolomiti» in 45 minuti. Tre quarti d'ora che basterebbero ai velivoli turboelica da una trentina di posti di arrivare e ripartire rapidamente fino a cinque volte al giorno e trasformare Cortina nel punto nevralgico del turismo dolomitico, trasformandola da destinazione d'elite in una destinazione a portata di weekend dalle città italiane e dalle capitali europee. Ma soprattutto a portata dei milanesi che da sempre qui vengono in vacanze o hanno la seconda residenza. Il progetto c'è e prevede il rispristino della della pista di Fiames che verrebbe allungata dai 1290 metri attuali a 1.600 metri. E c'è anche il «Cortinairport», un comitato di imprenditori veneti pronti ad investire con uno studio di fattibilità ricco di rendering e studi tecnici che sono solo in attesa di approvazione da parte dell'Enac che però già si sussurra dovrebbe arrivare a breve. Grandi sostenitori del nuovo aeroporto sono gli albergatori ampezzani: «Sarà un'unica infrastruttura con dogana, torre di controllo, negozi e ristoranti- racconta il presidente Gherardo Manaigo a Meridiani- C'è un grande interesse tra gli imprenditori che hanno a cuore Cortina e che in futuro vorrebbero investire qui e non costerebbe un centesimo allo Stato perchè è completamente a carico dei privati». Milanesi a parte c'è già anche un'idea dei numeri e dei passeggeri che il redivivo aeroporto di Cortina potrebbe smuovere: 25mila persone in 180 giorni di apertura per un incasso di 42 milioni. Manca solo una delibera comunale e il benestare delle Regole, l'antica comnunanza della famiglie ampezzane che deve dare l'ok al taglio degli alberi per allungare la pista. E se così sarà «Da Milano a Cortina in un giro di Rolex» si potrà fare davvero, proprio come diceva il «cumenda» Nicheli. Che forse mai avrebbe immaginato...

http://www.ilgiornale.it/news/milano/milano-cortina-aereo-sogno-45-minuti-1228991.html
 
E' stato firmato pochi giorni fa un protocollo per il progetto definitivo del collegamento ferroviario da Calalzo (dove termina attualmente la ferrovia 30Km a sud di Cortina) a Dobbiaco (BZ) passando per Cortina, creando cosi' un nuovo asse ferroviario importante.
Se poi fosse rimesso in funzione l'aeroporto di Fiammes, Cortina sarebbe davvero collegata in modo decoroso con il resto dell'Europa e potrebbe finalmente ritornare al centro del turismo sia nel periodo invernale che in quello estivo.
Ovviamente la pista sara' utilizzabile con atterraggi solo da sud e decolli solo verso sud (one way in, one way out)
 
E' stato firmato pochi giorni fa un protocollo per il progetto definitivo del collegamento ferroviario da Calalzo (dove termina attualmente la ferrovia 30Km a sud di Cortina) a Dobbiaco (BZ) passando per Cortina, creando cosi' un nuovo asse ferroviario importante.
Se poi fosse rimesso in funzione l'aeroporto di Fiammes, Cortina sarebbe davvero collegata in modo decoroso con il resto dell'Europa e potrebbe finalmente ritornare al centro del turismo sia nel periodo invernale che in quello estivo.
Ovviamente la pista sara' utilizzabile con atterraggi solo da sud e decolli solo verso sud (one way in, one way out)
Quella della ferrovia è veramente un'ottima notizia, finalmente Cortina diverrà accessibile anche ai turisti che giungono a Vce/Tsf via aerea e che non sono automuniti.

Francamente invece trovo l'aeroporto e i relativi "collegamenti verso l'Europa" non sostenibili sul medio periodo, terminata cioè la bolla Mondiali.
 
Dio ce ne scampi che vengano spesi soldi per l'ennesimo aeroporto. Ben venga invece se si sceglie di ripristinare il tratto ferroviario Calalzo - Dobbiaco , in questo modo si agevolano sia i passeggeri provenienti da Sud che quelli provenienti da nord in quanto poi la linea da Dobbiaco prosegue in Austria da un lato (verso Lienz) e verso Brunico - Fortezza - Bolzano/Innsbruck dall'altro. Però non ho capito se si ripristina la vecchia linea o sarebbe un percorso diverso? Perché nel secondo caso credo che i costi non sarebbero indifferenti.

Ecco la mappa della vecchia linea :

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Dio ce ne scampi che vengano spesi soldi per l'ennesimo aeroporto. Ben venga invece se si sceglie di ripristinare il tratto ferroviario Calalzo - Dobbiaco , in questo modo si agevolano sia i passeggeri provenienti da Sud che quelli provenienti da nord in quanto poi la linea da Dobbiaco prosegue in Austria da un lato (verso Lienz) e verso Brunico - Fortezza - Bolzano/Innsbruck dall'altro. Però non ho capito se si ripristina la vecchia linea o sarebbe un percorso diverso? Perché nel secondo caso credo che i costi non sarebbero indifferenti.

Ecco la mappa della vecchia linea :

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Teniamo presente che la sede della vecchia linea oggi (da un po di anni ormai....) è utilizzata per le bici.....è infatti una delle più belle piste ciclabili delle Dolomiti che consiglio a tutti....penso che se faranno la ferrovia, in oggetto, la soluzione più facile sarà ripristinare la linea vecchia, in quanto per le pendenze altri percorsi sarebbero molto più difficili e costosi....ma tanto siamo in Itaglia....
 
ci sono 2 possibilita' per la linea ferroviaria, A) ripristino e adeguamento del vecchio tracciato, con grande impatto ambientale B) tunnel sotterraneo con stazione di Cortina sotterranea, con impatto molto inferiore ma dalla complessità' maggiore.

per quanto riguarda l'aeroporto ci sono possibilità' serie che venga riaperto entro i prossimi mondiali
 
ci sono 2 possibilita' per la linea ferroviaria, A) ripristino e adeguamento del vecchio tracciato, con grande impatto ambientale B) tunnel sotterraneo con stazione di Cortina sotterranea, con impatto molto inferiore ma dalla complessità' maggiore.

per quanto riguarda l'aeroporto ci sono possibilità' serie che venga riaperto entro i prossimi mondiali

Delle vecchie infrastrutture ferroviario oramai rimangono una manciata di stazioni (ora ad uso abitativo o ricovero), i tunnel (il vecchio trenino aveva scartamento ridotto, quindi di dimensione esigua) mentre il sedime è interamente adibito a ciclovia e sci da fondo, che rappresenta un'enorme risorsa per il turismo della valle.
In alcuni punti si sono sviluppate attività accessorie come presso i laghi di Landro e Dobbiaco.
Sono inoltre numerose le intersezioni con la statale Alemagna.
Detto questo, mi risulta difficile pensare ad un ripristino integrale del tracciato originale.

Circa l'aeroporto, posso capire un ripristino per consentire arrivo e posteggio di mezzi leggeri (ulm, ag, elicotteri), ma pensare a dei servizi commerciali stabili o addirittura di linea mi sembra veramente poco sostenibile.
 
Mi permetto di segnalarvi il link di questo articolo perché trovo interessante il video con la panoramica dall'alto dell'attuale stato della pista.

http://corrieredelveneto.corriere.i...etto-10-milioni-vi-stupira-240819770066.shtml

Aeroporto di Cortina, nuovo piano
Zago: «Metto 10 milioni, vi stupirà»

L’imprenditore trevigiano svela le carte


CORTINA D’AMPEZZO (Belluno) Catturato dall’alto, il colpo d’occhio è decisamente superbo. Il profilo imponente del Pomagagnon, la maestosità del bosco dell’Impero, il corso turchino del Boite. Un’altra virata e l’Agusta Westland atterra. Il trevigiano Bruno Zago fa per aprire il portellone, ma il rotore sta ancora muovendo le pale. Così c’è lo spazio per un’ultima riflessione: «Non si può perdere tempo quando si ha una data precisa. O è quella, o è persa». La data è il 2021, i Mondiali di sci alpino. E il «re della carta» non ha nessuna intenzione di perderla. Decolla da qui, da questa vecchia striscia di asfalto che attraversa il verde di Fiames, la sfida di «Cortinairport» alla diffidenza della conca d’Ampezzo, alla lentezza della burocrazia, alle tragedie del volo, alle frane che ogni due per tre invadono l’Alemagna.

Ecco, per chi può permetterselo, arrivare a Cortina da un cielo terso come questo, anziché da una strada ingombra di auto incolonnate, indubbiamente deve avere il suo perché. Tant’è che di buoni motivi il milanese Fabrizio Carbonera, architetto e pilota, ma soprattutto promotore del comitato di riapertura dell’aeroporto Sant’Anna, ha farcito le 52 pagine del dossier che è appena stato presentato al Comune e alle Regole. Rispetto all’abbozzo iniziale, il progetto è cambiato: pista più lunga per aeromobili più grandi, show-room delle eccellenze al posto di banali negozi. Il marchio è ormai stato depositato, la società sta per essere costituita e forse diventerà una public company. Sarà la ventiquattresima avventura imprenditoriale per Zago, già indicato nel ruolo di presidente e direttore generale: piedi ben piantati per terra, nel gruppo Pro-Gest che fra cartone e packaging ha chiuso il primo semestre 2016 con un fatturato di 240 milioni di euro, e testa orgogliosamente fra le nuvole, «perché il volo è la mia grande passione, anche se è una passione molto costosa».

All’industriale non servono parole, per dire quanto investirà in questa operazione. Mostra i due palmi e tende le dita: «Due mani non basteranno». Dunque più di 10 milioni, ma forse meno di 12. Comunque sia, una valanga di soldi, che il business plan conta di recuperare entro 5-7 anni di operatività. È un concetto che piace molto a Zago, quello dell’efficienza. «Ho già parlato di questa iniziativa con Enac e non ho trovato resistenze — racconta — anche se loro mettono sempre davanti i tempi e parlare di qualcosa da fare domani è un problema. Il guaio è che io sono uno che le cose le vorrebbe vedere fatte già ieri…» . Per questo il cronoprogramma è molto stringente: progettazione, autorizzazioni e realizzazione di base entro il 2017, affinamento operativo entro il 2018, innalzamento a standard commerciale nel 2019, perfezionamento nel 2020. Il progetto è ambizioso, «come ambiziosa è Cortina», chiosa Carbonera. Si parte dal nastro che c’è già, quello inaugurato nel 1962 e lungo circa mille metri, nella convinzione che «con un chilometro di strada non si va da nessuna parte, mentre con un chilometro di pista si va in tutto il mondo».

Il tracciato sarà allargato dagli attuali 20 a 30 metri e sarà allungato fino a 1.490 metri, ai quali andranno aggiunti i 100 dell’area di sicurezza di fine pista e i 60 della zona di arresto. L’infrastruttura sarà poi riorientata di 2 gradi, in modo da ricavare «l’ideale corridoio di atterraggio e decollo dei velivoli rispetto ai profili delle montagne circostanti la piana». Lo spettro degli incidenti del passato inevitabilmente continua ad aleggiare, dallo schianto contro il Col Visentin nel 1967, allo stallo in fase di decollo nel 1976. «Ma oggi la tecnologia è in grado di prevedere e calcolare fenomeni di caldo e freddo, velocità e direzione dei venti — puntualizzano Carbonera e Zago — dando la possibilità ai piloti di prendere le relative contromisure e all’aeroporto eventualmente di sospendere temporaneamente l’attività». Nel suo complesso il piano prevede che attorno all’aeroscalo, pensato per ospitare da 5 a 7 voli al giorno per un traffico di circa 25.000 passeggeri all’anno, sorgano una serie di servizi ai viaggiatori, «perché uno quando atterra qua deve poter stupirsi». Dunque non solo aree check-in, sale di attesa e vip, torre di controllo, hangar e stazione meteo, ma pure un bar-ristorante (con terrazza esterna, se l’autorità aeronautica lo permetterà), sportello bancario, servizio di limousine e minibus, centro religioso, parco per gli animali domestici, locali espositivi.

Il target di riferimento è dichiaratamente alto, tale da determinare un indotto economico stimato in 20 milioni di euro. «Una clientela selezionata — spiegano gli ideatori — che conosce il vero valore del tempo e non ama perderlo in estenuanti code: in questo modo si potrà infatti partire il sabato mattina e rientrare la domenica sera, con la garanzia di ritagliarsi due giornate piene di relax, visto che si arriverà a Cortina in 25 minuti da Verona, in 35 da Milano, in 90 da Roma, Parigi o Monaco». Turisti italiani ma pure stranieri. «Come ad Asiago, dove il 48% dei nostri viaggiatori è composto da tedeschi, austriaci e svizzeri», precisa Zago, che sull’Altopiano ha condotto un’impresa simile e dopo Fiames non ne disdegnerebbe un’altra, «per costituire una rete di piccoli aeroporti fra cui realizzare delle sinergie». Ma per il momento c’è da pensare a Cortina, il che significa anche e soprattutto preoccuparsi dell’ambiente, per prepararsi a fronteggiare le prevedibili resistenze territoriali. «Salvaguarderemo l’area boschiva attigua al sito e manterremo una corsia per circumnavigare la pista sia a piedi che con gli sci da fondo», promette Carbonera, assicurando che «il rumore prodotto sarà limitato nel tempo e di intensità comparabile con le normali attività cittadine».

«Ben venga poi l’intermodalità — interviene Gherardo Manaigo, delegato al marketing — a cominciare dal futuro treno delle Dolomiti, rispetto al quale non ci sarà concorrenza vista la differenza di pubblico, ma con cui ci potrà comunque essere collaborazione». Una prospettiva che dovrebbe piacere al governatore Luca Zaia, promotore del rilancio della linea ferroviaria, ma a quanto pare interessato anche al ripristino dello scalo aeroportuale. «Gliene ho già parlato — confida Zago — e il presidente della Regione mi ha detto: vai avanti».

22 agosto 2016
 
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... più di 10 milioni, ma forse meno di 12. ... una valanga di soldi, che il business plan conta di recuperare entro 5-7 anni di operatività.

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... aeroscalo, pensato per ospitare da 5 a 7 voli al giorno per un traffico di circa 25.000 passeggeri all’anno,

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"Numeri da fare accapponare la pelle" (cit.)
 
Il nostro problema è che non abbiamo solo politici ciarlatani, ma anche imprenditori allucinanti.
 
Se firma un foglio in cui dice che nessun onere, mai, sarà a carico della collettività (Stato, regioni, provincia, comune, UE, circolo della bocciofila locale etc.) per me può fare tutti gli aeroporti che vuole.
 
Ho smesso di leggere quando ha cominciato a parlare di voli di linea. Pensavo che fossero voli privati, aerotaxi, etc. Allora potrebbe avere un senso. Guardando posti come St.Moritz (ha un aeroporto usato solo da aerei privati), potrebbe essere una possibilita'. Per il resto, basta guardare l'esperienza di Bolzano
 
Al di là di quanto possa sembrare pittoresco questo personaggio, o di quanto possa sembrare strampalata l'idea di riaprire Fiames, credo che sia esemplare che ci siano imprenditori che vogliano investire nel nostro territorio.

Gli investimenti intelligenti sono utili, quelli ad minchiam dannosi. Una regola semplice, quanto chiara.
Aggiungiamo poi che non si tratta di mecenatismo (non vuole fare un parco naturale dove gli animali e la natura convivono in armonia), ma di interesse economico personale. Legittimo, senza dubbio, ma per il quale non me la sento di ringraziarlo.
 
Gli investimenti intelligenti sono utili, quelli ad minchiam dannosi. Una regola semplice, quanto chiara.
Aggiungiamo poi che non si tratta di mecenatismo (non vuole fare un parco naturale dove gli animali e la natura convivono in armonia), ma di interesse economico personale. Legittimo, senza dubbio, ma per il quale non me la sento di ringraziarlo.

Ma Nicola spiegami, mi piacerebbe capire, perché ritieni che sia dannoso questo investimento?
Io sono molto curioso di vedere il progetto definitivo e poi mi farò un'idea.
 
Ma Nicola spiegami, mi piacerebbe capire, perché ritieni che sia dannoso questo investimento?
Io sono molto curioso di vedere il progetto definitivo e poi mi farò un'idea.

Le Dolimiti sono un insieme scenico e naturale unico al mondo. Apprezzerei un progetto che decementifica, piuttosto che uno che propone nuovo asfalto.