Ryanair, indagati a Bari i vertici dell'aeroporto: "Soldi pubblici alla low cost per farla volare in Puglia"
A Domenico Di Paola, ex amministratore di Aeroporti di Puglia, si aggiungono ora il suo successore Giuseppe Acierno, il direttore generale Marco Franchini e il direttore amministrativo Patrizio Summo
di GABRIELLA DE MATTEIS
01 aprile 2016
Abuso d'ufficio. E' l'ipotesi contestata nel secondo filone d'indagine che riguarda il contratto sottoscritto da Aeroporti di Puglia con Ryanair. Il sostituto procuratore che coordina il fascicolo Luciana Silvestris ha iscritto nel registro degli indagati l'amministratore della società che gestisce gli scali pugliesi Giuseppe Acierno, il direttore generale Marco Franchini e il direttore amministrativo Patrizio Summo. Nomi che si aggiungono a quello di Domenico Di Paola, l'ex amministratore di Aeroporti di Puglia, al quale la Procura contesta i reati di falso e truffa.
Il filone d'indagine che mette sotto accusa l'attuale management della società si concentra sulla proroga del primo contratto, sottoscritto nel 2009 da Di Paola. Proroga firmata nel 2014 e finita, nei mesi scorsi, al centro delle polemiche. La contestazione del reato di abuso di ufficio, di fatto, è scattata perché l'inchiesta deve verificare una ipotesi investigativa, anticipata nell'informativa finale della guardia di finanza. Secondo i militari, per l'assegnazione dei fondi Aeroporti di Puglia avrebbe dovuto procedere con una procedura a evidenza pubblica: non necessariamente una gara d'appalto, rimarcano i militari, ma un procedimento in grado di garantire i requisiti della massima trasparenza e partecipazione.
Aeroporti di Puglia è una società che gestisce fondi pubblici e che per questo anche nella scelta della compagnia a cui erogare il finanziamento milionario, 70 milioni di euro, avrebbe dovuto seguire le procedure a cui si attendono enti come Regioni e Comuni. Un ragionamento, quello del nucleo di polizia tributaria, che ha spinto il pm Silvestris a iscrivere nel registro degli indagati il management che ha dato il via libera alla proroga del contratto inizialmente sottoscritto da Di Paola, il primo a essere messo sotto accusa. L'ax amministratore risponde di falso e truffa perché, secondo gli investigatori, dietro l'accordo con la low cost irlandese, approvato ufficialmente per finanziare la pubblicità della Puglia sul sito di Ryanair, in realtà si nasconderebbe più semplicemente un aiuto economico alla compagnia.
La difesa di Acierno, Franchini e Summo sarà quella che, nel gennaio scorso, all'indomani delle polemiche sulla proroga del contratto, avevano affidato a un comunicato ufficiale. "Per fugare ogni dubbio Adp - c'era scritto nella nota - reputa necessario chiarire che nessuna disposizione di legge impone ai gestori aeroportuali l'obbligo di selezionare il contraente dei contratti di incentivazione per l'avviamento e lo sviluppo di rotte aeree con gare d'appalto e/o con gare di evidenza pubblica".
A detta di Aeroporti di Puglia, le linee guida emanate dal ministero dei Trasporti nell'ottobre del 2014, dopo il rinnovo del contratto con Ryanair, imporrebbero soltanto l'obbligo alle società aeroportuali di "pubblicare il programma complessivo di incentivazioni che intendono attivare per l'anno e gli anni successivi". Nel frattempo a Ryanair è stata liquidata la rata del 2015 (per un valore di 14 milioni di euro) dopo il via libera, con l'approvazione dei debiti fuori bilancio, del consiglio regionale chiamato in causa dal governatore Michele Emiliano.
http://bari.repubblica.it/cronaca/2016/04/01/news/inchiesta_fondi_ryanair-136657411/